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«Israele inizierà ad armare i civili per difendere le città»

Lo ha annunciato la polizia israeliana – Swiss sospende i voli verso Beirut: «Non si può escludere un'escalation del conflitto» – Israele conferma: «Ucciso il capo dell'intelligence di Hamas» – Annunciato come aperto, il valico di Rafah per ora è ancora chiuso – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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«Israele inizierà ad armare i civili per difendere le città»
Red. Online
16.10.2023 06:25
23:35
23:35
Israele arma i civili per difendere le città

La polizia israeliana ha annunciato che inizierà ad armare i civili per accelerare la risposta in caso di attacco o situazione di crisi nelle città del Paese.

Il capo della polizia Kobi Shabtai e il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir «hanno deciso di espandere le unità di pronto intervento che operano sotto gli auspici della polizia in tutte le città», si legge in un comunicato stampa congiunto.

Le «347 nuove unità» saranno composte da «13.200 civili volontari nelle file della polizia, che saranno arruolati e riceveranno un fucile e dispositivi di protezione». Le località ai confini di Israele dispongono da anni di tali unità, composte da veterani dell'esercito che ricevono armi e addestramento e agiscono in caso di attacchi o emergenze in coordinamento con l'esercito o la polizia.

Nei giorni successivi all'attacco lanciato da Hamas contro Israele, la polizia dello Stato ebraico ha acquistato più di 6.000 fucili per 566 nuove unità di risposta civile, si legge nella dichiarazione, con priorità alle «città di confine, le grandi città e le città miste (arabe ed ebree)».

Oltre alle nuove unità, l'ufficio di Ben Gvir sta lavorando per allentare i criteri per ottenere i permessi di porto d'armi in modo che le persone con addestramento militare di base, che vivono o lavorano in zone di conflitto, possano portare con sé un'arma. 

22:30
22:30
Hamas: «Ci sono distinzioni tra soldati e civili rapiti»

Khaled Meshal, uno dei leader ed ex capo dell'ufficio politico di Hamas, ha affermato che «le considerazioni sui soldati prigionieri e i civili sono diverse». Secondo Meshal, «Israele dà valore solo al numero dei prigionieri. Abbiamo abbastanza prigionieri per garantire il rilascio di tutti i detenuti palestinesi». «Le forze di resistenza di Gaza hanno studiato tutti gli scenari, compresa un'invasione di terra. Non è la prima volta che Israele minaccia di schiacciare Hamas, e non scoraggia nemmeno né ci spaventa», ha detto Meshal in un'intervista alla tv Al Arabiya dal Qatar.

22:29
22:29
Il video di un'israeliana in ostaggio: «Vi prego, riportatemi a casa»

«Mi chiamo Maya Sham, ho 21 anni e sono di Shoham. In questo momento sono a Gaza». Lo dice la ragazza israeliana (con cittadinanza anche francese) nel video diffuso da Hamas e pubblicato da Haaretz. «Sabato mattina presto stavo tornando da una festa nell'area di Sderot. Sono stata gravemente ferita alla mano. Mi hanno portato a Gaza e mi hanno portato all'ospedale per tre ore. Si sono presi cura di me, fornendomi farmaci. Vi chiedo solo di riportarmi a casa il più presto possibile dalla mia famiglia, dai miei genitori, dai miei fratelli. Per favore, fatemi uscire di qui il più presto possibile», dice l'ostaggio.

22:28
22:28
«Tra 200 e 250 ostaggi israeliani a Gaza»

Ci sono attualmente tra i 200 e i 250 ostaggi israeliani a Gaza. Lo ha detto, citato dai media il portavoce dell'ala militare dei Hamas Abu Obeida spiegando che non c'è un conto preciso viste «le difficoltà pratiche e di sicurezza». Obeida, in una intervista tv a Gaza, ha aggiunto che 200 degli ostaggi sono in mano di Hamas e altri 50 in mano di «fazioni della resistenza e in altre parti». I cittadini stranieri «sono nostri ospiti» e «saranno rilasciati quando le »condizioni sul campo« lo permetteranno.

19:33
19:33
«I morti a Gaza sono oltre 2.800»

I morti a Gaza per gli attacchi israeliani sono arrivati a oltre 2.800, almeno 2.808, e 10.850 feriti.

Lo ha fa sapere il ministro della sanità di Hamas nella Striscia.

