La storia

La metropolitana di Kiev

Le sirene, la paura, il cielo attraversato dai missili – E stazioni sotterranee che, per i cittadini, sono diventate un rifugio e un simbolo della resistenza ucraina
© EPA/MIKHAIL PALINCHAK
Marcello Pelizzari
03.03.2022 19:31

Le sirene. La paura. Il cielo attraversato dai missili. E un rifugio, laggiù. Dove corre la metropolitana. La guerra, a Kiev, è anche una carrellata di immagini. E simboli. Come appunto il Kyivskyi metropoliten. La metropolitana della capitale, già.

Creata nel 1960, all’epoca era il terzo sistema di trasporto sotterraneo dell’Unione Sovietica dopo Mosca e San Pietroburgo. Oggi, vanta quasi 70 chilometri di binari e 52 stazioni. Soprattutto, la metropolitana, a Kiev, in questi giorni tormentati è diventata la casa di molti cittadini. Che sotto quelle volte, beh, hanno trovato un minimo di riparo e respiro durante i bombardamenti russi.

La «ferrovia sotterranea»
Di creare una «ferrovia sotterranea», a Kiev, se ne parlava già nel 1884. La prima, vera spinta arrivò tuttavia nel 1916 quando la società russo-americana – resasi conto che i vecchi tram non erano più adatti a sostenere lo sviluppo cittadino – cercò di raccogliere i fondi necessari per costruire una metropolitana.

La rivoluzione bolscevica, di fatto, relegò Kiev a una dimensione provinciale. Nessun progetto su larga scala, nessuna volontà di migliorare il trasporto urbano.

Le cose, invero, cambiarono nel 1934 quando la capitale della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina fu spostata da Kharkiv a Kiev. A spostarsi, infatti, furono anche gli interessi economici. Il consiglio comunale valutò il progetto di tale Papazov, un armeno laureatosi in ingegneria dei trasporti a Mosca. Si fece avanti anche l’Istituto dei dispositivi di trasporto dell’Accademia delle Scienze. Dei lavori preparatori cominciarono nel 1938, ma la Seconda guerra mondiale fermò tutto.

Danneggiata, se non distrutta durante il conflitto, Kiev fu in seguito ricostruita. Stavolta, la metropolitana fu considerata sin dalle prime battute. Il governo dell’Unione Sovietica proclamò una risoluzione in tal senso il 5 agosto del 1944. Un’altra risoluzione, nel 1945, ne ordinava la definitiva costruzione.

Furono studiati i flussi delle persone, ovvero i movimenti nelle strade di Kiev. Dal centro alla periferia. E viceversa. Le tre direzioni adatte per allestire le linee? Sviatoshyn-Brovary, Kurenivka-Demiyivka e Syrets-Pechersk.

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Granito e marmo
I lavori, finalmente verrebbe da dire, cominciarono nell’agosto del 1949. Inizialmente, gli operai avrebbero dovuto costruire sette stazioni. Il concorso per progettarle venne annunciato nel 1952. Poche, ma basilari le regole: lo stile avrebbe dovuto essere stalinista, con spazi riccamente decorati sulla falsariga delle fermate di Mosca, con simboli legati al comunismo e all’Ucraina. In poche parole: fatele pompose, dissero i committenti.

Il concorso, per contro, fu presto annullato poiché due stazioni vennero depennate dal progetto e perché lo stile stalinista, complice il disgelo di Krusciov, divenne all’improvviso inappropriato.

E vi furono, va da sé, anche difficoltà oggettive dettate dalla durezza del terreno e da fonti d’acqua non previste. Ergo, i ritardi si accumularono: se il primo collegamento venne stabilito nel 1951, l’ultimo tunnel fu completato nel maggio del 1959. Urca.

Nel 1958 fu lanciato un altro concorso, sempre per il design delle stazioni. Una commissione ad hoc fu chiamata a esprimersi in merito, scegliendo infine cinque opere per le fermate di Vokzalna, Universytet, Khreshchatyk, Arsenalna e Dnipro.

In tutto, furono versati qualcosa come 660.400 metri cubi di cemento, mentre 7.300 metri quadrati di granito e marmo furono usati per le decorazioni. Che, alla fine, al netto del discorso lo-stalinismo-non-è-più-di-moda vennero fuori piuttosto pompose.

Nell’ottobre del 1960 i primi treni di prova vennero consegnati all’operatore. Infnie, nell’anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, il 6 novembre, fu aperta la porzione di cinque stazioni. Il primo macchinista fu Ivan Vynogragov, che all’ultimo si scambiò di posto con il compagno Alexey Semagin.

Kiev, infine, aveva una metropolitana. Come Mosca, come San Pietroburgo.

Progettate per questo scopo
La storia torna ai giorni nostri. Alle sirene. Alla paura. Alla guerra. E ai cittadini di Kiev che trovano rifugio, la notte, scendendo metri e metri. Verso le viscere della terra. Secondo il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, quei tunnel hanno dato rifugio a 15 mila persone. Pochi sanno, però, che la metropolitana a suo tempo fu progettata (anche) per quello scopo. Era una fissa dei sovietici, complice la Guerra Fredda, tant’è che 47 delle attuali 52 stazioni sono state costruite tenendo fede a questa eventualità. Verificatasi nel 2022, quando nessuno mai avrebbe ritenuto possibile una guerra in Europa. Piccolo, ma significativo particolare: le bombe le hanno lanciate i russi.

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