L'intervista

«La nostra Città deve avere coraggio e deve credere nei propri mezzi»

A colloquio con il neoeletto municipale di Bellinzona Vito Lo Russo, capodicastero Anziani e ambiente a 100 giorni dalla sua entrata in carica, con uno sguardo alle nuove sfide e agli obiettivi da raggiungere
© CdT/Chiara Zocchetti
Irene Solari
27.07.2024 06:00

Il neoeletto Vito Lo Russo, ha rilevato dopo le elezioni dello scorso 14 aprile, il dicastero Anziani e ambiente dal municipale uscente Giorgio Soldini. Lo Russo, prima di approdare in Municipio, ha trascorso anche diversi anni in seno al Consiglio comunale di Bellinzona. Ora, a 100 giorni dalla sua entrata in carica, si racconta al Corriere del Ticino, con uno sguardo riflessivo rivolto alle nuove sfide e agli obiettivi da raggiungere insieme al suo dicastero. Un tema importante, dato che la città di Bellinzona, come tutti i principali centri abitati, si trova negli ultimi anni a dover affrontare un invecchiamento demografico.

Signor Lo Russo, innanzitutto, come sono stati questi primi tre mesi e mezzo nell’Esecutivo cittadino?
«Dopo una prima naturale fase di assestamento, ho dato priorità alla conoscenza dei miei due settori di competenza, peraltro molto diversi tra loro: anziani e ambiente. Ho incontrato dirigenti e personale dei servizi urbani e delle case per anziani cittadine, con cui ho scambiato idee e raccolto opinioni e suggerimenti. Credendo molto nella forza della partecipazione collettiva per la buona riuscita di qualsiasi progetto, con soddisfazione ho trovato ambienti proattivi e persone motivate. In questi primi mesi mi sono spesso sentito onorato di poter ricoprire questo ruolo, tanto impegnativo quanto stimolante».

Lei è stato per anni in Consiglio Comunale, qual è la differenza con il lavoro in Municipio?
«Prima di tutto, mi preme dire che gli anni in Consiglio comunale mi hanno permesso di arrivare in Municipio con un buon bagaglio di esperienze a livello di politica comunale. Il passaggio dal legislativo all’esecutivo ha comportato un cambiamento di marcia a livello decisionale: i dossier sul tavolo sono molti e occorre lavorare con una buona coesione interna per raggiungere la concordanza, che permette una celere ma ragionata realizzazione dei progetti».

Ha rilevato il Dicastero anziani e ambiente dall’ex municipale Giorgio Soldini (che non è stato rieletto lo scorso 14 aprile), quest’ultimo le ha dato dei consigli durante i suoi primi 100 giorni?
«Giorgio Soldini si è subito messo a disposizione, fornendomi le informazioni necessarie per introdurmi nei dossier aperti dalla precedente legislatura e garantendomi la sua disponibilità qualora ne avessi ancora bisogno. Lo ringrazio molto per la sua presenza».

Bellinzona è una città sempre più “vecchia” (il tasso di invecchiamento è pari al 21,5%), quasi 10.000 abitanti hanno 65 anni o più. Quale strategia sta adottando la Città di Bellinzona per far fronte a una tendenza che comunque è comune ai principali centri?
«Per approcciare scientificamente il tema del fabbisogno di posti letto nelle case anziani nel nostro comune, abbiamo recentemente incaricato un’azienda di svolgere un’analisi dell’evoluzione demografica della nostra città. Ci fornirà indicazioni sulle necessità future, ma ci permetterà anche di valutare altre modalità di assistenza agli anziani, come appartamenti protetti o case anziani multigenerazionali. Il dialogo con gli anziani stessi rimane cruciale per comprendere esigenze e bisogni di una terza età sempre più sana e attiva».

Uno dei temi in cima alla pila di dossier sulla sua scrivania immaginiamo che sia l’integrazione della Casa anziani Greina nella rete delle strutture cittadine. Quando avverrà, anche formalmente, il suo passaggio da struttura privata a struttura pubblica?
«L’auspicio è quello di integrare la Casa anziani Greina il più presto possibile. Realisticamente, sarebbe un successo concludere l’acquisizione nella prima metà del 2025. I tempi politici, tuttavia, non sempre aiutano a raggiungere gli obiettivi nei tempi sperati».

Come abbiamo riferito il mese scorso, il nodo più importante da sciogliere per la Casa anziani Greina resta, allo stato attuale, quello delle pensioni del personale. Si è già arrivati a una soluzione?
«Stiamo lavorando attivamente a quello che, ad oggi, è l’ultimo ostacolo per la realizzazione del progetto. Abbiamo instaurato dialogo con tutte le parti in causa e confidiamo di trovare presto una soluzione sostenibile per dipendenti e città».

Con l’integrazione della Greina, le case anziani cittadine salirebbero a cinque. Alla luce di quanto detto in precedenza, ovvero dell’invecchiamento costante della popolazione, state valutando la costruzione di un ulteriore complesso per la terza età?
«Uno dei progetti che ho ereditato dalla precedente legislatura è la creazione di un ente autonomo che ingloberà le cinque case anziani. Le condizioni strutturali della Casa anziani Greina non rispondono più agli standard attuali, pertanto sarà necessaria la costruzione di una nuova e più capiente casa anziani sostitutiva. Attualmente siamo nella fase di valutazione di terreni adatti ad una nuova struttura. Anche la casa per anziani di Sementina e la casa comunale Mesolcina hanno bisogno di importanti interventi strutturali per soddisfare le attuali prescrizioni. Stiamo elaborando un programma di interventi per garantire il mantenimento, anche in fase di ristrutturazione, dell’attuale numero di posti letto e la qualità del servizio agli ospiti».

E invece per quanto riguarda i servizi urbani, quali sono i progetti a medio termine che volete realizzare?
«Uno degli obiettivi consiste nell’ottimizzare la raccolta rifiuti tramite la creazione di ulteriori cassonetti interrati, già presenti in centro città, andando a coprire anche altri quartieri. Un altro tema sarà la messa in conformità e riqualifica dei parchi giochi cittadini attraverso un credito quadro. Infine, mi sento di spendere un pensiero per il personale che giornalmente si occupa di mantenere pulita e decorosa la nostra città. Una dimostrazione di professionalità e attaccamento alla città è stata data in occasione dell’improvvisa alluvione dello scorso 12 luglio, quando in poche ore le strade sono state messe in sicurezza e ripulite da grandine e detriti».

Continui lei questa frase aggiungendo un verbo: «Bellinzona deve…».
«Avere coraggio e credere nei propri mezzi. Non siamo solo una città a misura di famiglie: dobbiamo permetterci di osare, di creare innovazione, di oltrepassare i nostri presunti limiti, spesso autoimposti. Sogno una Bellinzona in cui la popolazione è proattiva e coinvolta al 100%».

Nel poco tempo libero che le rimane, tra professione e impegno politico, a cosa le piace dedicarsi?
«Oltre a ritagliarmi del tempo per la mia famiglia, mi piace improvvisare cene o partite a carte con amici, creando momenti di convivialità e divertimento. Gironzolo anche volentieri per la città in bicicletta o a piedi. Questo mi permette di ricaricarmi e mantenere un contatto diretto con la comunità e il territorio in cui vivo».