19:06
19:06
Una cerimonia per le vittime nella sinagoga di Berna

Una cerimonia in memoria delle vittime degli attacchi terroristici di Hamas si è svolta nel tardo pomeriggio di oggi nella sinagoga di Berna. A rappresentare la Confederazione era presente il consigliere federale Albert Rösti.

«Sono qui oggi per trasmettervi a nome del Consiglio federale il profondo cordoglio e la grande simpatia del governo. Condividiamo la vostra tristezza, condividiamo il vostro orrore», ha detto Rösti secondo la versione scritta del suo discorso.

Il Consiglio federale condanna «questi attacchi terroristici barbarici» e chiede l'immediata liberazione di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas, ha aggiunto. Il governo «riconosce la legittima volontà di Israele di garantire la difesa e la sicurezza nazionale. Ritiene inoltre che il movimento islamico palestinese debba essere classificato come organizzazione terroristica e ha incaricato una task force di studiare le opzioni legali in tal senso», ha proseguito il consigliere federale.

19:01
19:01
Decimata la famiglia di un collaboratore palestinese del DFAE a Gaza

Alcuni familiari di un palestinese che lavora nella Striscia di Gaza come collaboratore locale del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) sono rimasti uccisi durante gli scontri tra Hamas e Israele. Lo ha comunicato lo stesso DFAE alla RSI in una presa di posizione che Keystone-ATS ha potuto consultare.

«Il consigliere federale Ignazio Cassis esprime le sue più sentite condoglianze al collaboratore e ai parenti», si legge nel testo. Ulteriori informazioni non vengono fornite «per motivi di protezione dei dati e della privacy».

Secondo quanto riferito dalla RSI si tratta di un collaboratore locale della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC). La sua casa situata nel sud della Striscia sarebbe stata colpita da un missile. L'uomo è sopravvissuto ma la moglie e due dei suoi figli sarebbero morti, oltre alla suocera e tre nipoti.

17:57
17:57
Ucciso il capo dell'intelligence di Hamas

L'esercito israeliano ha fatto sapere di aver ucciso il capo dell'intelligence generale di Hamas a Khan Younis, nel sud della Striscia.

Per l'uccisione è stato fatto uso di un missile «Saar-6», ha precisato il portavoce militare. Si tratta di un missile montato di norma sulle motovedette della marina militare che presidiano la costa di Gaza e che proteggono le piattaforme israeliane per l'estrazione di gas naturale dai fondi marini.

«È stata questa la prima volta che 'Saar-6' è stato impiegato in una operazione di combattimento», ha precisato il portavoce militare.

17:35
17:35
«Israele ha colpito il valico di Rafah»

Fonti a Gaza riferiscono che Israele ha colpito una pensilina del valico di Rafah in un attacco sulla Striscia. Il raid - secondo la stessa fonte - è avvenuto dopo che la folla, ferma davanti al varco nella speranza di passare in Egitto, si era dispersa.

Se la notizia fosse confermata, sarebbe il quinto attacco israeliano dall'inizio del conflitto al valico di Rafah.

17:22
17:22
Swiss sospende i voli per Beirut

Swiss ha sospeso i voli per Beirut. Ne dà notizia la compagnia aerea in comunicato, specificando che tutti i collegamenti tra la Svizzera e Beirut saranno annullati fino al 28 ottobre, a causa della situazione in Medio Oriente che sta generando tensioni al confine tra Israele e il Libano. 

«Per Swiss la massima priorità è la sicurezza dei suoi passeggeri e degli equipaggi», si legge nel comunicato. «Stiamo monitorando attentamente la situazione in Medio Oriente e ci affidiamo ai consigli di esperti. Al momento, non si può escludere un'ulteriore escalation del conflitto». 

I voli che verranno cancellati sono quattro, rispettivamente quelli del 17, 19, 24 e 26 ottobre. I passeggeri interessati verranno informati e i loro biglietti verranno totalmente rimborsati. Al momento, a causa della situazione, non si può prevedere quando saranno nuovamente operativi i collegamenti tra Zurigo e Beirut. 

16:45
16:45
Nuovo scambio di colpi al confine tra Israele e Libano

Nuovo scambio di colpi al confine tra Israele e Libano. Hezbollah afferma di aver attaccato «cinque basi» dell'Esercito dello Stato ebraico, che a sua volta ha colpito obiettivi nel sud del Libano. Lo riferisce Haaretz.

Hezbollah ha annunciato di aver sparato colpi di artiglieria e razzi contro postazioni militari israeliane lungo la Linea Blu di demarcazione tra i due Paesi e di aver causato «vittime» tra le file del nemico. Lo riferisce il Partito di Dio tramite un comunicato.

