Verso il 9 giugno

Investimento o spesa inopportuna? Si accende lo scontro sulla Giustizia e lo stabile EFG

Il confronto Gobbi-Morisoli – Il consigliere di Stato leghista: «È il momento di decidere, altrimenti questa situazione andrà avanti almeno per i prossimi 30 anni» – Il democentrista: «Spero venga bocciato per riaprire le trattative»
©Chiara Zocchetti
Giona Carcano
18.05.2024 06:00

Il favorevole: Norman Gobbi (consigliere di Stato)

Qual è il motivo principale per votare a favore dell’acquisto dello stabile EFG?
«Perché è necessario un secondo Palazzo di giustizia a Lugano, viste le esigenze di spazio delle Autorità con sede nella Città, anche a fronte dell’aumento di personale occorso nell’ultimo ventennio. La mancanza di spazi ha infatti obbligato alcune autorità ad andare in affitto presso terzi o in altra sede, con spese rilevanti per lo Stato. Per trovare una soluzione definitiva o compiamo oggi questo passo o costringeremo la Giustizia, chi vi lavora e la cittadinanza che ne utilizza gli spazi, ad avere condizioni logistiche inaccettabili almeno per i prossimi 30 anni. Andando inoltre in contro a costi importanti, stimati in 184 milioni di franchi solo sui prossimi 12 anni, senza una soluzione per la Giustizia e con affitti onerosi che continueranno nel tempo. È chiara qual è la scelta più conveniente. È dal 2008 che si discute del progetto e sono state valutate tutte le ipotesi nel centro di Lugano (perché così stabilisce la nostra Costituzione) e nessuna rispondeva alle necessità della Giustizia. Un investimento con un impatto positivo a livello ambientale e sociale; un’occasione irripetibile per la Giustizia e per il Canton Ticino».

L’intera operazione potrebbe costare oltre 200 milioni di franchi. È opportuno spendere queste cifre in un momento così delicato per le finanze cantonali?
«Il Cantone investe ogni quadriennio circa 1,4 miliardi di franchi per scuole, ospedali, case anziani, strade, trasporti, ambiente, energia, e via discorrendo. Questi soldi non servono per finanziare l’attività dell’amministrazione o per erogare sussidi ai cittadini che più ne hanno bisogno. Si tratta di investimenti che hanno un indotto positivo dando lavoro all’economia e agli artigiani ticinesi. I 200 milioni spalmati su 12 anni (a fronte di circa 4,2 miliardi di investimenti previsti), sono quindi finanziariamente sostenibili, anche perché verrebbero comunque utilizzati per altre opere. È il momento di decidere di investire finalmente per la Giustizia, il terzo potere dello Stato, che garantisce la pace sociale e gli interessi dei cittadini. E investirli per la Giustizia a Lugano, dopo quanto stiamo facendo a Bellinzona (50 milioni per la ristrutturazione del Pretorio) e a Locarno (40 milioni stimati ristrutturare il Pretorio)».

La Giustizia, oltre ai problemi logistici, lamenta da tempo problemi di organico. Non era meglio investire nelle persone?
«Governo e Parlamento hanno proceduto negli anni a potenziare la Giustizia laddove necessario visti i maggiori compiti derivanti dalla legge. Ed è anche per questo che sono aumentati i bisogni della Giustizia a Lugano: più persone significa giocoforza più spazi. I due temi non vanno messi in contrasto tra loro: è un approccio sbagliato, riduttivo e poco lungimirante. Come ho detto, stiamo parlando di risolvere in modo definitivo le necessità logistiche, con un investimento necessario di cui si discute da oltre 30 anni. Di pari passo proseguono come sempre le valutazioni sui bisogni delle autorità giudiziarie, con gli adeguamenti anche numerici che si rendono necessari».

