La canicola non concede tregua e aumentano i ricoveri in ospedale
L’allerta canicola di grado 4 ha le ore contate, ma l’ondata di caldo intenso ci accompagnerà ancora per tutta la settimana. Da quest’oggi, spiega Cecilia Moretti di MeteoSvizzera, «le temperature massime dovrebbero abbassarsi, seppure di poco. L’allerta dovrebbe passare quindi dal grado 4 al 3, ma la situazione canicolare dovrebbe comunque perdurare fino a venerdì». Le massime, nei prossimi giorni, «dovrebbero mantenersi sui 31-32 gradi. Le minime, invece, tra i 19 e i 22 gradi, mentre il tasso di umidità sarà tra il 30 e il 50%». Dopo il fine settimana, invece, dovremmo tornare a respirare. «Ci attendono alcuni rovesci e in generale un’aria più fresca. Con l’inizio della prossima settimana, le temperature massime torneranno al di sotto i 30 gradi».
Numeri in crescita del 10-15%
L’intensa fase canicolare ha nel frattempo portato a un aumento dei ricoveri ospedalieri. All’Ente ospedaliero cantonale (EOC) gli ingressi, rispetto a un normale periodo estivo, sono aumentati del 10-15%, racconta la dottoressa Roberta Petrino, primario e responsabile della medicina d’urgenza all’EOC. «Soprattutto nell’ultimo fine settimana in tutti i nostri Pronto soccorso sono stati visitati 800 pazienti, 160 dei quali sono stati ricoverati. Non tutti gli accessi sono riconducibili alla canicola, ma si tratta comunque di un numero molto elevato». A preoccupare sono soprattutto le persone più anziane. «Vediamo tante persone anziane con patologie respiratorie, con infezioni o con gastroenteriti. Ma anche pazienti con patologie mentali che vivono uno scompenso. In effetti, sono stati numerosi anche i ricoveri in clinica psichiatrica, cinque solo nella giornata di domenica». Al contrario, rispetto a quanto accadeva negli anni passati, sembrano in diminuzione i ricoveri delle persone più giovani, colpite dai classici colpi di calore. «La comunicazione dell’allerta canicola da parte delle autorità è stata capillare», dice la dottoressa Petrino. «Forse anche per questo motivo, rispetto alle precedenti ondate di caldo, abbiamo avuto meno pazienti giovani, persone che magari vanno a correre nelle ore più calde o che adottano un comportamento a rischio. Invece, per gli anziani, il problema forse è da ricondurre all’assenza per vacanza del medico di famiglia o del parente caregiver».
Anche alla Clinica Moncucco sono aumentate le visite in Pronto soccorso. «Oltre alla canicola, però, si sommano una serie di fattori, tra cui la chiusura di molti studi medici per il periodo di vacanza», dice il dottor Pietro Greco, responsabile del Pronto soccorso. La maggioranza dei pazienti, anche in questo caso, è rappresentata dagli anziani. «Sono le categorie più fragili, in particolar modo gli anziani che vivono soli, a risentire maggiormente del caldo. Pazienti cardiopatici, con patologie respiratorie, renali o epatiche, che conducono la loro vita come farebbero negli altri mesi dell’anno. Solo che, con l’afa e le alte temperature, avrebbero invece bisogno di adeguare la terapia, oppure di ricevere maggiore assistenza e sorveglianza. Banalmente, necessiterebbero di qualcuno che si occupi di dire loro di bere di più o di stare al fresco nelle ore più calde». Non a caso, racconta il medico, «abbiamo diversi pazienti che sono svenuti e, essendo a casa da soli, sono rimasti lì per ore, salvo poi essere accompagnati in ospedale solo il mattino successivo, quando è arrivata l’assistenza». In alcuni casi, prosegue, è sufficiente reidratare il paziente prima di rimandarlo a casa. «In altri, invece, la degenza è più lunga». In generale, ripetono i medici, i consigli a cui attenersi sono i soliti: bere molta acqua e mangiare cibi freschi e leggeri; rinfrescare le abitazioni oscurando le finestre durante il giorno e arieggiando durante la notte; stare in casa o in zone fresche e, se possibile, in ambienti climatizzati nelle ore di maggiore caldo.
«Aggressività e intolleranza»
Di fronte a un aumento degli accessi al PS, ricorda inoltre la dottoressa Petrino, anche il personale curante si trova a essere sotto pressione, complici anche le vacanze tra chi lavora in corsia. «Riusciamo a gestire tutto, anche se con un po’ di fatica. L’aumento delle attese, in Pronto soccorso, ha però provocato un aumento degli episodi di aggressività e di intolleranza da parte dei pazienti». In caso non ci si senta bene, «il nostro consiglio è di non aspettare e di chiedere aiuto subito. In ospedale siamo a disposizione per tutti. Chiediamo solo di avere un po’ di pazienza».