Gli Hezbollah libanesi filo-iraniani hanno affermato oggi di aver «accecato il nemico» distruggendo una serie di telecamere di osservazioni posizionate da Israele lungo la Linea Blu di demarcazione tra i due paesi.

Il Partito di Dio ha diffuso, tramite i suoi media e social media, filmati in cui si mostra la distruzione sistematica di telecamere a circuito chiuso erette su postazioni militari israeliane e lungo i reticolati posizionati da Israele nel corso degli anni lungo la Linea Blu.

«I vostri occhi... vedono ora solo il muro», recita uno slogan che accompagna oggi la campagna mediatica di Hezbollah e che si riferisce alla presenza di un alto muro di separazione eretto da Israele in alcuni tratti della Linea Blu.

16:19
16:19
Sirene di allarme a Tel Aviv e Gerusalemme

Le sirene di allarme per l'arrivo di razzi da Gaza sono risuonate a Tel Aviv e nel centro di Israele. I sistemi di rivelazione hanno segnalato lo stesso allarme anche a Gerusalemme.

A causa delle sirene risuonate a Gerusalemme per i razzi lanciati da Hamas, la Knesset ha dovuto interrompere la seduta inaugurale della sessione invernale. La seduta era iniziata con l'intervento del premier Benyamin Netanyahu. Tutti i deputati, compreso il primo ministro, si sono dovuti recare nei rifugi.

Sirene d'allarme anti aereo hanno risuonato per la seconda volta in poco tempo nell'area centrale di Israele, compresa la zona grande di Tel Aviv. Subito dopo gli allarmi sono state udite le esplosioni dei razzi intercettati dall'Iron Drome.

13:52
13:52
L'Iran: «Hamas pronto a rilasciare gli ostaggi se si fermano i raid sulla Striscia»

Hamas sarebbe pronto al rilascio dei circa 200 ostaggi se Israele mettesse fine agli attacchi sulla Striscia. Lo ha detto, citato da Times of Israel, il portavoce del ministro degli Esteri iraniano Nasser Kanaani. Non risulta però al momento una presa di posizione in tal senso di Hamas.

Secondo Hanani, esponenti della fazione palestinese «hanno detto di essere pronti a prendere le necessarie misure per il rilascio dei civili tenuti dai gruppi della resistenza, ma che il loro punto di vista è che tali misure richiedono preparativi impossibili sotto i bombardamenti quotidiani dei sionisti contro varie parti di Gaza».

Intanto, secondo una fonte israeliana, il presidente Usa Joe Biden potrebbe arrivare in Israele mercoledì prossimo. Lo riferisce Haaretz.

Dal canto suo, il primo ministro libanese uscente Nagib Miqati ha detto oggi che «il governo sta continuando i suoi contatti in patria e all'estero per mantenere, per quanto possibile, la calma sulla scena locale e proteggere il (Libano) dalle ripercussioni della guerra a Gaza».

«Non avrebbe senso avventurarsi nell'apertura di un fronte nel sud del Libano perché i libanesi non lo sopporterebbero. Alcuni si chiedono chi abbia il potere di decidere se fare la guerra o la pace», ha detto Miqati citato dall'agenzia governativa libanese Nna.

«Nelle circostanze attuali, stiamo lavorando per la pace. La decisione di fare la guerra è nelle mani di Israele», ha affermato Miqati, sostenendo che da una parte è necessario convincere Israele a porre fine al conflitto e, dall'altra, bisogna smettere di provocare Israele per non creare ulteriore tensione«.

13:51
13:51
«La politica estera è materia degli Stati membri e del Consiglio europeo

«La politica estera è materia degli Stati membri e del Consiglio europeo». Lo ha detto un altro funzionario Ue alla vigilia del vertice straordinario Ue in video convocato per stabilire una linea comune dei Ventisette sul conflitto israelo-palestinese.

La visita in Israele della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nei giorni scorsi aveva sollevato le critiche di alcuni governi nazionali - in particolare Spagna, Irlanda, Belgio e Francia -, che avevano notato la mancanza di riferimenti a Gaza da parte della politica tedesca.

Nelle ultime ore, «da parte della Commissione abbiamo visto un adattamento del linguaggio», ha evidenziato la fonte, facendo riferimento all'ultimo messaggio di von der Leyen secondo cui «Israele ha il diritto di difendersi in linea con il diritto internazionale umanitario».

