La nascita di Gesù fra storia e fantasia

Arriva il Natale. E come vuole la tradizione, facciamo il presepe. Eccoci alle prese con la grotta o la stalla, dove mettiamo Maria, Giuseppe e il bambin Gesù, senza scordare il bue e l’asinello. Con un cartoncino e della carta stagnola prepariamo la stella cometa, dopo di che in bell’ordine schieriamo i tre Re Magi con tanto di cammelli e i pastori con le loro pecore. Ancora un pezzetto di stagnola per creare un laghetto dove mettiamo un paio di ochette, qualche bancarella per dare vita a un mercato e possiamo dirci che siamo a posto. Avremo anche lavorato di fantasia, nel fare il nostro presepe, ma la tradizione è rispettata, anche quella biblica e dei Vangeli, almeno ci pare.
Come stanno però le cose? Cosa c’è di vero e veramente appurabile, a proposito della nascita di Gesù e del contesto storico, culturale e sociale in cui è avvenuta? A farci un quadro è il biblista Ernesto Borghi.
Ma qual è l’anno giusto?
«Siamo abituati a contare gli anni tenendo conto di quello della nascita di Gesù, che tradizionalmente è l’anno zero», ricorda Ernesto Borghi, che subito precisa: «I riferimenti storici ci dicono però che è nato quando era ancora vivo Erode il Grande, re della Giudea dal 37 al 4 avanti Cristo. Quindi, la nascita può essere situata attorno al 6-5 a.C.».
Il Nazareno di Betlemme...
«Stando agli evangelisti Matteo e Luca – loro i soli fra i quattro testi neotestamentari a parlare della nascita e dell’infanzia del Cristo – Gesù è nato a Betlemme. Ciò sottolinea la sua discendenza da Davide, importante re di Israele, la cui famiglia era originaria di Betlemme. Gesù, però, porta l’appellativo di Nazareno (da Nazareth, la sede della probabile nascita storica). Leggendo Luca e Matteo, fra l’altro, nulla indica che Gesù sia nato in un contesto così misero come dicono molte nostre tradizioni. Nei testi di Matteo e Luca sul contesto materiale non c’è nulla, men che meno sul fatto che Gesù sia nato in una grotta o una capanna, e che a vegliare sul neonato ci fossero anche un bue e un asino».
Il concepimento divino
«Secondo il contesto giuridico e sociale giudaico, i presupposti della nascita di Gesù sarebbero stati “irregolari”. Infatti, fra gli ebrei l’unione matrimoniale si articolava in due fasi: la prima era quella della promessa vincolante, durante la quale era proibito avere rapporti sessuali, dopo di che seguiva quella dell’effettiva convivenza. Maria e Giuseppe al momento del concepimento erano promessi sposi, ma non vivevano ancora insieme. Matteo 1,18ss dice che Giuseppe era un uomo in piena alleanza con Dio, ma andò al di là delle prescrizioni giudaiche. Egli, infatti, non solo accolse Maria ormai incinta, ma per Gesù fu davvero un padre (ne parlano soprattutto dei testi apocrifi). Il testo di Matteo afferma che fu una rivelazione divina ad aiutare Giuseppe a essere “giusto”, quella di un messaggero di Dio in sogno. Secondo Luca 1,26ss sempre da un angelo arrivò a Maria l’annuncio che sarebbe diventata la madre del figlio di Dio».
I magi e la stella cometa
«Gaspare, Baldassarre e Melchiorre sono i magi, i sapienti orientali che giunsero per rendere omaggio al neonato Gesù (i nomi non si trovano in Matteo o in Luca). Non è attestato che fossero dei re, ma erano appunto dei sapienti. Anche questo è un racconto di alto valore simbolico, non storico nel senso che si dà a questa parola. Ancora oggi si cerca di determinare se sia stata una stella o una congiunzione particolarmente luminosa di pianeti ad aver guidato i magi verso ovest. D’altra parte nell’antichità c’era la convinzione che una stella sorgesse alla nascita di personaggi storici eminenti. I Magi, per quel che riguarda la Natività, rappresentano la sapienza pagana che viene ad adorare chi è presentato come Dio».
E i pastori...
«I pastori, a cui gli angeli annunciano la nascita di Gesù (vedi Luca 2,14-15), sono il corrispettivo dei Magi per quanto riguarda coloro che sono ai margini della società. Pastori e magi rappresentano contesti culturali e sociali diversi, al di fuori del giudaismo ufficiale, che, credendo nel divino neonato, riconoscono l’avvento di qualcosa di decisamente nuovo rispetto a molte credenze della cultura propria dello stesso Gesù».
Il messaggio più importante
«I racconti di Matteo 1-2 e Luca 1-2 sono narrazioni in cui storia, fede e testimonianza sono inestricabilmente intrecciate. Quello che importa comprendere, cercando di interpretare seriamente le fonti – conclude Ernesto Borghi – è il messaggio più importante relativo alla nascita di Gesù e, in definitiva, alla sua vita. Gesù di Nazareth è un Dio che vuol far sentire la sua vicinanza a tutti, assumendo la condizione umana, nella sua ordinarietà, fatta di gioie e sofferenze. La luminosità gioiosa che sale dai racconti della Natività si propone ad ogni epoca come un invito a vivere in modo responsabile e solidale verso ogni essere umano».
Per approfondire anche La Buona Novella del grande Faber
I libri
Ernesto Borghi, Gesù è nato a Betlemme? I Vangeli dell’infanzia tra storia, fede, testimonianza, Cittadella, Assisi (PG) 2011
Ortensio da Spinetoli, Introduzione ai Vangeli dell’infanzia, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2018
Antonio Piñero, Gesù nei Vangeli apocrifi, traduzione italiana, EDB, Bologna 2010
Video su YouTube
Canale «Associazione Biblica della Svizzera Italiana»:
I vangeli dell’infanzia
Vangeli dell’infanzia: analisi ebraica-interpretazione cristiana
youtu.be/kDI4OQZUN7Q
Letture da Matteo 1
Letture da Matteo 2
Letture da Luca 1-2
La Buona Novella di Fabrizio De André (riduzione teatrale con Claudio Bisio e Lina Sastri)