Governo e Parlamento hanno proceduto negli anni a potenziare la Giustizia laddove necessario visti i maggiori compiti derivanti dalla legge. Ed è anche per questo che sono aumentati i bisogni della Giustizia a Lugano
Norman Gobbi, consigliere di Stato

Il contrario: Sergio Morisoli (capogruppo UDC)

Qual è il motivo principale per votare contro l’acquisto dello stabile EFG?
«Non si vota contro l’acquisto, si vota contro il prezzo esorbitante per comprarlo, 76 milioni e tutto quello che ne segue. C’è una bella differenza tra trovare e acquistare un luogo adatto e dignitoso per la Giustizia, e far fare un affare al venditore (una banca) dello stabile sulle spalle dei contribuenti ticinesi. Non ci siamo proprio. Il prezzo pattuito nel 2018 non ha più subito nessuna negoziazione al ribasso in sei anni; sei anni in cui è successo di tutto sul mercato immobiliare, sulla condizione economica dei ticinesi e sulle finanze dello Stato (il compratore). Questo stabile non ha mercato, tant’è che dal 2018 a oggi nessuno ha offerto di più per “soffiarlo” allo Stato. Chi fuori dall’ente pubblico potrebbe ormai comprarsi uno stabile del genere? Le altre banche stanno riducendo gli spazi, le assicurazioni idem, le casse pensioni non vogliono immobili del genere, le industrie non vanno in centro a Lugano; questo per dire che il Cantone aveva e ha tuttora il coltello dalla parte del manico se volesse trattare il prezzo. Del resto se il popolo boccia questo spreco, il Governo avrebbe ancora più forza per tornare a negoziare al ribasso con il venditore. Non dimentichiamo poi che lo stabile necessita di un’altra quarantina di milioni per essere ristrutturato. In dialetto si direbbe: un afari stracc…».

I problemi logistici della Giustizia ticinese sono noti. Se il popolo dovesse bocciare l’acquisto dello stabile, bisognerebbe trovare una soluzione in affitto molto onerosa. Non sarebbe meglio trovare finalmente una soluzione a lungo termine?
«Il problema ha almeno 20 anni. Perché ora si devono mettere con le spalle al muro i contribuenti ticinesi? In Parlamento avevamo fatto un emendamento per un prezzo massimo di 66 milioni, ma il Governo e il Gran Consiglio non hanno accettato. Macché affitto oneroso. Spero che il credito venga bocciato dal popolo, così facendo il lunedì mattina seguente, l’Esecutivo può sedersi con il venditore e trattare: volendo, nel giro di qualche settimana ci sarà un nuovo prezzo più basso da sottoporre al Parlamento. Con una procedura d’urgenza senza, tanto la storia la conosciamo tutti, si farebbe passare tutto positivamente a fine estate. Basta volerlo».

Fate leva sulle cifre, parlando di un investimento di un quarto di miliardo. In realtà l’investimento è spalmato su 15 anni: davvero il Cantone non può permettersi di spendere circa 15 milioni l’anno per un progetto generazionale?
«La cittadella della Giustizia costerà 250 milioni, e di sicuro ci saranno sorpassi. È la solita storia che gli investimenti sarebbero una spesa buona, quindi si taglia su anziani, scuola, socialità, su tutto ma mai su cemento e asfalto. Così non va, non è leale. Spendere i soldi dei cittadini in difficoltà e indebitare i giovani con la scusa di spalmare i debiti su decenni facendo credere che sarebbe innocuo, è disonestà contabile e egoismo intergenerazionale. Grazie al referendum finanziario i cittadini, votando no, possono risparmiare in totale dai 40 ai 50 milioni, da utilizzare meglio».

La cittadella della Giustizia costerà 250 milioni, e di sicuro ci saranno sorpassi. È la solita storia che gli investimenti sarebbero una spesa buona, quindi si taglia su anziani, scuola, socialità, su tutto ma mai su cemento e asfalto
Sergio Morisoli, capogruppo UDC
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