La Grecia e le bustarelle ai medici

ATENE - Quasi quattro greci su 10, per loro ammissione, tengono ancora in auge nel loro Paese il deprecabile fenomeno delle bustarelle ("fakellakia" in greco) nel settore della sanità pubblica continuando a pagare sottobanco i medici per ottenere un trattamento preferenziale per i ricoveri o per gli interventi chirurgici. È quanto emerso da una ricerca condotta dall'Università Aristotele di Salonicco e da quella del Pireo su un campione di 300 pazienti ricoverati lo scorso anno per cure in un ospedale pubblico.Il 39% degli intervistati ha ammesso di aver pagato il medico curante allo scopo di essere ricoverato più velocemente, o per ridurre il periodo di attesa per le cure o perché è stato proprio il dottore a chiedere una mazzetta per i suoi servizi. L'indagine ha anche rivelato che solo il 3% dei medici ha rifiutato di accettare il denaro offertogli e che il 13% degli intervistati ha rifiutato di pagare quando il medico lo ha richiesto. Ma le prove di pratiche alquanto dubbie sono emerse anche da una ricerca condotta sulla sanità privata secondo cui solo l'8% degli intervistati ha ammesso di aver ottenuto una ricevuta fiscale per una visita in uno studio medico privato senza doverla richiedere espressamente. Al contrario, il 32% degli intervistati ha detto di aver chiesto al medico di non rilasciare la ricevuta per ottenere uno sconto mentre il 35% ha detto di non aver nemmeno pensato a chiedere la ricevuta. Sulla base dei dati di queste ricerche, si ritiene che il fenomeno delle bustarelle nel settore della sanità costi allo stato greco una media di 150 milioni di euro l'anno in mancate entrate fiscali.