La bufala sulla cittadinanza di Barack Obama è tornata
Nel 2008 negli Stati Uniti è nata una teoria cospirativa infondata secondo cui Barack Obama non sarebbe nato negli USA e quindi non sarebbe potuto essere eletto presidente. Oltre a diffondersi online, questa teoria, che prende il nome di «birtherism», nel corso del tempo è stata utilizzata da svariati esponenti del partito repubblicano, tra cui l’ex presidente Donald Trump, per attaccare Obama.
Dopo 15 anni questa notizia falsa è tornata a circolare ampiamente sui social, ma in una nuova veste. Vediamo insieme di cosa si tratta.
La nascita di questa teoria del complotto
Obama (il cui nome completo è Barack Hussein Obama II) è nato il 4 agosto 1961 a Honolulu, nelle Hawaii, negli Stati Uniti. Secondo i birthers (coloro cioè che sostengono la teoria in questione), l’ex presidente sarebbe invece nato in Kenya (il Paese di suo padre, l’omonimo Barack Hussein Obama). Per questo motivo non sarebbe potuto essere eletto presidente degli Stati Uniti in quanto la Costituzione americana richiede che per ricoprire questa carica bisogna avere almeno 35 anni di età, essere residente nel Paese da almeno 14 anni ed essere nato negli Stati Uniti d’America.
In un lungo articolo pubblicato nel 2011 la testata online statunitense Politico aveva ricostruito la nascita di questa teoria del complotto. In base a questa analisi, si scopre che la notizia infondata nei confronti di Obama sarebbe nata inizialmente non negli ambienti repubblicani, ma in quelli democratici. All’origine di tutto ci sarebbe una email anonima fatta circolare nell’aprile del 2008 durante la sfida per le primarie democratiche, da parte di alcuni sostenitori di Hillary Clinton (non dalla campagna ufficiale della candidata), in cui veniva messa in dubbio la cittadinanza dello sfidante Barack Obama.
Via via questa tesi si è diffusa sempre più, alimentata anche da precedenti notizie false sul fatto che Obama fosse in realtà di religione musulmana, per poi esplodere paradossalmente, si legge ancora su Politico, quando il team di Obama ha cercato di smentirla, pubblicando il certificato di nascita del futuro presidente degli Stati Uniti. Il documento è stato subito ritenuto falso infatti da diverse parti.
Ad agosto 2008 il sito di fact-checking FactCheck.org ha però potuto esaminare la copia fisica del certificato di nascita, concludendo che si trattava di un documento reale e non modificato. Anche lo stesso Stato delle Hawaii ha più volte confermato l'autenticità del certificato di nascita di Obama. Nonostante queste prove basate su documenti ufficiali, la falsa teoria contro Obama non ha smesso di circolare. Fino al 2016, ad esempio, Donald Trump ha ripetutamente rilanciato questa teoria del complotto.
La nuova versione del «birtherism»
In questi giorni questa notizia infondata e ormai smentita si è rianimata, tornando a circolare in una nuova versione.
Sui social è stata così diffusa la foto di un passaporto, pubblicata su Twitter da Malik Obama, fratellastro di Obama (da parte di padre), in cui compare la scritta «Mr Barack Hussein Obama» e nelle sezioni su luogo e data di nascita dell’intestatario del documento si legge «Alego, provincia di Nyanza» (in Kenya), «18.6.1934».
Questo documento è stato rilanciato sui social con commenti come: «Il fratellastro di Barack Obama, Malik, ha pubblicato presunte foto del passaporto keniota di Barack, suggerendo che, avendo la doppia cittadinanza, non fosse idoneo a candidarsi alla presidenza».
In realtà, le immagini non mostrano il passaporto dell’ex presidente degli Stati Uniti, ma quello di suo padre omonimo. La data e il luogo di nascita infatti non corrispondono a quella dell’ex presidente degli Stati Uniti. Contattato poi da vari sitidi fact-checking internazionali, Malik Obama ha confermato che le foto pubblicate su Twitter mostrano il passaporto di suo padre.