Il punto

La Mesolcina prova a rialzarsi: «Ma ci vorranno anni di lavoro»

A un mese dal nubifragio, i Comuni hanno organizzato una serata per la popolazione - Il sindaco di Lostallo Nicola Giudicetti: «Tutti noi siamo stati colpiti in modo pesante» - Luca Plozza: «Senza le misure di protezione, il paese sarebbe stato sommerso da acqua e fango»
© Keystone/Pablo Gianinazzi

Appena un mese dopo il terribile nubifragio che ha colpito la Mesolcina, Lostallo ha già cambiato volto. Le strade e i giardini che la mattina del 22 giugno erano ricoperti di fango e detriti, oggi stanno tornando alla normalità. Passando per la strada cantonale, dove si affaccia la casa di Sandra Albertini, è quasi difficile immaginarsela completamente invasa dall’acqua. Sono tornate le aiuole fiorite e i pesci hanno ripreso il loro posto nel piccolo laghetto. Le tartarughe vagano tranquille sul prato, mentre due bimbi, i nipotini di Sandra, giocano felici. «Tutto merito dei volontari», ci racconta lei. «Ci hanno dato una mano enorme, fin dai primissimi momenti». Da Zurigo, lo scorso fine settimana è arrivata anche la figlia, con tutta la famiglia, per dare una mano. «Pensi che alcune persone sono venute dalla Vallemaggia, nei giorni successivi al disastro, per aiutarci. Fa effetto pensare che poco dopo sarebbe toccato anche a loro vivere la stessa cosa».

La sera del 21 giugno, la signora Sandra ha capito subito che qualcosa non andava. «Era troppa l’acqua che vedevamo scendere. Appena ho intuito cosa stava accadendo, ho dovuto scegliere cosa mettere in salvo in casa». L’acqua e il fango arrivavano fino alla finestra del locale in cui Sandra lavora come parrucchiera. «Prima, abbiamo cercato di chiudere tutte le fessure di porte e finestre con gli asciugamani. Poi, io e mio marito siamo usciti dalla finestra». In casa, adesso, i lavori procedono spediti per ripristinare tutti i locali. Ma la paura rimane. «I primi giorni dopo il nubifragio, mi alzavo più volte durante la notte. E quando la settimana successiva hanno diramato una nuova allerta meteo, sono tornati i timori di un nuovo disastro». Eppure, dice, poteva andare peggio.

Un’onda alta quasi 10 metri

Un concetto che ritorna anche nelle parole di Luca Plozza, dell’Ufficio cantonale delle foreste e dei pericoli naturali, responsabile del progetto di ripristino dopo l’alluvione. «È stato un evento enorme», dice mentre conduce i media davanti alla vasca di contenimento nei pressi della Chiesa di San Giorgio. «Quella sera – racconta – erano da poco passate le 19.30. Eppure, era talmente buio che non si riusciva neppure a vedere cosa stesse accadendo». Un’enorme colata di fango e detriti è scesa in paese, a Lostallo. «D’improvviso, ci siamo trovati davanti un’onda alta quasi dieci metri, e il materiale detritico ha travolto tutto ciò che ha trovato: ha invaso due case, distrutto un grotto, danneggiandone fortemente un altro». Poi, la colata ha proseguito la sua corsa per un altro chilometro, giù fino a Sorte, la località più danneggiata e quella in cui hanno trovato la morte le due vittime del nubifragio. «Il bacino di contenimento era già stato rinforzato in due occasioni, e per fortuna. Immaginatevi cosa sarebbe accaduto se non lo avessimo fatto», ripete Plozza. Molto del materiale che ha invaso il terrapieno è già stato spostato, come si evince dall’enorme montagna di detriti vicino al punto in cui corre la strada cantonale. «Ma ci vorranno ancora mesi per portare avanti tutti i lavori più urgenti. Queste misure di protezione hanno permesso però di salvare l’intero paese. Senza questo bacino di contenimento, Lostallo sarebbe stata sommersa». Quella notte, ricorda Plozza, in tutta la valle sono scesi centinaia di migliaia di metri cubi di materiale: «A Cama circa 95 mila metri cubi di detriti, a Sorte circa 65 mila».

Effetti devastanti

In un paio di ore, la sera del 21 giugno, sono caduti 82 millimetri di acqua a Grono, 107 millimetri in Val d’Arbola, come ha ricordato Moreno Monticelli, del Gruppo di coordinamento regionale. «Alle 22, la stazione di misurazione della Moesa a Lumino ha registrato una portata record di 606 metri cubi al secondo». Le forti precipitazioni sono cadute su un territorio già interessato da abbondanti piogge in primavera e da molta neve. «Gli effetti sono quindi stati devastanti», ha detto poi in serata Monticelli davanti alla popolazione, riunita nella palestra di Lostallo in occasione del momento informativo organizzato dai Comuni colpiti. Molte le persone accorse. «È una serata difficile», ha premesso il sindaco di Lostallo Nicola Giudicetti. «Tutti noi siamo stati colpiti in modo pesante da questa situazione». La sera del nubifragio, erano poche le informazioni certe. «Sapevamo che c’erano dispersi, ma faticavamo persino a comunicare tra di noi», ha spiegato il capo dei pompieri Giovanni Cadlini. In tre giorni, sono stati oltre 50 gli interventi, per oltre 2 mila ore di lavoro. Ventiquattro le missioni di salvataggio effettuate. Una persona, lo ricordiamo, risulta ancora dispersa, si tratta del 56.enne di Sorte: «Le ricerche proseguono in questi giorni - nell’ambito della formazione congiunta tra polizia ticinese ne grigionese - nel lago Maggiore, nella Moesa e nel fiume Ticino», ha detto Cadlini.

«Rivedere la carta dei pericoli»

Dopo quanto accaduto, ora gli ingegneri forestali stanno svolgendo tutti gli approfondimenti necessari per rivedere la carta dei pericoli. «La colata detritica - ha infatti spiegato alla popolazione Luca Plozza - ha raggiunto la zona sulla mappa colorata di giallo striato. Si tratta di una zona in cui possono sì verificarsi eventi potenzialmente distruttivi, ma sono davvero molto rari». Di qui, la necessità di capire se la carta dei pericoli debba essere rivista e in che modo. «Le analisi sono in corso, termineranno probabilmente in autunno. Solo a qual punto capiremo se a Sorte si potrà di nuovo costruire». Sul fronte dell’approvvigionamento idrico, invece, sono ancora due gli acquedotti non funzionanti. Mentre per ciò che riguarda la viabilità, sono state molteplici le interruzioni totali o parziali a causa del maltempo, ha ricordato Andrea Peduzzi, dell’Ufficio tecnico dei Grigioni. «Ci occuperemo di una revisione totale del comparto di Sorte, ma nel frattempo stiamo ripristinando tutti gli argini della Moesa a sud della località». Sempre a Sorte, «presumiamo di poter riaprire la strada - su un solo senso di marcia - forse già venerdì».

«Non ci siamo mai sentiti soli in questo mese» ha detto commosso il sindaco di Lostallo Nicola Giudicetti elencando tutte le raccolte fondi e le donazioni che si sono attivate da più parti a favore della Mesolcina: «In totale siamo arrivati a poco meno di 2 milioni». E tra queste c’è anche la raccolta a favore dei due giovani figli della coppia vittima del nubifragio a Sorte (il cui padre risulta ancora disperso). «Questi ragazzi di colpo hanno perso tutto e si sono trovati soli. Per sostenerli e permettere loro di ricostruire un futuro sono arrivati finora 217.000 franchi».
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