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Israele intensifica gli attacchi su Rafah

Feriti a causa dei raid delle ultime ore vengono segnalati anche nel campo profughi di Bureij – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Israele intensifica gli attacchi su Rafah
Red. Online
13.05.2024 06:31
22:18
22:18
Casa Bianca: «È scandaloso ci siano israeliani che bloccano gli aiuti»

Negli ultimi giorni «abbiamo visto difficoltà» nel far arrivare gli aiuti a Gaza. «I valichi devono essere aperti per fare entrare più aiuti. E' uno scandalo che ci siano persone che attaccano i convogli dalla Giordania a Gaza. Questo è totalmente inaccettabile». Lo ha detto il consigiere alla sicurezza nazioanle della Casa Bianca Jake Sullivan.

21:30
21:30
Casa Bianca: «Quello che accade a Gaza non è un genocidio»

«Non riteniamo che quello che sta accadendo a Gaza sia un genocidio». Lo ha detto il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan.

19:38
19:38
«Hamas spiava tutti i palestinesi, anche le vite sentimentali»

Il leader di Hamas Yahya Sinwar ha controllato per anni una forza di polizia segreta a Gaza che sorvegliava i palestinesi, anche nelle loro vite sentimentali, e stilava dossier sui giovani, i giornalisti e coloro che mettevano in dubbio il governo.

Lo riporta il New York Times citando alcuni documenti riservati, secondo i quali la forza di polizia segreta, la General Security Service, si appoggiava ad una serie di informatori che riferivano in merito al vicinato in cui vivevano. I documenti rivelano che, in alcuni casi, la polizia segreta seguiva delle persone per determinare se avessero relazioni extra-coniugali.

19:38
19:38
«Antisemitismo in un evento in Vaticano»

Le affermazioni della Nobel yemenita per la Pace, Tawakkol Karman, a conclusione del Meeting mondiale sulla Fraternità umana svoltosi venerdì e sabato in Vaticano rischiano di creare un vero incidente diplomatico tra Israele e Santa Sede.

L'ambasciata israeliana in Vaticano si è detta ieri sera «indignata e sconvolta» dopo aver appreso che la sera di sabato, nell'evento conclusivo del Meeting nell'atrio della Basilica di San Pietro, «il luogo è stato contaminato da un flagrante discorso antisemita» ed «è stato consentito che si tenesse un discorso di propaganda pieno di menzogne».

La 'pietra dello scandalo' sono le affermazioni della giornalista e attivista politica yemenita Tawakkol Karman - una dei Nobel per la Pace ospiti del Meeting - secondo la quale «la pulizia etnica e il genocidio stanno avendo luogo a Gaza da parte di Israele», mentre «è necessario riportare l'America dalla parte giusta della storia e impedirle di vendere armi a regimi o occupazioni che uccidono donne e bambini. Non dovrebbero stabilire alleanze con dittatori o colpevoli di occupazioni».

Tali dichiarazioni, riportate dal Messaggero, hanno provocato l'indignazione della rappresentanza diplomatica israeliana, che in una durissima nota ha sottolineato che «parlare di pulizia etnica a Gaza mentre Israele permette quotidianamente che grandi quantità di aiuti umani entrino a Gaza è orwelliano. Ci si rammarica, inoltre, che un simile discorso sia stato pronunciato senza che nessuno sentisse il dovere morale di intervenire per fermare questa vergogna. Questo episodio è l'ennesimo segno di quanto l'antisemitismo e il pregiudizio nei confronti degli ebrei siano ancora molto vivi».

Finora le richieste di commenti o reazioni al Vaticano non hanno avuto esito: per il momento si preferisce il silenzio. Ma l'ambasciatore israeliano Raphael Schutz, parlando oggi con l'ANSA, non ha lasciato certo cadere la cosa: «Penso che questo episodio non dovrebbe avere alcuna influenza sulle relazioni bilaterali perché la vergognosa dichiarazione non è stata fatta dal Vaticano o per conto del Vaticano. Tuttavia mi aspetto che il Vaticano faccia uno sforzo per evitare che le sue buone intenzioni e la sua ospitalità vengano abusate da altri, come è accaduto in questo caso. Comprendendo che evitare ermeticamente tali abusi potrebbe essere complicato, mi aspetterei che il Vaticano ne prendesse le distanze in modo forte e chiaro».

Tawakkol Karman, 45 anni, Nobel nel 2011 per la sua azione a favore dei diritti delle donne, chiamata sul palco nell'evento di sabato sera si è lanciata in un appassionato discorso in inglese partendo dal concetto di pace in assenza di oppressione e occupazione.

