La (falsa) storia del ritiro dal mercato russo del farmaco contro i tumori pediatrici di Roche
Nei primi giorni di settembre è iniziata a circolare sui social network la notizia secondo cui la multinazionale farmaceutica svizzera Roche avrebbe ritirato dal mercato russo il farmaco antitumorale MabThera, privando così i bambini malati di tumore delle cure necessarie. La notizia, però, è falsa.
La decisione di Roche
Il 16 agosto 2023 il ministero della Salute russo ha cancellato la registrazione dell’approvazione di uno dei formati di MabThera commercializzati da Roche, ovvero la dose di 1600 milligrammi di rituximab (il principio attivo antitumorale) per la somministrazione sottocutanea in pazienti adulti con leucemia linfocitica cronica. Questa decisione, come spiegato nell’atto del ministero, è avvenuta a seguito della richiesta da parte di Roche Russia, che ha preso la decisione a causa della mancanza di domanda di quel formato del farmaco. Nikolaj Bespalov, direttore dello sviluppo di RNC Pharma, azienda che fornisce informazioni sul mercato farmaceutico in Russia, ha spiegato infatti alla testata russa RTVI che la concorrenza in Russia è molto alta, e Roche non occupa una quota di mercato significativa per quel prodotto. Dal momento che ci sono aziende farmaceutiche che offrono farmaci della stessa qualità, ma a un prezzo più competitivo, per Bespalov non ha senso che Roche continui a lavorare nel mercato russo.
Le conseguenze per i pazienti
La decisione di Roche, però, non avrà effetti negativi sui pazienti adulti malati di leucemia linfocitica cronica, né sui bambini – come sosteneva il contenuto di cui ci stiamo occupando. Come dichiarato dalla stessa azienda, infatti, il farmaco per cui è stata ritirata l’approvazione, infatti, non era stato mai importato sul territorio russo. Inoltre, Roche ha precisato che continuerà comunque a fornire il farmaco MabThera in altri dosaggi – ovvero 1400 milligrammi – e modalità di somministrazione, cioè per via endovenosa. Infine, Roche non è l’unica azienda a produrre quel farmaco, dunque i pazienti potranno comunque essere trattati con biosimilari rituximab, ovvero medicinali con la stessa qualità, efficacia e sicurezza dei farmaci biologici di riferimento e non soggetti a copertura brevettuale.