La Carità regala un convitto al personale e agli studenti

Il personale impiegato all’Ospedale La Carità ed i giovani in formazione nella struttura sanitaria locarnese avranno presto degli alloggi moderni nei quali ritemprarsi tra un turno di lavoro e l’altro, restando sempre reperibili in caso di urgenza. L’Ente ospedaliero cantonale (EOC) , attraverso il proprio Fondo di Previdenza per il personale, è infatti intenzionato a realizzare un convitto con 25 camere dove fino a poco tempo fa sorgeva la proprietà Mazzoni, nella zona delle Cinque Vie. «Da anni abbiamo in affitto diversi appartamenti in Città Vecchia per quei nostri collaboratori che, risiedendo lontano, per ragioni di reperibilità necessitano di una sistemazione temporanea nelle immediate vicinanze dall’ospedale», spiega il direttore della Carità Luca Merlini. Appartamenti magari un po’ vecchiotti e nei quali il personale dell’ospedale e gli studenti in medicina o nelle altre professioni sanitarie devono condividere la stanza da letto e, in alcuni casi, anche i bagni. «Era giunto il tempo - prosegue Merlini - di metter loro a disposizione degli alloggi moderni e confortevoli. Il convitto offrirà in pratica 25 monolocali, ognuno dotato del proprio bagno. Oltre che un passo dovuto nei confronti del nostro personale, si tratta anche di un servizio importante per un ospedale che punta molto sulla formazione. E che confidiamo possa avere anche delle ricadute positive in termini di attrattiva della nostra struttura. Mi spiego: se un candidato medico proveniente da Oltregottardo si troverà bene nella nuova soluzione abitativa che potremmo offrirgli con il convitto, magari al termine della formazione deciderà di trasferirsi alla Carità per svolgere la sua professione». Se son rose fioriranno, intanto l’intenzione è di poter dare avvio all’edificazione del convitto prima dell’estate o, al più tardi, il prossimo mese di settembre. Se la tabella di marcia sarà rispettata, la struttura potrà essere inaugurata nell’estate del 2024.
Una palazzina di cinque piani
Con un investimento stimato in 4 milioni di franchi, il progetto curato dall’architetto Raffaele Cammarata di Locarno prevede l’edificazione di una palazzina sul terreno situato tra via Rinaldo Simen e l’ospedale. A causa della conformazione del sedime, si legge nella relazione tecnica allegata alla domanda di costruzione in pubblicazione fino al prossimo 11 marzo, l’edificio si svilupperà in lunghezza sull’asse nord-sud con un base rettangolare di circa 5,5 per 32 metri. Nel rispetto dell’altezza massima di 15 metri prevista per quella zona, la palazzina sarà di cinque piani. In ognuno di questi, pianterreno incluso, saranno realizzate cinque camere per un totale di venticinque. Un atrio vetrato sul lato est, quindi protetto dalla strada, accoglierà i fruitori del convitto e li accompagnerà verso la zona delle camere costituita da un corridoio sul lato ovest che protegge fonicamente gli alloggi distribuiti sul lato opposto della palazzina. Le camere saranno disposte simmetricamente con i servizi rivolti verso il corridoio. La facciata verso la strada avrà lo scopo di proteggere le camere dal rumore del traffico. Grazie agli elementi architettonici denominati marcapiani ed alle vetrate ad altezza piano, l’edificio avrà una dimensione abitativa ed un aspetto che richiamerà il complesso ospedaliero di cui farà parte, dialogando con il tessuto residenziale circostante. Sull’altro lato della palazzina, la facciata inizierà nella parte a sud con una sequenza di quattro grandi vetrate sovrapposte in corrispondenza dell’ingresso, degli spazi comuni e dei tre balconi che offriranno degli spazi esterni a vari piani, l’ultimo dei quali di doppia altezza. La facciata proseguirà con un’alternanza di fasce verticali piene e fasce bucate dalle finestre delle camere.

Facciate fotovoltaiche
Per dare seguito all’esigenza palesata dall’EOC di realizzare un edificio ecologico, la scelta del progettista prevede l’utilizzo sulle facciate di un rivestimento in pannelli fotovoltaici. Per evitare di conferire un aspetto tecnologico alle facciate, la proposta è quella di una finitura superficiale più strutturata rispetto ai classici pannelli, con un vetro rigato color terra che reagisce al sole nelle varie ore della giornata dando l’idea di una facciata minerale più consona al contesto nel quale sorgerà il convitto. E a proposito di energie rinnovabili, annotiamo che in questo periodo sui tetti dell’ospedale La Carità si stanno posando i pannelli solari per la produzione di elettricità.