La riunione dei Ventisette, ha spiegato ancora il funzionario, «è stata convocata secondo i Trattati», nel contesto di un «dialogo franco tra i Paesi».

13:37
13:37
«Dopo Gaza impossibile la normalizzazione tra arabi e Israele»

«Gli sviluppi a Gaza hanno tracciato una linea che annulla il processo per la normalizzazione delle relazioni» con Israele portato avanti da alcuni Paesi arabi. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani.

«Alcuni Paesi regionali, che per errore hanno creduto che avrebbero potuto fornire sicurezza alla luce della normalizzazione dei rapporti con Israele, ora hanno capito che i sionisti non sono nemmeno in grado di provvedere alla loro stessa sicurezza», ha detto il funzionario della Repubblica islamica.

«Siamo preoccupati rispetto all'allargamento della crisi e riteniamo che fino a quando l'occupazione israeliana delle terre palestinesi continuerà, nella regione ci sarà tensione e insicurezza», ha detto Kanani, come riporta Irna.

«La resistenza non chiuderà un occhio sui crimini dei sionisti e (i palestinesi) non possono essere accusati di essere responsabili per l'attuale situazione», ha aggiunto Kanani affermato che l'Organizzazione per la Cooperazione islamica (Oic) terrà una riunione dei ministri degli Esteri riguardo alla situazione in Palestina mercoledì a Gedda, in Arabia Saudita.

Dal canto suo, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, non ha ancora avuto contatti con l'Autorità nazionale palestinese (Anp) dopo gli attentati di Hamas in Israele. Lo ha confermato il portavoce dell'esecutivo Ue Eric Mamer nel briefing quotidiano con la stampa, precisando che «per il momento non ci sono stati contatti, ma la situazione è in evoluzione».

Nel corso degli ultimi giorni «la presidente ha avuto contatti con il Marocco, l'Egitto, la Giordania, Israele e con il segretario generale delle Nazioni Unite», ha evidenziato il portavoce.

13:19
13:19
L'esercito di Israele continua a colpire Hamas nella Striscia

L'esercito israeliano ha fatto sapere di aver condotto nelle ultime ore decine di attacchi sulla Striscia. Tra gli obiettivi centrati - ha spiegato il portavoce militare - quartier generali di Hamas, siti di lancio di mortai e una serie di compound militari. Inoltre - ha aggiunto - anche il centro di comando di Alì Qadi, il responsabile del massacro nei nei kibbutz israeliani di frontiera dello scorso 7 ottobre. Qadi è stato ucciso due giorni fa in un raid mirato a Gaza.

Intanto, sono iniziati a Gerusalemme gli incontri tra il segretario di Stato americano Antony Blinken e il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. E' il secondo colloquio in pochi giorni dopo il tour di Blinken nella regione seguito all'attacco di Hamas del 7 ottobre. Al centro dell'incontro anche la questione del valico di Rafah.

13:08
13:08
«Israele può difendersi senza espandere il conflitto»

«Sapete che il cancelliere e il governo federale sono molto preoccupati per la situazione in Israele e che stiamo contribuendo attraverso tutti i canali possibili a garantire che Israele possa difendersi con successo dal terrorismo. Israele può difendersi con successo dal terrore» ma senza che ciò porti «a un'espansione del conflitto»: lo ha detto uno dei due vice portavoce del governo tedesco, Wolfgang Buechner, rispondendo alla domanda su come Olaf Scholz valuti la situazione umanitaria a Gaza.

Parlando alla conferenza stampa governativa del lunedì a Berlino, il portavoce ha sottolineato di ribadire posizioni già espresse dallo stesso cancelliere.

Intanto, secondo il capo dell'ufficio stampa governativo - controllato da Hamas - Salama Marouf, decine di corpi non identificati sono stati sepolti in fosse comuni nella città di Gaza.

«Poiché decine di altri martiri stavano arrivando, bambini, neonati, donne, uomini, anziani, eravamo inclini a compiere il nostro giusto e morale dovere verso quei martiri di seppellirli - ha affermato Marouf -. Abbiamo preparato una fossa comune nella fossa di emergenza per seppellire coloro che non sono stati identificati».

Video pubblicati sui social media e verificati dalla Cnn mostrano decine di corpi avvolti in plastica bianca portati dall'ospedale Shifa di Gaza in un luogo di sepoltura dove sono stati sepolti in file ordinate, scrive l'emittente americana.

