Domande e risposte

La «droga degli zombie» mette in guardia anche il Ticino

Il Fentanyl, un potente oppioide sintetico usato in medicina per alleviare il dolore, ogni anno causa migliaia di vittime negli Stati Uniti - «In Svizzera abbiamo regole molto più rigide per la vendita, ma occorre monitorare il fenomeno»
©Tayfun Coskun
Martina Salvini
31.05.2024 06:00

Lo chiamano «la droga degli zombie», perché trasforma chi ne fa uso in un «morto vivente». Il Fentanyl, nato come farmaco per il trattamento del dolore cronico, è oggi anche una pericolosissima droga, capace di mietere oltre 100 mila morti all’anno negli Stati Uniti. Ma perché fa così paura? In Ticino è già scattato l’allarme per la sua diffusione? Cerchiamo di capirlo insieme al farmacista cantonale Giovan Maria Zanini e al commissario capo della Sezione antidroga della Polizia cantonale Paolo Lopa.

Tracce di Fentanyl sono state trovate nelle acque reflue di Lugano, San Gallo e Coira. Questo che cosa significa?

Il fatto che siano state rinvenute tracce di Fentanyl nelle acque di scarico non è indicativo di un suo utilizzo come stupefacente, chiarisce il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini. «Si tratta infatti di un farmaco antidolorifico che viene abbondantemente usato da anni anche in Ticino per alleviare i dolori in caso di operazioni chirurgiche o di terapie oncologiche». È scontato, quindi, che venga trovato nelle acque reflue. «Parliamo di un farmaco che viene assunto da diverse centinaia di persone nel nostro cantone, in maniera del tutto legale e dietro prescrizione medica. Non sono comunque preoccupato che i farmaci del mercato legale possano finire ad alimentare il settore dell’abuso». E questo, dice, «per una serie di ragioni, tra cui i controlli e la tipologia dei prodotti sul mercato, che rendono la situazione svizzera molto diversa da quella statunitense».

Che differenze ci sono tra la nostra situazione e quella degli Stati Uniti?

In primis, differisce il prodotto. «I farmaci sul nostro mercato si prestano poco a essere trasformati in prodotti da mercato nero», dice Zanini. Detto altrimenti, in Svizzera il Fentanyl è venduto come cerotto da applicare sulla pelle. Di conseguenza, il processo di trasformazione del prodotto per poterlo iniettare come droga è piuttosto laborioso. «Al contrario, negli USA vengono vendute anche compresse di Fentanyl, molto più semplici da sciogliere e da iniettare in vena. Questo è uno dei motivi per cui il Fentanyl fa così paura negli Stati Uniti: è molto più semplice da utilizzare come droga». Inoltre, è una questione di regolamentazione. Essendo un prodotto soggetto alla Legge sugli stupefacenti, il Fentanyl in Svizzera sottostà a una serie di controlli molto rigidi per la sua commercializzazione in farmacia. In particolare, spiega Zanini, «negli USA i controlli sono meno severi e i medici sono maggiormente propensi a prescrivere questo tipo di farmaci. Qui invece le ricette devono avere precise caratteristiche e arrivano poi a me per un controllo. In più, il fornitore deve inserire il quantitativo di prodotto fornito alle farmacie in una banca dati centralizzata a livello nazionale e gestita da Swissmedic». Tutto, insomma, viene tracciato in maniera meticolosa. «Questo, insieme al fatto che ci sono regole severe sul quantitativo di farmaco prescrivibile, rende complicato poter dirottare il prodotto sui mercati illegali».

In Ticino esiste un problema legato al consumo di Fentanyl?

No, secondo quanto riferisce la Polizia cantonale. «Non abbiamo attualmente riscontri che ci inducano a ipotizzarne un abuso», spiega il commissario capo della Sezione antidroga Paolo Lopa. Al momento, inoltre, «non abbiamo registrato un aumento del suo consumo, né abbiamo avuto riscontri di un consumo in ambito di tossicodipendenza». L’ultima indagine legata al Fentanyl, dice Lopa, risale ad alcuni anni fa. «Anche in quel caso non abbiamo però avuto segnali riferiti a una diffusione dello spaccio e del suo consumo illegale. Tuttavia, come per altri tipi di sostanze, anche in questo caso teniamo sempre attentamente monitorata la situazione, mantenendo al contempo puntuali e regolari contatti con le associazioni che si occupano di dipendenze sul territorio cantonale».

