La morte dei turisti in Laos riaccende le discussioni sull'alcol di contrabbando

Sei turisti morti per un'intossicazione da alcol con metanolo in Laos. Questa la notizia, divulgata negli scorsi giorni. Notizia che sta facendo discutere, e parecchio. La valle di Vang Vieng è finita al centro di uno scandalo internazionale. La località, fino ad ora, era tra le più apprezzate dai backpackers per il «tubing, o «tipsy tubing». Vale a dire, un giro dei pub sull'acqua, in cui vengono distribuiti shot di vodka. Ma ora, quello che sembrava il paradiso dei giovani viaggiatori nel sud-est asiatico è finito sotto ai riflettori per un caso quantomeno controverso. L'avvelenamento dei sei turisti ha riaperto le discussioni sull'alcol di contrabbando. E ora, il volto di Vang Vieng potrebbe cambiare radicalmente.
Ma andiamo con ordine. Tra le vittime dell'avvelenamento ci sono sei backpackers: una ragazza britannica di 28 anni, due giovani australiane, due giovani danesi e un uomo americano di 57 anni. Al momento, di loro si sa ancora poco. Secondo le prime informazioni, ciò che è certo è che tutte e sei le vittime avevano trascorso la notte nell'ostello Nana Backpackers. I fatti risalgono al 13 novembre, giorno in cui il 57.enne americano è stato trovato morto nella sua camera da letto. La stessa mattina, tuttavia, sono state trovate prive di sensi, nelle loro stanze, anche le due turiste danesi. Non è ancora chiaro come siano state trovate le altre vittime, ma secondo un'amica della 28.enne britannica deceduta, avevano tutte consumato alcol nello stesso posto. Clarke, che era in viaggio con la sua amica, è stata a sua volta ricoverata in ospedale, ma si è salvata. «Urgente, per favore: evitata tutti gli alcoli locali in Laos», ha avvertito su sul profilo Facebook, dopo essersi ripresa. «Il nostro gruppo è passato da Vang Vieng e abbiamo bevuto shot gratuiti offerti da uno dei bar della zona. Sei di noi che hanno bevuto in quel posto sono attualmente ricoverati in ospedale per avvelenamento da metanolo». Una sostanza simile all'etanolo – l'alcol presente nelle bevande alcoliche – comune nei liquori fatti in casa.
Tuttavia, la struttura del metanolo implica un'elaborazione diversa da ogni corpo. Motivo per cui può causare danni irreversibili agli organi. Consumare anche solo 25 ml di metanolo può risultare fatale, ma possono volerci anche 24 ore prima che le vittime mostrino i segni dell'avvelenamento. Ragione per cui, ora, ricostruire cosa sia successo ai sei turisti risulta così complicato. Nonostante Clarke abbia parlato di un bar in cui il gruppo ha bevuto shot alcolici, anche il Nana Backpackers ha dichiarato di aver somministrato «shot gratutiti a circa 100 persone la sera prima dei decessi». Pur negando, va da sé, di aver servito alcol diluito con metanolo.
Inutile, insomma, girarci intorno: Vang Vieng, ora, è al centro di uno scandalo. Da cittadina rurale e polverosa, negli ultimi anni era diventata una località di punta. In rapida espansione. E proprio ora, a fine novembre, dovrebbe iniziare l'alta stagione turistica. Ma il condizionale, alla luce degli ultimi avvenimenti, è d'obbligo. Quella che fino a vent'anni fa veniva descritta come una «cittadina sonnolente, circondata dalle risaie», oggi si sta trasformando in una tappa obbligatoria per chi visita il Laos zaino in spalla. In poco tempo, sono spuntati nuovi hotel di lusso, piscine a sfioro, ostelli per i backpackers e anche – e soprattutto – numerosi cocktail bar. Quelli che, come dicevamo, servono bicchierini di alcol gratuitamente ai visitatori.
La situazione, secondo le testimonianze raccolte dai media internazionali come BBC e Telegraph, è però paradossale. Da un lato, gli alloggi a Vang Vieng continuano a essere al completo, nonostante lo scandalo degli ultimi giorni. Il Nana Backpackers Hostel – quello in cui soggiornavano le vittime – è stato chiuso, per consentire indagini approfondite, mentre il bar JaiDees, dove i turisti avevano consumato alcol, è ora oggetto di perquisizioni. Sia i proprietari del locale che quelli dell'ostello hanno ripetutamente negato di servire alcolici illegali o fatti in casa. Eppure, fuori dal Nana Backpackers Hostel e dal JaiDees, si respira un'atmosfera diversa. Per le strade di Vang Vieng, la vita scorre come prima. Gli alloggi, addirittura, sono al completo. E i turisti, nonostante le paure, non sembrano volersene andare.
«La gente è sicuramente spaventata, ma non ho l'impressione che qualcuno se ne stia andando. Sono tutti ancora qui a divertirsi», racconta una turista inglese alla BBC. «Tutti, però, pensano sia meglio non bere alcol in questo momento, quindi la gente sta facendo attenzione. C'è quella paura nell'aria, ma penso che ora sia abbastanza sicuro perché tutti i bar sono attenti: nessuno vuole andare in prigione». Sia per la gente del posto, che per i turisti, la morte dei sei backpackers è stata una tragedia, ma pur sempre «un caso isolato» O almeno, questa è la speranza.