Klyushin estradato verso gli Stati Uniti
L’uomo d’affari russo Vladislav Klyushin è stato estradato oggi negli Stati Uniti, dove sarà perseguito per insider trading su vasta scala. Negli scorsi giorni il Tribunale federale (TF) aveva comunicato la sua decisione di non entrata in materia su un suo ricorso contro l’estradizione, mentre il Tribunale penale federale (TPF) aveva respinto un ricorso analogo.
Agenti della polizia americana hanno preso in custodia Klyushin a Zurigo e lo hanno accompagnato sul volo per gli Stati Uniti, ha indicato stasera l’Ufficio federale di giustizia (UFG). Negli USA l’uomo è accusato di insider trading per decine di milioni insieme a diversi complici.
Klyushin, un uomo d’affari russo con stretti legami con il Cremlino, era stato arrestato su richiesta degli USA il 21 marzo scorso mentre si trovava a Sion (VS).
Il cittadino russo è uno stretto collaboratore di Alexei Gromov, alto funzionario dell’amministrazione presidenziale russa responsabile del controllo dei media. L’uomo d’affari, che secondo i media russi gestisce diverse aziende, è il proprietario del gruppo M13, specializzato nello sviluppo di banche dati e risorse informatiche. Questo gruppo ha elaborato il sistema «Katyusha» per il monitoraggio dei media e dei social network, che è stato ufficialmente utilizzato dal 2016 dall’amministrazione presidenziale russa, così come da diversi altri ministeri russi.
Il 7 aprile, la Svizzera ha ricevuto una domanda d’estradizione dalla Russia, che l’Ufficio federale di giustizia (UFG) ha annunciato qualche mese dopo di aver respinto, poiché i fatti descritti da Mosca non sono punibili in Svizzera.
Il 19 aprile l’ambasciata degli Stati Uniti a Berna ha chiesto formalmente l’estradizione di Klyushin sulla base di un trattato bilaterale tra la Svizzera e USA. Il russo, con diversi complici, è accusato di sfruttamento di informazioni confidenziali che avrebbero reso decine di milioni di dollari.
L’estradizione è poi stata ordinata il 24 giugno. Klyushin ha quindi fatto ricorso al TPF sostenendo di essere perseguito per «motivi politici», sperando in tal modo di beneficiare del fatto che la Svizzera non concede l’estradizione per reati politici. Ma la corte federale di Bellinzona - in una sentenza del 16 novembre pubblicata giovedì - ha comunicato di non avere dubbi sull’ «indipendenza della giustizia americana» e ha respinto la sua obiezione.
Dal canto loro i giudici del TF non hanno tenuto conto delle argomentazioni di Klyushin e non sono entrati in materia. A loro modo di vedere non vi è alcun dubbio oggettivo riguardante l’indipendenza della giustizia americana: se le corti statunitensi dovessero condannare il russo per motivi non menzionati nella richiesta di estradizione, violerebbero la presunzione di innocenza garantita dal Patto delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici. Ma secondo il TF, non ci sono prove che gli Stati Uniti intendano deviare dai loro impegni internazionali.