La maestosa nevicata del 1985 sul CdT di allora
Sui giornali dell’epoca, la nevicata venne vissuta con una certa leggerezza, raccontata - certo -, ma senza drammatizzarla. Tra le pagine dei vari quotidiani ticinesi, abbiamo comunque trovato alcune perle. A cominciare da quella, citata dal Corriere del Ticino, secondo cui le formiche avevano previsto tutto. A quanto pare, durante l’autunno, un membro dilettante dell’Associazione svizzera di meteorologia della Svizzera centrale, tale Max Heinzer, osservando il comportamento attorno ai formicai aveva notato «un’attività molto più intensa del solito». Ciò gli era bastato per prevedere un inverno particolarmente rigido, con temperature inferiori ai 10 gradi sotto lo zero. Lo stesso lunedì 14 gennaio il CdT riportava anche fatti ben più seri, come la morte in Svizzera di due persone proprio a causa del freddo, una nel canton Giura, l’altra nel canton Soletta. Dal gelo alla neve, altre vittime, anche in Ticino. Il primo incidente mortale capitò proprio il 14 gennaio, alla tenuta agricola Arbostora di Vico-Morcote. La vittima, 64.enne, si chiamava Angelo Daniele Pegurri. Morì nel corso di operazioni di pulizia delle strade del centro agricolo. Tanti gli infortuni, soprattutto a causa degli asfalti sdrucciolevoli. Insomma, mentre i bambini («costretti» in molti casi a saltare la scuola) e i buontemponi si divertivano a sciare e a pattinare in città, c’era chi pagava il conto di quelle condizioni meteo. Sulle strade qualche tamponamento e, martedì 15 gennaio, sulla Torraccia il curioso caso di un camion che, scivolato di traverso, aveva paralizzato per ore il traffico. E infatti, il 17 gennaio, il CdT proponeva un corsivo di Marisa Marzelli, che è interessante riproporvi: «Mai come in queste ore di neve che continua a scendere implacabile, segno dell’assoluta indifferenza dell’universo a problemi e resistenze dagli uomini, mai come in queste ore si constata il valore pratico, il significato di concetti teorici riassumibili nell’opposizione natura-cultura. La natura ha ripreso il sopravvento e la cultura, tutto ciò che è prodotto dagli e degli uomini, è in panne. Solo temporaneamente, è ovvio. Ma la sconfitta va registrata, perché non è solo momentanea difficoltà, è il ribaltamento - improvviso, immediato, traumatico - di un sistema di vita basato su determinati parametri. La velocità, per esempio. La nostra è la civiltà del tempo è denaro, dell’informazione sempre più rapida e capillare. E invece, la neve ci ha bloccato e ci ha risospinti con forza in un’altra dimensione. Ci ha tolto le auto». Marzelli poi ricordava, come a rompere l’incanto: «È una sospensione, una vacanza imprevista. I conti li tireremo dopo». Da quel giovedì, tra l’altro, in città partiva la rimozione forzata delle auto abbandonate per via della neve, mentre anche le linee ferroviarie - oltre a quelle aeree - avevano i loro problemi. Basti pensare alla motrice uscita dai binari sulla Lugano-Ponte Tresa il precedente martedì sera. Da sottolineare, infine, un altro aspetto legato alla neve che, pure, aveva caratterizzato quei giorni di gennaio. A dare spettacolo nello sci erano infatti Pirmin Zurbriggen - nonostante un infortunio - e Michela Figini, con la classifica per nazioni che recitava: Svizzera 1.526 punti, Austria 697.