Stati Uniti

Kamala Harris ha la nomination in tasca

Con il voto virtuale di oltre 300 delegati del suo Stato, la California, la vicepresidente ha un impegno verbale di un numero sufficiente di delegati – Sbarcata a Wilmington, il colpo a Donald Trump: «So che tipo di persona è, conosco truffatori e predatori sessuali»
© KEYSTONE (Erin Schaff/The New York Times via AP)
Red. Online
23.07.2024 08:29

Con il voto virtuale di oltre 300 delegati del suo Stato, la California, Kamala Harris ha un impegno verbale di un numero sufficiente di delegati per ottenere la nomination dem alla Casa Bianca. Lo riportano Politico e la CNN. Secondo la TV, ora la vicepresidente può contare su oltre i 1.976 delegati, il quorum per essere candidati alla presidenza, grazie all'ondata di endorsement ottenuti nella notte da varie delegazioni statali.

La vicepresidente USA ha detto di essere «orgogliosa» di aver ricevuto il numero sufficiente di delegati democratici per ottenere la nomination alla Casa Bianca. «Non vedo l'ora di accettare formalmente la nomination», ha aggiunto in una nota, precisando di essere «orgogliosa di essermi assicurata l'ampio sostegno necessario per diventare il candidato del nostro partito».

I delegati alla convention democratica (19-22 agosto) potrebbero iniziare a votare virtualmente sui candidati alla presidenza e alla vicepresidenza già la prossima settimana, secondo una bozza di piano diffusa dal comitato nazionale del partito, che dovrebbe essere presentata mercoledì dalla commissione regolamento della kermesse. In tal caso, Kamala Harris potrebbe scegliere il suo running mate entro la metà della prossima settimana. L'iter della nomination, a seconda del numero di candidati che si qualificano, sarà completato tra l' 1 e il 7 agosto, per rispettare la scadenza per comparire nelle schede elettorali in Ohio. Il comitato nazionale del partito (Dnc) ha stabilito tre requisiti per la nomination, che sarà anticipata appunto con una roll call virtuale: un candidato deve presentare una dichiarazione formale di candidatura al Dnc, soddisfare i requisiti legali e di partito per essere presidente e ottenere almeno 300 firme di delegati (ma da una delegazione statale non ne possono arrivare più di 50). Ai candidati interessati sarà fornito un elenco per contattare i delegati.

Sono oltre 30 mila, secondo la CNN, i volontari che hanno firmato per aiutare la campagna presidenziale di Kamala Harris dopo il ritiro di Joe Biden. In 24 ore, dopo il ritiro di Joe Biden dalla corsa per la Casa Bianca, sono stati raccolti 81 milioni di dollari per la campagna della vicepresidente. Lo indica il team della stessa campagna elettorale. L'importo si riferisce solo alle donazioni effettuate da piccoli donatori, si legge nel comunicato stampa del team della vicepresidente, sottolineando che si tratta della «più grande raccolta fondi da parte di un candidato in 24 ore nella storia delle presidenziali».

Harris attacca subito Trump

Sbarcata a Wilmington al quartier generale della campagna Biden che ora porta il suo nome e lavora per lei, Kamala Harris sferra un attacco durissimo al tycoon nel suo primo evento elettorale: «So che tipo di persona è Donald Trump, ne ho conosciuti quando facevo la procuratrice in California e ho messo sotto inchiesta truffatori e predatori sessuali».

«So che la campagna ha fatto l'effetto delle montagna russe ma abbiamo ancora 106 giorni e vinceremo, voglio meritarmi la nomination e battere Donald Trump, quando combattiamo vinciamo», ha esordito Harris dopo essere stata accolta con una standing ovation dallo staff e dai vertici della campagna, Jen O'Malley Dillon e Julie Chavez, che ha subito riconfermato in una linea di piena continuità. 

Un evento al quale il commander in chief, in isolamento nella sua residenza al mare per il COVID, ha voluto essere presente in video collegamento, rilanciando l'endorsement alla sua vice: «Non sarò nel ticket ma sarò pienamente impegnato nella campagna e farò qualunque cosa Kamala Harris voglia o necessiti. Abbiamo preso la decisione giusta, lei è la migliore». Joe Biden tornerà oggi alla Casa Bianca, per la prima volta dopo l'annuncio del suo ritiro dalle presidenziali.

Dopo il colpo basso a The Donald, la vicepresidente ha osservato che la campagna non è solo contro Trump ma tra due visioni diverse dell'America. «In questa elezione, ognuno di noi affronta una domanda: in quale tipo di Paese vogliamo vivere? In un Paese di libertà, passione e rispetto della legge, o in un Paese di caos, paura e odio?», ha detto. Quindi ha promesso di mettere al centro della sua campagna i diritti riproduttivi, a partire dall'aborto, e la stretta sulle armi, con controlli universali sugli acquirenti, leggi red flag (contro le persone ritenute pericolose) e il bando delle armi d'assalto.