Ci sono segnali per cui la situazione potrebbe cambiare?

Sì, il farmacista cantonale Zanini sostiene la necessità di «rimanere vigili, soprattutto perché la decisione dei talebani di mettere al bando le coltivazioni di papaveri, da cui si ricava l’oppio di eroina, potrebbe rendere via via più interessante il Fentanyl». I trafficanti, infatti, vista la possibile carenza di eroina sul mercato, potrebbero cercare alternative da smerciare sul mercato europeo. «E i primi effetti potrebbero vedersi già quest’anno o al più tardi nel 2025». In questo contesto, il Fentanyl si presta a essere un’opzione sostitutiva molto interessante, dice Zanini: «Si produce molto facilmente nelle fabbriche clandestine, causa i medesimi effetti dell’eroina, ma è molto più potente».

Ma perché questa sostanza è così pericolosa?

«La pericolosità di un consumo illegale è data dalla potenza di questa sostanza, molto maggiore anche in piccolissime dosi rispetto all’eroina e alla morfina», dice Lopa. Secondo la Drug Enforcement Administration (DEA), l’agenzia federale antidroga statunitense, il Fentanyl è «100 volte più potente della morfina e 50 volte più potente dell’eroina». Di conseguenza, per ottenere gli stessi effetti di sballo dell’eroina è sufficiente un quantitativo molto inferiore. «L’eroina - spiega in effetti il farmacista cantonale - si pesa in milligrammi, il Fentanyl in microgrammi, cioè millesimi di milligrammo. Questo implica un rischio di overdose elevatissimo, proprio per la difficoltà di dosaggio». Da qui, l’emergenza registrata negli ultimi anni negli Stati Uniti, dove secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) nel 2023 sono morte per overdose oltre 107 mila persone, il 70% delle quali a causa del Fentanyl e di altri oppioidi sintetici.

«Arriverà anche qui, è una certezza»

«La probabilità che il Fentanyl arrivi fin qui? Direi che, piuttosto, è una certezza». Non ha dubbi, Alberto Moriggia, direttore sanitario di Ingrado, il centro di competenza specializzato nelle problematiche di dipendenze: il potente oppioide rappresenta già un sorvegliato speciale. «È assolutamente un tema anche da noi, anche se al momento in Svizzera non rappresenta un problema. Non abbiamo, insomma, pazienti che si presentano da noi con problemi legati all’abuso di questa sostanza e non osserviamo neppure un’epidemia di morti, come invece è avvenuto in altri Paesi». Detto ciò, secondo il medico «un abuso di Fentanyl, inteso come farmaco, c’è sempre stato». Persone, dice cioè Moriggia, che hanno sviluppano una dipendenza dall’antidolorifico e che quindi ne abusano. I numeri, tuttavia, si mantengono piuttosto stabili. «Per contro, non è ancora arrivata alla nostra attenzione un problema di commercio illegale della sostanza, altrimenti ce ne saremmo accorti». Quando prende piede, infatti, gli effetti del Fentanyl si palesano abbastanza in fretta. «Soprattutto per via delle morti per overdose, molto comuni, vista la difficoltà nel calcolare correttamente la dose da assumere». Un allarme, allora, si giustifica? «Sì, perché esattamente come è arrivato in molti altri Paesi a noi vicini, soprattutto in Germania, sono convinto che il Fentanyl presto ci riguarderà da vicino», risponde Moriggia. Lo smercio di eroina, prosegue il medico, pare essersi ridotto del 95% negli ultimi tempi, proprio per via della repressione talebana. «Chi fa uso di oppioidi, quindi, dovrà virare su altre sostanze. Non a caso, abbiamo osservato un forte aumento del consumo di cocaina». Che fare, dunque? «I cambiamenti del consumo dipendono dal mercato, da ciò che viene spacciato. E noi non possiamo fare molto, se non rimanere vigili». Secondo il direttore sanitario di Ingrado, però, potrebbe essere utile implementare anche in Ticino alcuni strumenti già diffusi nel resto della Svizzera, come il drug-checking. In pratica, si permette ai consumatori di droga di portare in appositi centri i campioni di sostanze stupefacenti per farli analizzare, conoscerne la reale composizione, in modo da poter decidere consapevolmente se consumare droga e quali accorgimenti prendere. «Da un lato, questo permetterebbe di mettere in sicurezza il consumatore e al contempo di raccogliere dati sulle sostanze in circolazione».