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La Corte di Parigi convalida il mandato d'arresto contro Assad

Il presidente siriano è accusato di complicità in crimini contro l'umanità per i mortali attacchi chimici dell'agosto 2013 attribuiti al suo regime
© SANA via AP
Ats
26.06.2024 16:16

La Corte d'appello di Parigi ha convalidato il mandato d'arresto emesso dai giudici inquirenti contro il presidente siriano Bashar al-Assad, accusato di complicità in crimini contro l'umanità per i mortali attacchi chimici dell'agosto 2013 attribuiti al suo regime. Lo ha appreso l'Afp dagli avvocati delle vittime e dalle ong.

«È convalidato», hanno detto alla stampa diversi avvocati della parte civile al termine delle deliberazioni svoltesi a porte chiuse. La corte ha così respinto la richiesta della procura nazionale antiterrorismo (Pnat), che chiedeva la cancellazione del mandato sulla base dell'immunità personale dei presidenti in carica.

Nei prossimi giorni la Procura antiterrorismo potrebbe presentare ricorso davanti alla Corte di Cassazione, la massima corte del sistema giudiziario francese. Dal 2021, i giudici inquirenti dell'unità Crimini contro l'umanità di Parigi indagano sulla catena di comando che ha portato agli attacchi perpetrati nella notte tra il 4 e il 5 agosto ad Adra e Douma (450 feriti) e il 21 agosto 2013 nella Ghouta orientale, dove più di mille persone, secondo l'intelligence americana, sono state uccise dal gas Sarin.

Le indagini hanno portato all'emissione di quattro mandati di arresto a metà novembre per la presunta pianificazione di questi attacchi, indirizzati contro Bashar al-Assad, suo fratello Maher, leader de facto della Quarta Divisione - un'unità d'élite dell'esercito siriano - nonché due generali, Ghassan Abbas e Bassam al-Hassan. Le indagini, affidate all'Ufficio centrale per la lotta contro i crimini contro l'umanità e i crimini d'odio (Oclch), si basano, tra l'altro, su foto, video o mappe, presentate in particolare dalle parti civili, e sulle testimonianze dei sopravvissuti e disertori dei reggimenti militari.