12:44
12:44
«Gli USA siano ritenuti responsabili dei crimini di Israele»

«Gli Usa devono essere ritenuti responsabili per i crimini del regime sionista, dal momento che hanno sostenuto il regime con tutto il loro potere contro la nazione palestinese». Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani, aggiungendo che qualunque Paese sostenga Israele condivide lo stesso tipo di responsabilità a livello internazionale.

«Oggi, vediamo l'ipocrisia dei falsi difensori dei diritti umani riguardo a Gaza in modo più chiaro che mai», ha sottolineato il funzionario della Repubblica islamica, come riporta Mehr, aggiungendo che l'Iran, in quanto Paese responsabile e impegnato, sostiene i diritti dei Palestinesi.

12:43
12:43
Griffiths domani in Medio Oriente per sblocco aiuti a Gaza

Il responsabile per gli aiuti umanitari dell'Onu, Martin Griffiths, partirà domani per il Medio Oriente per per contribuire ai negoziati che mirano a sbloccare gli aiuti d'emergenza per i civili a Gaza.

Griffiths - citato dal Guardian - ha detto che il suo staff è impegnato in «intense discussioni» con Israele, Egitto e altre parti.

«Andrò domani nella regione per tentare di contribuire ai negoziati, fare atto di testimonianza ed esprimere la mia solidarietà per il loro coraggio alle migliaia di operatori umanitari che continuano a lavorare per aiutare le persone a Gaza e Cisgiordania», ha affermato.

12:17
12:17
A Rafah completati i preparativi, ma finora nessun transito

Al valico di Rafah i funzionari hanno completato tutti i preparativi per l'apertura ma finora nessun aiuto umanitario è entrato dall'Egitto verso Gaza e nessuno cittadino straniero o palestinese con doppia nazionalità è passato nel deserto del Sinai.

Lo riferiscono fonti locali secondo cui al momento «la situazione è statica».

Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha detto che il governo israeliano deve ancora fare i passi necessari per consentire l'apertura del valico di Rafah tra Gaza ed Egitto. Lo scrive il Guardian. Shoukry ha precisato che Il Cairo vorrebbe tenerlo aperto.

C'è stato movimento di veicoli dell'Onu questa mattina al confine, ma il passaggio per il momento è ancora chiuso.

Nelle ultime ore sul versante egiziano sono stati rimossi gli sbarramenti che ostruivano il valico. La Mezzaluna rossa di Gaza, equivalente locale della Croce Rossa, afferma che gli aiuti includono medicinali, coperte, materassi e scorte di acqua potabile.

«Oggi speriamo di far uscire dalla Striscia di Gaza i 10-12 italiani che vivevano qui», ha dichiarato dal canto suo il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani alla Rai.

In precedenza un funzionario dell'Ambasciata palestinese a Washington, Kamel Khatib, citato dalla Nbc, aveva reso noto che gli stranieri ed i palestinesi con nazionalità straniera potranno uscire da Gaza attraverso il valico di Rafah con l'Egitto a partire dalle 9:00 di questa mattina ora locale (le 8:00 in Svizzera), quando anche gli aiuti umanitari cominceranno ad arrivare a Gaza.

Secondo media israeliani, il valico resterà aperto per cinque ore. Tuttavia, ''non c'è per il momento un cessate il fuoco né l'ingresso a Gaza di aiuti umanitari in cambio della fuoriuscita di cittadini stranieri'', aveva reso noto l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu commentando notizie diffuse in precedenza circa l'apertura del valico di Rafah.

In seguito agli scontri a fuoco avvenuti negli ultimi giorni il ministero della Difesa israeliano ha pure deciso di evacuare la popolazione che risiede a ridosso del confine con il Libano ad una distanza inferiore a 2 chilometri. Un comunicato del ministero precisa che si tratta in tutto di 28 località fra cui la cittadina di Metulla.

Ieri attacchi giunti dal Libano hanno provocato in quella zona la morte di due israeliani, un militare ed un civile. Sempre ieri le autorità militari hanno vietato l'ingresso in una fascia della profondità di quattro chilometri lungo l'intero confine con il Libano.

11:19
11:19
Blinken è tornato in Israele

Antony Blinken è tornato oggi in Israele - come previsto - per colloqui sulla crisi: lo scrive un giornalista dell'agenzia di stampa Afp che viaggia insieme al segretario di Stato americano.

Il capo della diplomazia Usa, che giovedì si trovava in Israele per una visita di solidarietà, è atterrato a Tel Aviv e incontrerà nuovamente il primo ministro Benyamin Netanyahu a Gerusalemme.

