Israele, Swiss effettuerà un volo di rimpatrio
La situazione in Israele, evidentemente, ha avuto e sta avendo ripercussioni anche in termini di traffico aereo. A maggior ragione dopo che, ieri, il gruppo radicale islamista Hamas ha affermato di aver lanciato missili verso l'aeroporto internazionale di Tel Aviv-Ben Gurion. Molte compagnie aeree, in primis quelle americane – Delta, United, American – ma anche quelle europee come Lufthansa, Air France-KLM e Wizz Air, oltre a Swiss, hanno sospeso i voli da e per il Paese ebraico. Altri vettori, invece, in queste ore stanno cambiando gli orari dei voli o, ancora, valutando se sospendere pure loro le operazioni.
Tanto l'Agenzia statunitense che sovrintende l'aviazione civile in America, la Federal Aviation Administration, quanto l'Agenzia dell'Unione Europea per la sicurezza aerea, l'EASA, hanno ribadito alle compagnie che tuttora operano nella regione di tenersi pronte. E, soprattutto, di rispondere positivamente a qualsiasi ordine delle autorità israeliane. Detto questo, lo scalo israeliano sta vivendo ore concitate. E questo perché tante persone, fra cui moltissimi turisti, stanno cercando di accaparrarsi un posto sui pochi voli rimasti. Continua a operare El Al, la compagnia di bandiera israeliana. Il vettore, si legge in una nota pubblicata sul sito ufficiale, «opera in conformità alle istruzioni delle forze di sicurezza israeliana». Di nuovo: «I nostri voli sono operati come da programma». Con una differenza: «Tutti partiranno solo dal Terminal 3». Che, evidentemente, dà maggiori garanzie.
I voli di rimpatrio
Alcuni Paesi, come la Polonia, nel frattempo hanno organizzato un rimpatrio per i propri cittadini. I tre aerei militari mandati a Tel Aviv sono atterrati stamane a Varsavia. «Le prime persone evacuate da Israele sono già in Polonia» ha scritto su X il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak. Il primo Boeing militare ha trasportato 120 persone rimaste bloccate a Ben Gurion. Lo hanno seguito altri due aerei militari, con a bordo oltre 120 persone. Anche LOT, il vettore polacco, ha sospeso tutte le operazioni da e per Israele fino a nuovo avviso.
Anche Swiss, domani, in collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) domani effettuerà un volo speciale da Zurigo verso Tel Aviv e ritorno. Così facendo, i cittadini svizzeri che lo desiderano potranno lasciare Israele. Il volo LX7354, nel dettaglio, decollerà da Zurigo alle 12.15 e atterrerà a Tel Aviv alle 17.20 ora locale. Il volo di ritorno con numero LX7355 decollerà invece alle 18.15 per atterrare a Zurigo alle 21.35. Per questo volo di evacuazione verrà adoperato un Airbus A321 da 219 posti. Il volo, leggiamo, potrà essere prenotato solo tramite un call center di Swiss.
La questione delle altre rotte
Le difficoltà delle compagnie aeree sono legate, al momento, anche al prezzo del carburante, in aumento dopo l'attacco di Hamas. Non solo, c'è la possibilità – concreta – di dover evitare tout court lo spazio aereo israeliano. Il che, va da sé, allungherebbe e non poco le rotte verso altre destinazioni nella regione, come ad esempio la Giordania. Una particolarità, questa, già sperimentata dopo la chiusura dei cieli di Russia, Ucraina e, anni addietro, Siria. Con tanto di soluzioni creative, nel caso dei voli dall'Europa verso l'Estremo Oriente, come Finnair che sfrutta il passaggio sul Polo Nord.
Da noi contattata, tramite la sua portavoce Meike Fuhlrott Swiss ha chiarito che «attualmente» il vettore elvetico «non utilizza lo spazio aereo sopra Israele per i suoi voli di linea». Indipendentemente dal conflitto in corso, tuttavia, «le nostre rotte di volo nella regione ci portano leggermente più a nord dell'Iraq. Non ci sono quindi conseguenze in termini di allungamento dei tempi di volo o di aumento dei costi del carburante» per quanto riguarda Swiss.