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Italia: il rave diventa un reato

È arrivata oggi la stretta sui raduni illegali, proprio nel giorno dello sgombero dell'evento di Modena, che ha richiamato migliaia di giovani
© KEYSTONE (EPA/ELISABETTA BARACCHI)
Ats
31.10.2022 20:12

In Italia organizzare e partecipare ai rave party diventa un reato specifico, il 434-bis del Codice penale. Punibile con pene fino a sei anni di reclusione.

Nel primo Consiglio dei ministri operativo del nuovo governo di centrodestra è arrivata oggi la stretta sui raduni illegali, proprio nel giorno dello sgombero - senza scontri e prima del clou in programma nella notte di Halloween - dell'evento di Modena, che ha richiamato migliaia di giovani.

Niente dolcetto, dunque, piuttosto un pesante scherzetto agli amanti delle maratone danzanti - e spesso 'chimiche' - di massa in terreni incustoditi e capannoni in disuso.

«Confidiamo nell'effetto deterrenza della sanzione accessoria della confisca obbligatoria dei mezzi che vengono usati per organizzare questi eventi», ha spiegato in conferenza stampa il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. C'è infatti ora il rischio di vedersi sottrarre camion, furgoni e costosi sound system.

Il titolare del Viminale respinge poi al mittente le critiche del leader M5S, Giuseppe Conte e del Pd, per il mancato intervento, invece, sul raduno fascista di ieri a Predappio, paese natale di Mussolini. «Sono cose - secondo il ministro - completamente diverse. Predappio è una manifestazione che si svolge da tanti anni, sul rave party c'era la denuncia del proprietario».

Già la precedente ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, aveva messo al lavoro i suoi uffici per definire una norma che mettesse l'Italia al passo con altri Paesi europei nel contrasto ai rave. Con il nuovo Governo c'è stata un'accelerazione, determinata anche dalle polemiche per Modena.

La misura è arrivata così subito sul tavolo del Consiglio dei ministri presieduto da Giorgia Meloni. Piantedosi ha ringraziato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ex magistrato ed il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per il contributo alla stesura del provvedimento.

Il 434-bis istituisce dunque una nuova fattispecie di reato: «Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica». Chiunque organizza o promuove l' «invasione» - commessa da più di 50 persone - è punito con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da 1.000 a 10.000 euro.

La pena fino a sei anni consente di disporre le intercettazioni per prevenire i rave, che vengono quasi sempre organizzati con un passaparola in chat e social 'coperti'.

Secondo Piantedosi il decreto rispetta i requisiti di necessità ed urgenza «per il fatto, drammaticamente confermato nella giornata di ieri, che probabilmente l'assenza di una normativa efficace nel nostro Paese, a differenza dei Paesi limitrofi, ci rendeva vulnerabili come, ahimè, la cronaca degli ultimi anni testimonia».

Modena: stop al rave

A Modena vince la mediazione e lo sgombero del capannone occupato dall'affollatissimo rave party di Halloween avviene senza l'utilizzo della forza e in maniera pacifica.

Circa 2.000 partecipanti alla festa 'Witchtek 2K22', nel capannone in disuso di via Marino hanno iniziato a liberare l'area dopo l'intervento delle forze dell'ordine, lunedì intorno alle 10.30. Una soluzione preceduta da una trattativa tra polizia, carabinieri e alcuni esponenti dei 'ravers', dialogo iniziato poco dopo l'alba con centinaia di agenti e decine di blindati che si schieravano lungo la via, man mano che il cielo schiariva e la musica techno continuava a risuonare a tutto volume dai locali.

Preannunciato e chiesto dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, l'intervento si è svolto una volta fatto giorno con solo qualche tensione iniziale, quando il personale in tenuta antisommossa si è avvicinato all'edificio, senza tuttavia fare irruzione.

I partecipanti inizialmente si sono asserragliati alle entrate del capannone e qualcuno ha usato delle bombolette spray contro dei cronisti. Per mantenere la calma, un funzionario di polizia, si è rivolto ai ragazzi con un altoparlante: «Non abbiate paura, state tranquilli, non siamo qui per voi e non entreremo. Ma dobbiamo dirvi che siete in pericolo perché l'edificio è pericolante e sotto sequestro, quindi dovete andarvene».

Un messaggio che è servito a stemperare l'atmosfera, come dimostra anche uno scambio ripreso dalle telecamere tra un altro funzionario di polizia e alcuni ragazzi. «Ma lei c'è mai stato a un rave?», chiede un raver. «Da giovane, ma non bevevo», la risposta. E poi: «Questo posto non è tanto sicuro». «Nessuno qui vuole lo scontro, non abbiamo alzato le mani e siamo pacifici», dice Chiara, 40enne di origini abruzzesi, che ha poi mostrato le scorte di arrosticini portate per il party.

«Veniamo qui solo per fare festa, non diamo fastidio a nessuno. Siamo per la libertà, l'autogestione e la non discriminazione», spiega invece un altro ragazzo con disegnato in volto un unicorno. «Dicono che il problema siamo noi che occupiamo degli edifici in disuso, ma questi edifici sono in disuso da anni, così come lo sono tanti appartamenti sfitti mentre la gente non trova dove andare a vivere».

«Questo sgombero lo viviamo con serenità e senza violenza, ma pensiamo che sia strumentale», ha insistito un altro giovanissimo. Sul tema della droga, Chiara è stata decisa: «Qui la droga c'è, è vero - ha ammesso - ma credete che ci sia solo qui? E che chi si droga qui non lo faccia anche a casa sua? Il problema è come vengono trattati i tossicodipendenti in Italia, non esiste un vero supporto, non si aiuta davvero la gente».

Interrogati sull'orientamento politico, diversi hanno risposto che «molti qui sono anarchici». «Non siamo contro il governo, anche se non ci piace la strada repressiva che si sta prendendo» e hanno citato come esempio negativo gli episodi della Sapienza di Roma, dove la polizia è intervenuta con la forza sugli studenti.

Con il passare delle ore l'edificio si è svuotato e il rave, che doveva durare fino a domani, interrotto. Dall'inizio delle operazioni di sgombero, sono state identificate complessivamente 1.383 persone e controllati 337 veicoli. Prima di andarsene, molti si sono fermati per ripulire la zona per quanto possibile: decine di sacchetti della spazzatura ammassati sulle colonne, mentre fuori e dentro, con la musica ormai a basso volume che fuoriusciva da qualche camper parcheggiato, ci si riposava, si smontavano le tende e ci si rifocillava prima di partire.