''Se Hezbollah compirà un errore per metterci alla prova, la nostra reazione sara' micidiale'', ha nel frattempo avverito il portavoce militare israeliano Daniel Hagari dopo gli scontri a fuoco di ieri al confine con il Libano in cui due israeliani sono rimasti uccisi. ''Gli Hezbollah - ha aggiunto - operano dietro istruzione e con il sostegno dell'Iran, mettendo cosi' in pericolo il Libano''.

Intanto, Muhammad Abdel Fadil Shousha, governatore del Nord Sinai, ha ricevuto questa mattina il Khaled Abdel Ghaffar, Ministro della Sanità, nella città di Bir al-Abd; la visita del Ministro della Sanità prevede l'ispezione di alcuni ospedali del governatorato e l'ispezione delle ambulanze, al fine di garantire che gli ospedali siano pronti ad accogliere i palestinesi feriti da Gaza e a rispondere a qualsiasi richiesta relativa al settore sanitario e medico nel Nord Sinai.

Il governatore ha parlato di aumentare il livello di preparazione negli ospedali e nelle unità mediche, fornendo medicinali e sangue di emergenza e supportando gli ospedali con personale medico per accogliere i palestinesi feriti.

Ha poi precisato che resta intanto fermo l'invio degli aiuti a Gaza, a causa della ripresa degli attacchi israeliani su varie aree della Striscia.

11:06
11:06
Leader UE per il «rilascio immediato degli ostaggi di Hamas»

I leader dei 27 Paesi dell'Ue hanno chiesto il rilascio «immediato e incondizionato» di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas a Gaza: lo riporta il Guardian.

I leader si incontreranno domani in videoconferenza nel corso di un vertice d'emergenza convocato nel fine settimana, mentre in tutta l'Ue aumentano i timori per la volatilità della regione in seguito all'attacco di Hamas.

In una dichiarazione letta questa mattina dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, i leader Ue hanno difeso il diritto di Israele a difendersi, ma hanno affermato che ciò deve avvenire «nel pieno rispetto del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale».

11:03
11:03
Il cardinale Pierbattista Pizzaballa. «Pronto a offrirmi per uno scambio con i bimbi ostaggio»

«Se io sono pronto a uno scambio? Qualsiasi cosa anche se questo può portare alla libertà e riportare a casa quei bambini nessun problema. Da parte mia disponibilità assoluta». Così il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, in un incontro online con un gruppo di giornalisti ha risposto a una domanda se lui sia pronto a offrirsi per uno scambio per liberare i bambini ostaggio nelle mani di Hamas.

Sull'offerta di mediazione della Santa Sede, ha detto ancora, «abbiamo dato la disponibilità almeno per cercare di far ritornare gli ostaggi, almeno una parte di loro, questo si sta cercando. E' molto difficile perché per una mediazione bisogna avere degli interlocutori. E in questo momento con Hamas non si riesce a parlare».

Per quanto riguarda i timori sulle conseguenze della possibile invasione di terra di Israele nella Striscia di Gaza, il card. Pizzaballa ha risposto: «i miei timori sono essenzialmente due: il primo è, in seguito all'operazione di terra, non so come si chiami, la crisi umanitaria molto più grave che si creerà. Questo è il primo timore, perché senz'altro ci saranno tantissime vittime».

«E l'altro timore - ha aggiunto - è che questo conflitto diventi un conflitto regionale, che comprenda non soltanto Gaza o eventualmente la West Bank, ma anche il Libano, poi il mondo islamico si potrebbe accendere, tutti i Paesi arabi: non so, è molto difficile prevedere gli sviluppi, ma il timore di un'espansione regionale sono reali, e non lo dico soltanto io».

10:48
10:48
La smentita: «No, il valico di Rafah non è stato ancora aperto»

No, il valico di Rafah non è ancora stato aperto. In mattinata, alcuni media avevano anticipato la notizia dell'apertura del confine fra Gaza e l'Egitto, citando funzionari israeliani, per le 9.00 locali (le 8 in Svizzera). Ma l'apertura è stata poi smentita sia da Hamas sia da Israele.

In un comunicato diffuso nelle scorse ore, il gruppo militante palestinese ha affermato di non aver ancora ricevuto conferma dall'Egitto sulla possibile apertura del valico di frontiera di Rafah. «Fino a questo momento, non abbiamo ricevuto alcun contatto o conferma dalle autorità egiziane riguardo all'intenzione di aprire il valico di Rafah oggi. Tutte le informazioni diffuse a questo proposito sono attribuite ai media israeliani», ha dichiarato Salama Marouf, capo dell'ufficio stampa del governo, citato dalla CNN.

