La lotta contro gli alieni di Avatar: Frontiers of Pandora

Bassi, veloci e infidi. Deboli e vigliacchi, combattono usando i loro mezzi volanti metallici e delle armature robotiche: i terrestri hanno devastato il loro mondo e ora hanno invaso la verde Pandora, e vogliono spremerla come un frutto per estrarre ogni ricchezza.
Impedirlo toccherà a voi: un giovanissimo Na’vi, ovvero un indigeno di Pandora, che è stato rapito da piccolo e educato dagli umani a parlare, vestire, combattere come uno di loro. Poi qualcosa è andato storto, e i terrestri hanno iniziato a far fuori i loro indigeni prigionieri. Per fortuna, una dottoressa vi ha salvato, nascondendovi in una capsula criogenica.
La pubblicazione di Avatar: Frontiers of Pandora è stata più volte rimandata. Originariamente, sarebbe dovuto uscire insieme al secondo Avatar al cinema, circa un anno fa. Come avrete intuito, condivide con i film di James Cameron l’ambientazione, anche se le vicende sono distinte da quelle viste al cinema. Il pianeta è sempre quello, e gli umani gli stessi spietati invasori visti nel primo Avatar, ma le vicende del videogioco si svolgono in regioni remote – appunto, le frontiere del lussureggiante mondo alieno.
Il vostro alter ego sarà un Na’vi addestrato dagli umani, e questo espediente narrativo spiega come mai all’inizio del gioco dovrete apprendere le abilità degli indigeni: il protagonista del gioco deve scoprire tutto su Pandora insieme al giocatore. La più importante abilità è una sorta di «intuizione» che permette ai Na’vi di «sentire» gli esseri viventi e sapere sempre dove andare: tradotto in termini di gameplay, attivando l’istinto dei Na’vi (con un tasto del joypad) vedrete l’obiettivo verso cui dovete andare come una macchia luminosa, e al tempo stesso percepirete la presenza di ogni essere vivente, dalla fauna agli umani. Non solo: nelle prime ore di gioco scoprirete come muovervi con la grazia di un indigeno tra la folta vegetazione del pianeta, correndo su piante e lanciandovi in salti altissimi che sono necessari per attraversare valli, dirupi e fiumi. Scoprirete come seguire le tracce e la scia olfattiva degli animali per cacciarli: su Pandora è importantissimo saper trovare pelli, carni e frutti perché, se volete recuperare le forze, dovrete cibarvi.
E la salute sarà sempre a rischio, considerando che gli umani sono un po’ ovunque e dovrete affrontarli, almeno all’inizio, con arco e frecce. Certo, sono abbastanza deboli, ma le loro mitragliatrici e gli esoscheletri meccanici li rendono dei nemici sempre impegnativi.
La vostra missione sarà quella di entrare in contatto con le tribù Na’vi della frontiera e convincerle a unirsi alla lotta contro gli invasori. Naturalmente, dovrete superare la loro diffidenza – d’altra parte, siete stati allevati dagli invasori – e aiutarli a risolvere problemi come distruggere basi terreste o recuperare cacciatori dispersi aiuterà a conquistare la loro fiducia.
Se avete giocato un qualsiasi FarCry, vi troverete a casa: Ubisoft ha duplicato abilmente l’impalcatura del franchise di sparatutto ambientandola su Pandora. Come nei FarCry, sarete liberi di esplorare liberamente il mondo di Pandora, scegliendo dove andare e quali «missioni» affrontare. Chi si concentrerà sul compito principale, finirà il gioco in 15/20 ore, ma se vorrete completare anche le numerose attività secondarie, probabilmente il tempo di gioco raddoppierà, come minimo. Purtroppo, le prime ore di gioco sono un po’ «ostiche»: tra l’apprendere le abilità Na’vi, scoprire come combattere senza lasciarci le penne a ogni scontro, come usare la «intuizione» per spostarvi sulla mappa, non sarà un inizio armonioso e veloce. Ci mette lo zampino anche qualche meccanica non perfettamente integrata nel gioco e una interfaccia di gioco a tratti un po’ confusionari – per esempio, la luminescenza che indica l’obiettivo, quando vi avvicinate alla metà, tende a sparire e dovrete trovare da soli il personaggio con cui parlare. Oppure, in alcune missioni (specie all’inizio), non viene spiegato nel dettaglio cosa fare. Parlando di difetti, impossibile non segnalare che il gioco non è doppiato in italiano, e seguire i sottotitoli a volte è arduo, specie se vi stanno sparando addosso.
D'altra parte, Avatar: Frontiers of Pandora piacerà a chi si è divorato giochi come Watchdogs o Horizon, anche se non è perfetto come l’esclusiva PlayStation. Visitare Pandora è davvero sfizioso, specie quando – a circa un quarto del gioco – inizierete a poter volare sul dorso di un Ikran e potrete muovervi più liberamente per la Frontiera. Visivamente, oltretutto, il gioco è un vero spettacolo con scorci da cartolina: probabilmente, è uno dei giochi migliori dal punto di vista grafico di questo 2023. Altra nota positiva, è possibile giocare in Co-op via multiplayer con un amico (su qualsiasi piattaforma) e affrontare qualche missione insieme, per poi tornare a giocare da soli quando volete, proprio come succede negli ultimi episodi di FarCry.
Avatar: Frontiers of Pandora è disponibile per PC, PS5 e Xbox Series X|S. Il gioco è tradotto solo nei sottotitoli, e ha un PEGI età consigliata 16+.