Domande e risposte

La Brexit è realtà: ecco cosa cambia

Da oggi la Gran Bretagna è fuori dall’Unione Europea dopo 47 anni di appartenenza – Tante le modifiche, anche dal punto di vista pratico, per viaggiatori e studenti – Per gli stranieri in cerca di lavoro sarà più difficile accedere al Paese
Londra avvolta dal tradizionale cielo grigio. La Brexit sarà un bene o un male? © AP/Matt Dunham
Nicol Degli Innocenti
Nicol Degli Innocenti
01.01.2021 16:24

Oggi è stato il primo giorno non solo del nuovo anno ma anche di una nuova era per la Gran Bretagna, che ha lasciato l’Unione Europea dopo 47 anni di appartenenza. La Brexit si è definitivamente concretizzata. L’uscita di Londra dalla UE però comporta grandi cambiamenti nella vita dei cittadini e delle imprese. Vediamo dunque quali sono i più significativi.

Cosa cambia per chi viaggia?

La Gran Bretagna ha insistito per la fine della libertà di circolazione delle persone, quindi viaggiare sarà diverso. Non servirà un visto per una vacanza o un breve soggiorno, ma non si potrà restare per più di tre mesi di seguito fino a un totale di 180 giorni. Fino al primo ottobre 2021 si potrà viaggiare sia con la carta d’identità che con un passaporto valido per sei mesi, ma dopo quella data sarà necessario un passaporto biometrico. Al confine i cittadini britannici non potranno più usare le corsie agevolate riservate agli europei ma dovranno fare la fila con i turisti internazionali e mostrare il biglietto di ritorno.

Viaggiare sarà comunque più costoso. Si potrà utilizzare la patente di guida, ma sarà necessario portarsi dietro i documenti dell’assicurazione. La tessera sanitaria europea non sarà più valida, quindi servirà un’assicurazione di viaggio con copertura sanitaria privata. Anche usare il cellulare potrebbe essere più dispendioso: il roaming – finora gratuito – non sarà più garantito, anche se per ora i provider europei non hanno aumentato i costi per l’utilizzo di dati all’estero. Il passaporto europeo per gli animali domestici non è più valido e per viaggiare servirà un nuovo certificato rilasciato da un veterinario. In compenso torna il duty-free: si potranno comprare 42 litri di birra, 18 litri di vino, 4 litri di superalcolici e 200 sigarette senza pagare l’IVA. Londra ha invece messo fine al regime tax-free per accessori di lusso, abbigliamento e prodotti elettronici.

Cosa cambia per chi lavora?

Con la Brexit finisce il diritto automatico dei cittadini europei di trasferirsi e lavorare in Gran Bretagna e viceversa. Il trattato di recesso tutela chi si è già trasferito sull’isola da tempo, che può dunque richedere la residenza temporanea o permanente e mantiene tutti i diritti come l’accesso al servizio sanitario pubblico. Non sarà invece più possibile trasferirsi per cercare lavoro, come in passato hanno fatto tanti ragazzi per imparare la lingua e fare un’esperienza di vita diversa e stimolante.

La Gran Bretagna ha introdotto un sistema di immigrazione a punti uguale per tutti gli stranieri, europei o meno, per bloccare l’ingresso a immigrati senza qualifiche. Per avere i punti necessari bisognerà dimostrare di avere una buona conoscenza dell’inglese e avere un’offerta in tasca da un datore di lavoro riconosciuto con uno stipendio minimo di 25.600 euro. Oltre al costo del visto, che arriva a costare 1.400 sterline, bisognerà pagare un contributo obbligatorio di 624 sterline all’anno per il servizio sanitario nazionale. Sarà più difficile trovare lavoro anche perché è finito anche il riconoscimento automatico delle qualifiche professionali. Insomma, per chi parte da zero ma è in cerca di fortuna, trovare una sistemazione in Gran Bretagna sarà molto più complicato.

Cosa cambia per chi studia?

Con la Brexit finiscono anche le agevolazioni per gli studenti europei, che dovranno pagare rette internazionali come tutti gli altri studenti stranieri. Per un corso di laurea presso un’università britannica, la retta attuale di 9.150 sterline all’anno come minimo raddoppierà e in molti casi, a seconda del tipo di corso, diventerà il triplo. Non sarà neanche più possibile fare un periodo di studio o uno stage in Gran Bretagna utilizzando Erasmus, perchè il Governo britannico ha deciso di uscire dal programma di scambio europeo. Un’uscita che ha creato non pochi malumori e preoccupazioni nel mondo universitario.

Cosa cambia per chi esporta?

L’accordo commerciale raggiunto in extremis alla vigilia di Natale ha evitato un’uscita senza intesa che avrebbe paralizzato gli scambi e creato il caos ai confini. Non ci saranno quindi tariffe e quote sulle merci, ma chi fa import/export dovrà comunque affrontare molte barriere non tariffarie e oneri burocratici. Saranno necessarie dichiarazioni doganali, licenze speciali, formalità e certificazioni, test di conformità e controlli che causeranno inevitabili ritardi al confine in entrambe le direzioni. La Gran Bretagna, per facilitare la transizione, ha deciso unilateralmente di non fare controlli alle merci in arrivo dall’Europa per sei mesi, ma l’ UE non ha contraccambiato: i controlli per le merci che attraversano la Manica sono infatti iniziati oggi.

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