Washington

La Fed come da copione, i tassi rimangono fermi

La banca centrale americana, come atteso dai mercati, mantiene il livello a 5,25%, ossia ai massimi da 22 anni – Il presidente Jerome Powell ribadisce che l'obiettivo rimane un'inflazione al 2% – «Siamo sorpresi dalla resilienza dell'economia statunitense»
© JIM LO SCALZO
Roberto Giannetti
01.11.2023 22:00

Le incertezze economiche e geopolitiche sono troppe, il quadro sul quale la Federal Reserve americana è ancora fosco, e quindi l’istituto centrale statunitense decide, per il secondo mese consecutivo, di lasciare i tassi di interesse invariati ai massimi da 22 anni. Così, il costo del denaro resta fermo in una forchetta fra il 5,25% e il 5,50%.

Mossa prevista

Gli analisti prevedevano questa mossa, visto che la crescita del PIL statunitense ha accelerato nel terzo trimestre, attestandosi al +4,9% su base annua rispetto al +4,5% previsto e al +2,1% nel secondo trimestre. Tuttavia, questa crescita è stata essenzialmente guidata dai consumi (+4% contro +0,8% nel 2° trimestre), grazie alla dinamica che ha visto le famiglie attingere ai propri risparmi. La decisione del Federal Open Market Committee è stata unanime. Non sono esclusi però nuovi rialzi: la riunione chiave sarà quella del 13 dicembre. L’istituto continuerà a monitorare i dati economici ed è pronta ad aggiustare la propria politica monetaria «se appropriato» a fronte di rischi che potrebbero impedire il raggiungimento del target di inflazione del 2%, afferma la banca centrale parlando di un’economia «forte» nel terzo trimestre. La novità più interessante riguarda l’andamento dei rendimenti, il cui rialzo aveva spinto Jerome Powell a dire che forse l’ultimo rialzo di quest’anno, atteso per dicembre, era ormai inutile perché, per così dire, i mercati stavano già “svolgendo il lavoro” della Fed. L’ultimo taglio dei tassi di interesse USA risale a marzo 2020, in piena pandemia, quando erano stati portati allo 0-0,25%. In seguito, a causa della ripresa economica e dell’aumento dell’inflazione, la Fed aveva proceduto con undici rialzi, alcuni anche da mezzo punto percentuale. L’inflazione resta elevata e «restiamo attenti ai rischi», afferma la banca centrale americana al termine delle due giorni di riunione. 

«No» a un taglio dei tassi

Nella consueta conferenza stampa che segue la pubblicazione del comunicato stampa, il presidente della Fed Jerome Powell ha spiegato che «non stiamo pensando o parlando di taglio dei tassi. La domanda che ci poniamo è se dovremmo alzare di più», sottolineando che le tensioni geopolitiche restano elevate e che la Fed «monitora le implicazioni economiche. È pieno di rischi». Ribadendo che senza stabilità dei prezzi l’economia non funziona, Powell ha quindi ricordato che l’istituto è concentrato sul suo doppio mandato, quello della massima occupazione e della stabilità dei prezzi. A chi gli chiedeva se i membri del Comitato della banca avessero inserito nuovamente la recessione fra gli scenari preparati per la riunione, Powell ha risposto che l’economia americana si mostra resiliente in modo sorprendente, ed è cresciuta ben oltre le attese.

Borse in rialzo

Le Borse europee oggi hanno chiuso in rialzo in attesa della Fed. Parigi registra un +0,68% con il Cac 40 a 6.932.63 punti. Francoforte segna un +0,76% con il Dax a 14.923.27 punti. Londra archivia la giornata con un +0,28% e il Ftse 100 a 7.342.43 punti mentre Milano chiude in rialzo dello 0,88% con il Ftse Mib a 27.985.44 punti. A Zurigo l’indice SMI è salita dell’1,08% a 10.503,89 punti. Anche Wall Street ha terminato in territorio positivo, con il Dow Jones che ha guadagnato lo 0,67% a 33.274,58 punti, il Nasdaq in rialzo dell’1,64% a 13.061,47 punti e lo S&P 500 che è avanzato dell’1,05% a 4237,86 punti. Secondo alcuni analisti, la Federal Reserve dovrebbe aver completato il ciclo di rialzi dei tassi. Naturalmente, aggiunge, non si può escludere la possibilità di un ulteriore rialzo a fine anno, che i mercati stimano con una probabilità del 30%.