La Democrazia, l’Islam e la Turchia

Nel 1923 a Losanna con un patto internazionale è stata fondata la Repubblica Turca. Grande parte del mondo la chiama Turchia moderna. Infatti la Turchia é una paese nato dalle ceneri dell’Impero Ottomano. Gli Ottomani avendo perso la forza, i valori, l’egemonia e il potere sono scomparsi. Diventò un paese mussulmano moderno instaurando la Repubblica, un sistema elettorale, un regime laico, le donne hanno avuto il diritto di voto, vi sono state riforme di costumi e di cultura e così via. Tutte le leggi sono state copiate dall’Europa. Non fu quindi una rivoluzione borghese ad imporre questi cambiamenti. D’altra parte la stessa Turchia sin dall’inizio ha negato la lingua, la cultura e i diritti fondamentali del popolo curdo attualmente composto da venti milioni di persone e più di dieci etnie. Ha proibito la religione Alevita che rappresenta una filosofia progressista, moderna, difende la parità, molto umana. Ha messo nella costituzione un articolo laico ma ha creato un Dipartimento per gli affari di religione. Praticamente ha creato una paese che prevede un unico stato, un’unica lingua, un’unica cultura, un’unica bandiera, un’unica religione. Tutto il resto dovrebbe essere assimilato. Non ha mai riconosciuto l’opposizione per risolvere i problemi del paese. Per questi motivi la Turchia non ha mai conosciuto la pace, la democrazia, la modernità e lo sviluppo culturale. Perché il Paese è stata fondato riconoscendo solo il popolo, la cultura, la religione sunnita e la lingua turca. Il fondatore della Repubblica Kemal Ataturk e i suoi colleghi «kemalisti» subito dopo aver preso il potere hanno cominciato a massacrare le opposizioni e gli altri popoli che reclamavano i loro diritti. Ancor prima della nascita dellla Repubblica, nel 1921, astennero dei massacri di Aleviti, curdi e comunisti. In seguito e fino ai nostri giorni i massacri, le vittime, la guerra, la tortura, le assimilazioni forzate non sono mai mancate. I kemalisti hanno una linea e una strategia ultra nazionalista, sciovinista e opportunista. In Turchia esistono tre versioni di «kemalisti». I kemalisti bianchi, laici, non hanno però mai lottato per difendere davvero lo stato laico. I kemelisti verdi, religiosi non hanno mai difeso le religioni in modo appropriato. I kemalisti rossi, quelli che si considerano comunisti non hanno mai difeso il comunismo come si deve. Tutte queste tre versioni del «kemalismo» sono contro il popolo curdo, la religione Alevita, contro tutte le etnie e negano loro ogni riconoscimento. Nel mondo mussulmano non vi è stata né una rivoluzione borghese né una socialista. La maggior parte dei Paesi islamici vivevano e vivono ancora con la tradizione e le regole vecchie delle religioni di 1400 anni fa. La religione mussulmana non si è aggiornata né riformata. Alcuni paesi musulmani come la Turchia tentano di andare in avanti con alcune timide riforme. Ma non riescono a trovare un sistema per risolvere i problemi fondamentali dell’epoca. Nel 21.esimo secolo proibire una lingua, una cultura, una credenza o negare un popolo e etnia non é assolutamente etico, e appare ai più ingiusto e deprecabile. Per cercare soluzioni a questi problemi si deve andare verso una maggior democrazia che deve permettere il libero pensiero e il rispetto per tutti i popoli, le etnie, le culture, le credenze religiose, le lingue, i ceti popolari, i sessi e per tutta la classe operaia che suda sul posto di lavoro. Il modello di modernità e democrazia capitalistica in questi paesi musulmani non riesce trovare una soluzione per i problemi attuali. Chi vive ancora sotto regimi vecchi, teocratici e monarchici sta ancora peggio. In questa epoca con la scienza e tecnologia di oggi avere un modo di vita e cultura di migliaia anni fa non è normale. Due concezioni così diverse tra loro non possono andare d’accordo. Per questi Paesi sarebbero necessarie delle rivoluzioni epocali moderne o comunque delle ardite riforme in profondità