L'ufficio del primo ministro israeliano, contattato dall'emittente statunitense, ha poi negato (alle 8.45, ora svizzera) l'esistenza di accordi per l'apertura del valico di Rafah tra Gaza e l'Egitto. «Al momento non c'è né un cessate il fuoco né assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza in cambio dell'uscita degli stranieri», ha dichiarato l'ufficio alla CNN intorno alle 9:45 ora locale.

Una squadra umanitaria delle Nazioni Unite sta aspettando sul lato egiziano del valico di Rafah, nella speranza che le venga dato il via libera per consegnare gli aiuti a Gaza. In un aggiornamento della situazione, lunedì, l'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) ha dichiarato di aver inviato «una squadra in avanscoperta in Egitto per prepararsi all'eventuale apertura di un corridoio umanitario per portare forniture di aiuti umanitari nella Striscia».

«Per il quinto giorno consecutivo, Gaza è rimasta senza elettricità, portando sull'orlo del collasso i servizi vitali, compresi quelli sanitari, idrici e igienici, e aggravando l'insicurezza alimentare», ha aggiunto l'UNRWA.

10:06
10:06
Olaf Scholz nei prossimi giorni in Israele

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz sta pianificando una «visita di solidarietà» in Israele secondo «ambienti di governo» citati da due media tedeschi (il quotidiano Bild e l'emittente n-tv) accreditati dal sito del settimanale Der Spiegel sottolineando che «Scholz potrebbe essere sul posto già nei prossimi giorni» e la sua visita seguirebbe quella compiuta venerdì dalla sua ministra degli Esteri, Annalena Baerbock.

Scholz si è «chiaramente schierato dalla parte dello Stato ebraico dopo l'attacco di Hamas», scrive lo Spiegel ricordando che il cancelliere ha dichiarato in Parlamento che c'è «solo un posto per la Germania in questo momento, il posto al fianco di Israele». «Allo stesso tempo ha messo in guardia altri attori come gli Hezbollah libanesi e l'Iran dall'attaccare Israele», aggiunge il sito.

Intanto, l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) nel suo ultimo rapporto sulla situazione a Gaza e in Cisgiordania riferisce che «non ci ci sono abbastanza sacchi per i morti a Gaza». Per il quinto giorno consecutivo, «Gaza è rimasta senza elettricità, portando sull'orlo del collasso i servizi vitali, compresi quelli sanitari, idrici e igienici, e aggravando l'insicurezza alimentare».

L'Onu ricorda che la popolazione di Gaza ha «un accesso fortemente limitato all'acqua potabile». Difficile anche la situazione degli sfollati. L'Unrwa torna a sottolineare che oltre un milione di persone, quasi la metà della popolazione totale di Gaza, sono state sfollate. Tra chi è stato costretto a lasciare la propria casa, «600'000 si trovano nell'area centrale, a Khan Yunis e Rafah», e di questi «quasi 400'000 si trovano in strutture dell'Unrwa». Un numero, spiega l'agenzia, «molto al di sopra della nostra capacità di assistere in modo significativo, anche con spazio nei nostri rifugi, cibo, acqua o supporto psicologico».

L'agenzia afferma che 14 membri dello staff dell'Unrwa sono stati uccisi, ma «il numero è probabilmente più alto», e che ci sono 23 segnalazioni confermate di installazioni colpite da attacchi aerei israeliani.

09:46
09:46
Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 2.750

Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 2.750: lo ha reso noto il ministero della Sanità di Hamas, citato da Haaretz. I feriti sono oltre 9.700, secondo la stessa fonte.

09:46
09:46
La Colombia invierà aiuti umanitari a Gaza

Non si placa la tensione diplomatica tra Colombia e Israele, dopo le dichiarazioni fortemente critiche del presidente Gustavo Petro sulle azioni di Tel Aviv nel conflitto con la Palestina. Il capo dello Stato ha assicurato che il suo Paese invierà aiuti umanitari a Gaza, cercando di ottenere in proposito «l'appoggio egiziano», ed ha sottolineato che «il diritto internazionale vieta l'attacco sistematico ai civili». «Sono vietati i genocidi. Il personale sanitario e ospedaliero deve essere protetto. I requisiti minimi per vivere devono essere protetti», ha affermato Petro sui social.

