La memoria va al volo Kal 007

DONETSK - Il disastro aereo di oggi a Donetsk riporta alla memoria la tragedia del volo Kal 007, abbattuto il 1 settembre 1983 dall'aviazione sovietica a ovest dell'isola di Sachalin. Tragedia su cui, nonostante siano passati quasi esattamente trent'anni, ancora oggi non è stata fatta completamente luce. Le relazioni tra Unione Sovietica e Stati Uniti erano tornate a farsi critiche con l'elezione – l'anno precedente - di Ronald Reagan (padre del progetto "scudo spaziale") e dell'ex capo del KGB Jurij Andropov.La crisi raggiunse il culmine, appunto, il 1. settembre 1983 quando un 747 della Korean Air Lines venne abbattuto da un caccia sovietico causando la morte di 269 persone (tra cui 62 americani). I russi negarono inizialmente l'accaduto. Poi sostennero che il velivolo era stato costretto a un atterraggio d'emergenza su un lago ghiacciato. Poi però dovettero ammettere di aver ordinato a un pilota militare di aprire il fuoco. Si giustificarono – almeno all'inizio – tentando di sostenere che il volo fosse un aereo-spia della CIA inviato nei cieli russi per fotografare le installazioni militari. Reagan - molto duro - si giocò parte del favore dell'opinione pubblica quando all'ONU presentò le intercettazioni radio delle comunicazioni tra l'aereo coreano, il caccia russo e il comando sovietico. Perché - si chiesero in molti - gli americani controllavano quel volo?