La disinformazione sulla mammografia in Svizzera

A novembre è iniziata a circolare sui social media la notizia secondo cui la mammografia, un esame per diagnosticare il tumore alla mammella, sarebbe dannosa perché il seno verrebbe premuto con troppa forza, stimolando così una presunta crescita del tumore. Addirittura, questo esame diagnostico sarebbe stato vietato in Svizzera, primo Paese a fare una scelta simile. Ma si tratta di informazioni false.
La falsa pericolosità
Per eseguire al meglio la mammografia il tessuto mammario deve rimanere fermo così che possa essere visualizzato in maniera chiara. Il seno, dunque, viene compresso con una pressione che va dai 10 ai 16 chilopascal (kPA). Aleksandar Ivković, radiologo del centro diagnostico Neo-Mac di Niš, in Serbia, ha spiegato ad Agence France-Press che questa pressione, anche se può causare dolore per qualche secondo ad alcune donne, è sicura e non comporta conseguenze negative per la salute. Lo screening ha lo scopo di scoprire possibili tumori al seno il prima possibile.
La mammografia in Svizzera
Attualmente questo esame diagnostico in Svizzera è coperto dall’assicurazione sanitaria e il ministro della Salute raccomanda alle donne tra i 40 e i 59 anni di eseguirlo ogni anno, mentre per le donne tra i 60 e i 75 anni l’esame andrebbe fatto ogni due anni.
Nel 2013, però, la Commissione medica svizzera (SMB), che analizzava i trattamenti medici in termini di rapporto costi-benefici e che ora non esiste più, aveva raccomandato di non eseguire uno screening sistematico del cancro al seno. Queste valutazioni però non erano state ben accolte né dagli esperti, che l’avevano ampiamente criticata, e nemmeno dal ministero della Salute, che non aveva accolto la raccomandazione.