Lo studio

La gravidanza difficile potrebbe avere un impatto sul cuore

I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 2 milioni di donne svedesi che hanno partorito tra il 1973 e il 2015 – A 10 anni dal parto, chi aveva avuto problemi di ipertensione in gravidanza aveva un rischio doppio di incorrere in cardiopatie ischemiche
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Ats
02.02.2023 00:01

Le donne che hanno avuto una gravidanza complicata dovrebbero prestare particolarmente cura alla salute del cuore nel corso della vita: potrebbero essere infatti predisposte a un maggior rischio di sviluppare malattie cardiache. È l'indicazione che emerge da uno studio condotto da ricercatori della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York pubblicato sul British Medical Journal.

I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 2 milioni di donne svedesi che hanno partorito tra il 1973 e il 2015 e che non avevano problemi cardiaci al momento del parto. Il team ha valutato il decorso della gravidanza e la salute cardiovascolare della mamma negli anni successivi, fino al 2018, scoprendo che le donne che avevano avuto problemi in gravidanza avevano un maggior rischio di soffrire di problemi cardiaci.

In particolare, a dieci anni dal parto, chi aveva avuto problemi di ipertensione in gravidanza aveva un rischio doppio di incorrere in cardiopatie ischemiche; il rischio era di 1,7 volte per chi ha avuto un parto prematuro, 1,5 più alto per chi aveva sofferto di gestosi, 1,3 volte per chi aveva avuto diabete gestazionale, 1,1 volte per chi aveva avuto un neonato piccolo per età gestazionale.

Secondo i ricercatori, l'aumento del rischio cardiovascolare potrebbe essere spiegato dal fatto che le complicazioni in gravidanza e le malattie cardiache potrebbero derivare da problemi comuni, come un'eccessiva infiammazione o anomalie dei vasi sanguigni. In ogni caso, concludono, «le donne con esiti avversi della gravidanza dovrebbero essere prese in considerazione per una valutazione preventiva precoce e interventi di riduzione del rischio a lungo termine per aiutare a prevenire lo sviluppo di cardiopatia ischemica».