«Esattamente ciò che sta accadendo in Palestina, dove le donne stanno pagando un prezzo estremamente alto, enorme di fronte al mondo intero. Anche se il mondo ora rimane in silenzio di fronte al genocidio e alla pulizia etnica e a ciò che sta accadendo al popolo palestinese a Gaza».

È stata interrotta da un lungo applauso e poi ha continuato: «Perché le donne a Gaza vengono uccise ogni giorno». Ha quindi ringraziato per il Meeting sulla Fraternità umana, aggiungendo di essersi commossa anche quando il giorno prima aveva sentito, davanti al suo albergo a Roma, un gruppo di universitari manifestare e gridare «Palestina libera».

«Questa, secondo me, è una vittoria per tutti, non solo per il popolo palestinese. Dovete lottare contro i vostri governi», ha aggiunto, «e dire di porre fine alla guerra, di non vendere le armi che uccidono le donne nella mia regione».

19:35
19:35
Hamas: Spari all'ONU colpa di Israele»

Hamas ha incolpato Israele per gli spari ad un veicolo dell'ONU nei pressi del valico di Rafah nel sud della Striscia. Lo riporta Haaretz.

«Israele - ha detto la fazione - ha ucciso due cittadini stranieri (un uomo e una donna) che stavano viaggiando su un veicolo con la bandiera delle Nazioni Unite e segni identificativi. Israele e gli USA portano la responsabilità di mettere in pericolo i team stranieri a Gaza e per i crimini di guerra e i danni intenzionali a loro».

19:34
19:34
Guterres chiede un'indagine sull'attacco al veicolo ONU a Rafah

Il segretario generale ONU, Antonio Guterres, «condanna tutti gli attacchi contro il personale delle Nazioni Unite e chiede un'indagine approfondita» sull'attacco al veicolo dell'organizzazione vicino al valico di Rafah.

La vittima era un membro dello staff del dipartimento di Sicurezza e Protezione dell'ONU (DSS), e anche il ferito è membro dello stesso dipartimento. «Con il conflitto a Gaza che continua a mietere pesanti perdite - si legge in una nota del portavoce - Guterres ribadisce il suo appello urgente per un cessate il fuoco umanitario immediato e per il rilascio di tutti gli ostaggi».

19:28
19:28
L'ONU conferma all'ANSA: «Attaccato un veicolo a Rafah, un morto»

L'ONU ha confermato all'ANSA l'attacco ad un veicolo delle Nazioni Unite vicino al valico di Rafah e che una persona è stata uccisa. Il segretario generale Antonio Guterres, ha spiegato il portavoce del Palazzo di Vetro Farhan Haq, «condanna questo attacco, come tutti gli attacchi contro il personale delle Nazioni Unite».

19:24
19:24
Erdogan: «Più di 1000 membri di Hamas ricoverati in Turchia»

«Più di 1000 membri di Hamas» sono ricoverati in ospedali in Turchia per essere curati. Lo ha annunciato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

17:23
17:23
Al Jazeera: «Un membro dell'OMS e un autista palestinese feriti a Rafah»

Un'indagine preliminare dell'Idf, citata da Haaretz, ha rivelato che una persona è stata uccisa e un'altra gravemente ferita durante una sparatoria contro un veicolo dell'Onu vicino il valico di Rafah. L'Idf, ha aggiunto Haaretz, sta accertando le circostanze del fatto e non è chiaro se a sparare siano stati i soldati israeliani.

16:28
16:28
Al Jazeera: «Un membro dell'Oms e un autista palestinese feriti a Rafah»

Al Jazeera, citando fonti locali di Gaza, ha affermato che un membro del personale straniero dell'Oms e un autista palestinese sono rimasti feriti mentre si trovavano a bordo di un veicolo dell'Unrwa, durante un bombardamento israeliano a Rafah.

Le equipe mediche hanno trasportato i due allo European Hospital di Gaza. Le riprese video ottenute dall'emittente basata in Qatar hanno mostrato un finestrino posteriore destro dell'auto danneggiato da schegge.

15:10
15:10
«Veicolo ONU colpito in una sparatoria»

Fonti palestinesi hanno riferito di un veicolo dell'Onu colpito da una sparatoria vicino il valico di Rafah a sud di Gaza. Lo ha riportato Haaretz aggiungendo che ci sarebbe almeno un ferito.