08:32
08:32
Il valico di Rafah tra l'Egitto e la Striscia di Gaza è stato riaperto

Il valico di Rafah fra Gaza ed Egitto è stato aperto. Lo riferiscono fonti locali secondo cui al suo interno sono adesso in corso i preparativi logistici per introdurre a Gaza aiuti umanitari e per consentire l'uscita di cittadini stranieri e di palestinesi con doppia nazionalità. Nelle ultime ore sul versante egiziano sono stati rimossi gli sbarramenti che ostruivano il valico. La Mezzaluna rossa di Gaza, equivalente locale della Croce Rossa, afferma che gli aiuti includono medicinali, coperte, materassi e scorte di acqua potabile.

In precedenza un funzionario dell'Ambasciata palestinese a Washington, Kamel Khatib, citato dalla NBC, aveva reso noto che gli stranieri e i palestinesi con nazionalità straniera potranno uscire da Gaza attraverso il valico di Rafah con l'Egitto a partire dalle 9.00 di questa mattina ora locale (le 8.00 in Svizzera), quando anche gli aiuti umanitari cominceranno ad arrivare a Gaza.

Secondo media israeliani, il valico resterà aperto per cinque ore. Tuttavia, «non c'è per il momento un cessate il fuoco né l'ingresso a Gaza di aiuti umanitari in cambio della fuoriuscita di cittadini stranieri»: lo ha reso noto l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu commentando notizie diffuse in precedenza circa l'apertura del valico di Rafah.

In seguito agli scontri a fuoco avvenuti negli ultimi giorni il ministero della Difesa israeliano ha pure deciso di evacuare la popolazione che risiede a ridosso del confine con il Libano ad una distanza inferiore a 2 chilometri. Un comunicato del ministero precisa che si tratta in tutto di 28 località fra cui la cittadina di Metulla.

Ieri attacchi giunti dal Libano hanno provocato in quella zona la morte di due israeliani, un militare ed un civile. Sempre ieri le autorità militari hanno vietato l'ingresso in una fascia della profondità di quattro chilometri lungo l'intero confine con il Libano.

Intanto, quattordici membri del personale dell'agenzia umanitaria dell'Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) sono stati uccisi negli attacchi israeliani su Gaza: lo ha detto il capo dell'agenzia, Philippe Lazzarini, durante una conferenza stampa tenuta ieri sera. Lo riporta il Guardian.

Il mondo ha «perso la sua umanità», ha affermato inoltre Lazzarini commentando la situazione nella Striscia, aggiungendo di aver organizzato la conferenza stampa per «lanciare l'allarme», poiché i suoi colleghi a Gaza non possono più fornire assistenza umanitaria nell'enclave.

06:25
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Il punto alle 06.00

Una «enorme palla di fuoco» è stata segnalata a Gaza dopo «molteplici attacchi aerei» da parte dell'esercito israeliano che hanno causato «la morte di diverse persone» nelle ultime ore, secondo quanto riportano i corrispondenti di Al Jazeera.

L'ambasciatore israeliano all'ONU, Gilad Erdan, ha affermato che Israele ha intenzione di rioccupare Gaza dopo la prevista invasione di terra in risposta all'attacco di Hamas. Erdan è intervenuto in seguito alle parole del presidente americano Joe Biden, che in un'intervista al programma tv «60 Minutes» della CBS ha affermato che una tale occupazione sarebbe «un grave errore». «Non abbiamo alcun interesse ad occupare Gaza o a restarci, ma poiché stiamo lottando per la nostra sopravvivenza e l'unico modo - come ha definito lo stesso presidente USA - è annientare Hamas, dovremo fare tutto il necessario per distruggere il loro potenziale», ha detto l'ambasciatore israeliano alla giornalista Kaitlan Collins della CNN.

L'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA) prevede che le riserve di carburante degli ospedali di tutta Gaza dureranno solo «per altre 24 ore». Nel suo ultimo aggiornamento sulla situazione nella Striscia, l'OCHA avverte che «l'arresto dei generatori di riserva metterebbe a rischio la vita di migliaia di pazienti» negli ospedali.

Almeno un palestinese è rimasto ucciso stamattina presto in seguito a un raid militare israeliano nella città di Gerico, nella Cisgiordania occupata. Lo riporta Al Jazeera. L'emittente afferma che nelle ultime ore sono stati segnalati diversi raid israeliani anche a Gerusalemme Est, Nablus, Betlemme ed Hebron. Secondo quanto riferito dalle fonti di Al Jazeera, decine di palestinesi sarebbero stati arrestati durante le operazioni.