12:48
12:48
«Esplosioni a Rafah udite fino a 30 km all'interno del Sinai»

Fonti dal lato egiziano del valico di Rafah tra Egitto e Striscia di Gaza fanno sapere che il rumore delle esplosioni degli attacchi israeliani sul lato palestinese è stato molto forte stanotte, tanto da essere udito a fino a circa 30 chilometri di distanza all'interno del Sinai.

«Il suono è stato incessante fino all'alba, si sentiva anche il rumore delle case che crollavano, poi è tornata la calma, mentre i due valichi di Rafah e Kerem Salem restano chiusi al passaggio di aiuti per la popolazione di Gaza e ai feriti in uscita», hanno riferito testimoni diretti e corrispondenti della stampa egiziana.

In mattinata, in una calma irreale dal lato egiziano di Rafah, numerosi camion di aiuti umanitari si sono rimessi in coda davanti al terminal sperando di passare.

Intanto, continuano ad arrivare all'aeroporto egiziano di Al-Arish, nel nord Sinai, carichi di aiuti per la popolazione di Gaza, nonostante la chiusura dei valichi con la Striscia. Lo riferiscono fonti dell'aeroporto.

Questa mattina lo scalo ha ricevuto un aereo appartenente all'aeronautica degli Emirati Arabi Uniti da una base militare nel nord-est di Abu Dhabi, che trasportava diverse tonnellate di aiuti umanitari e forniture di soccorso per sostenere la popolazione di Gaza.

«Nelle ultime ore diversi aerei appartenenti a Paesi della coalizione internazionale hanno tentato di effettuare lanci di aiuti su alcune zone poco accessibili della Striscia di Gaza ma le autorità israeliane hanno rifiutato di concedere a questi aerei il permesso di effettuare i lanci», afferma dal canto suo una fonte aereoportuale egiziana, precisando che «un aereo cargo militare Airbus C295M dell'aeronautica egiziana si trova in una base militare giordana in attesa della necessaria approvazione insieme a diversi altri aerei dei paesi della coalizione internazionale».

L'ultima operazione di lancio di aiuti dagli aerei su Gaza ha avuto luogo il 9 maggio, dicono le fonti.

Intanto, l'esercito israeliano ha fatto sapere che 4 soldati sono stati feriti da due missili anti tank lanciati dal Libano nell'area di Yiftah, nel nord del Paese, dove prima erano risuonate le sirene di allarme. Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che un drone passato da Libano è caduto nell'area di Zarit, sempre nel nord di Israele, ma senza provocare vittime.

In una conversazione telefonica con il segretario di stato Usa Antony Blinken, il ministro della difesa Yoav Gallat ha nel frattempo ribadito «l'impegno di Israele nel continuare ad operare per raggiungere gli obiettivi della guerra: il rilascio dei 132 ostaggi e la distruzione di Hamas». Lo ha fatto sapere l'ufficio di Gallant secondo cui i due hanno «discusso degli sviluppi a Gaza, incluse le operazioni dell'Idf nella Striscia contro il terrorismo e l'azione mirata nell'area di Rafah contro i restanti battaglioni di Hamas e per la sicurezza dei valichi».

Dal canto suo, l'Egitto ha informato gli altri mediatori nei negoziati per Gaza del suo «categorico rifiuto dell'escalation israeliana nella Rafah palestinese» e che ritiene «Israele responsabile del deterioramento della situazione nella Striscia di Gaza» e di «impedire gli aiuti». Lo ha detto una fonte di alto livello all'emittente statale egiziana Al Qahera.

Intanto, oltre al ministro Itamar ben Gvir, anche altri esponenti del governo di Benyamin Netanyahu sono stati brevemente contestati nelle cerimonie per il Giorno dei caduti (Yom HaZikaron) svoltesi oggi in tutta Israele, la prima volta dopo il 7 ottobre. Lo hanno riferito i media secondo cui lo stesso ministro della difesa Yoav Gallant nel cimitero militare di Tel Aviv è stato oggetto di una protesta silenziosa da parte di 3 persone che avevano cartelli, tra cui uno con la scritta «Il loro sangue è sulle vostre mani».

A Gallant - secondo le stesse fonti che citano il video di un attivista sui social - è stato urlato da uno dei presenti di lasciare la cerimonia. A Natanya, al ministro dell'Intelligence Gila Gamliel è stato intimato di andarsene da una donna, poi rimbeccata da un altro presente. Lo stesso è avvenuto al cimitero militare Holon al ministro dell'edilizia Yitzhak Goldknopf a cui è stato gridato durante il suo intervento «Vergogna». Anche il ministro dei trasporti Miri Regev ha avuto la sua contestazione da parte di una donna alla fine del suo discorso.

11:32
11:32
Netanyahu: «O noi, Israele, o loro, i mostri di Hamas»

«O noi, Israele, o loro, i mostri di Hamas». Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu nella cerimonia principale per il Giorno dei caduti (Yom HaZikaron) sul Monte Herzl a Gerusalemme.

La guerra a Gaza - ha aggiunto - «è una scelta tra la libertà e la prosperità contro la disperazione, l'assassinio, la violenza, lo stupro». «Siamo determinati - ha proseguito - a vincere questa battaglia. La nostra Guerra d'indipendenza non è ancora finita. Continua in questi giorni».

Dal canto suo, il governo di Hamas fa sapere che il sistema sanitario a Gaza è «a poche ore dal collasso» per mancanza di carburante.

10:54
10:54
Israele celebra i suoi caduti, cerimonie per «Yom HaZikaron»

Due minuti di sirene hanno fermato Israele per «Yom HaZikaron», il giorno in cui il Paese ricorda i suoi caduti: soldati morti in combattimento e civili uccisi in atti di terrorismo. Le sirene hanno dato il via alle cerimonie pubbliche in tutto il Paese. Sul Monte Herzl a Gerusalemme - dove c'è il sacrario dei caduti - la cerimonia principale ha avuto inizio con il passaggio dei jet da guerra in cielo. Alla manifestazione partecipano sia il capo dello stato Isaac Herzog sia il premier Benyamin Netanyahu.

Secondo i dati diffusi dalle autorità, dallo scorso anno sono stati 1'594, tra soldati e civili, quelli uccisi in combattimento o in atti di terrorismo, ovvero l'anno più luttuoso in cinque decenni. La maggior parte dei caduti di quest'anno è stata a causa della guerra a Gaza e dell'attacco di Hamas.

«Tutti sentiamo che la sicurezza di cui siamo sempre stati orgogliosi non l'abbiamo data al popolo di Israele il 7 ottobre», ha detto il capo dello Shin Bet Ronen Bar in una cerimonia per «Yom HaZikaron», il giorno che ricorda i caduti di Israele. «Tutti siamo consapevoli dell'errore e la sensazione che avremmo potuto impedirlo. E come responsabile delle attività dello Shin Bet lo sento - ha aggiunto - forse più di chiunque altro».

Dal canto suo, il ministro della sicurezza nazionale - e leader di destra radicale - Itamar Ben Gvir è stato contestato alla cerimonia nel cimitero di Ashdod per il Giorno dei caduti. Lo hanno riferito i media secondo cui, al suo arrivo sul posto, qualcuno gli ha gridato: «Criminale, cosa ci fai qui?». In un video diffuso su social si vede un'anziana signora inveire contro il ministro, difeso invece da qualcun altro.

Intanto, secondo notizie di fonte palestinese - citate dai media israeliani - sono in corso ulteriori attacchi da terra - anche con i tank - e dall'aria dell'Idf nella zona di Jabalya a nord di Gaza, dove l'esercito già ieri l'altro ha avviato un'operazione contro Hamas, in particolare verso il campo profughi locale. Le fonti hanno segnalato diversi morti sul campo.

Lo stesso - secondo le stesse fonti - sta avvenendo a Rafah, nel sud della Striscia, dove l'Idf continua ad avanzare nella parte orientale della città, in particolare in altri quartieri della stessa area più vicini al centro dopo aver preso un'importante arteria tra le due zone.

09:40
09:40
L'Iran: «La corsa agli armamenti non è nell'interesse di nessuno»

«La corsa agli armamenti nella regione dell'Asia occidentale non servirà agli interessi di nessuno e gli stati regionali dovrebbero espandere la cooperazione per affrontare i problemi», ha affermato il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian, aggiungendo: «trasformare la nostra regione in un deposito di armi non porta sicurezza in nessun paese o nella regione».

Riferendosi alla crisi di Gaza durante un incontro sul dialogo arabo-iraniano tenutosi domenica sera a Teheran, Amirabdollahian ha sottolineato che l'Iran ha sempre chiesto di tenere un referendum tra i residenti originari della Palestina, compresi cristiani, ebrei e musulmani, come soluzione politica alla crisi palestinese.

«La pace e la stabilità complete saranno ottenute solo dopo l'eliminazione dell'occupazione del regime sionista e il disarmo delle armi nucleari del regime», ha aggiunto, citato dalla TV statale.

Nel frattempo, sono in corso colloqui e consultazioni per migliorare le relazioni tra Teheran e Il Cairo, ha sottolineato Amirabdollahian aggiungendo: «sulla base dell'accordo raggiunto tra i presidenti di Iran ed Egitto, i due Paesi hanno fatto passi congiunti e continueremo su questa strada giusta».

L'Iran attribuisce importanza al dialogo regionale e all'espansione della cooperazione, della convergenza e della comprensione tra gli stati regionali per garantire la sicurezza nella regione«, ha aggiunto in un post sul suo account X. Le relazioni normalizzate tra Iran e Arabia Saudita testimoniano una maggiore cooperazione nella regione, ha proseguito, aggiungendo: »anche l'Iran e il Bahrein stanno lavorando per adottare misure per riportare i legami alla normalità«.

09:34
09:34
Insulti sui social tra Netanyahu e il leader colombiano Petro

Scambio di insulti, sui social, tra il presidente colombiano, Gustavo Petro, e il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Quest'ultimo ha detto che il suo Paese non avrebbe preso «lezioni da un antisemita che sostiene Hamas», dopo che Petro, pochi giorni fa, aveva chiesto alla Corte penale internazionale dell'Aja di emettere un ordine d'arresto nei confronti di Netanyahu.

«Signor Netanyahu, passerai alla storia come un genocida», ha risposto a sua volta il leader progressista colombiano, smentendo di appoggiare Hamas in quanto «sostenitore della democrazia repubblicana, plebea e laica».

«Sganciare bombe su migliaia di bambini, donne e anziani innocenti non fa di te un eroe. Ti poni al fianco di coloro che hanno ucciso milioni di ebrei in Europa. Un genocida è un genocida, non importa se ha una religione o no. Cerca almeno di fermare il massacro», ha postato Petro.

06:33
06:33
Scontro tra Tel Aviv e Ankara

Scontro tra Tel Aviv e Ankara. In un post sul suo account X, il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha definito ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan un «tiranno incitatore bugiardo». In serata il Ministero degli Esteri turco ha risposto in un comunicato affermando che «alcuni politici israeliani prendono di mira Erdogan nel modo più insolente e senza fondamento» a causa del fatto che il presidente turco «resta incrollabile nella sua condanna degli imperdonabili crimini commessi da Israele contro il popolo palestinese».

«La Turchia continua a lavorare instancabilmente per fermare il massacro commesso» dallo Stato ebraico «intraprendendo azioni decisive per isolare Israele a livello internazionale», si legge nella nota di Ankara. «Le politiche genocide del governo fondamentalista israeliano rappresentano una minaccia sia per i palestinesi che per gli israeliani - viene aggiunto. La Turchia continuerà a far luce sulle politiche razziste e ingiuste che Israele mette in atto contro il popolo palestinese. Difenderà la giusta causa dei palestinesi finché non avranno un proprio Stato nel proprio Paese».

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu «con i suoi metodi genocidi ha raggiunto un livello tale da fare ingelosire Hitler», aveva dichiarato Erdogan in un'intervista al quotidiano greco Kathimerini. Il presidente turco ha lodato poi gli sforzi di Hamas verso un accordo di pace duraturo criticando allo stesso tempo Israele per gli attacchi contro i civili a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Nella Striscia sono stati uccisi più civili che terroristi, ha affermato ieri il segretario di Stato americano Antony Blinken.

06:32
06:32
Il punto alle 06.00

L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che una persona è morta e altre tre sono rimaste ferite in un bombardamento israeliano che ha colpito ieri sera la parte meridionale di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Feriti a causa dei raid delle ultime ore vengono segnalati anche nel campo profughi di Bureij, nel centro dell'enclave palestinese. Il bilancio delle vittime dal 7 ottobre è di almeno 35.034 morti e 78.755 feriti, secondo i dati del ministero della Sanità locale gestito da Hamas.

Aerei da combattimento israeliani hanno colpito nelle ultime ore due postazioni di lancio di razzi di Hezbollah a Halta e Kafarhamam, nel Libano meridionale. Lo riferisce l'esercito, scrive The Times of Israel. Altri due siti sono stati colpiti nella zona di Kherbe, aggiunge l'IDF. Gli attacchi sono stati effettuati dopo che Hezbollah ha lanciato diversi razzi, missili e droni nel nord di Israele.

Un alto funzionario egiziano ha detto all'Associated Press che Il Cairo ha presentato proteste a Israele, agli Stati Uniti e ai governi europei, affermando che l'operazione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, mette ad alto rischio il suo trattato di pace con Israele, considerato pietra angolare della stabilità regionale.