La pianificazione ospedaliera dovrà avere un occhio alla spesa
«La pianificazione ospedaliera cantonale proposta dalla Commissione della sanità e della sicurezza sociale è un passo intermedio sicuramente positivo e apprezzabile. Tuttavia, dobbiamo renderci conto che la sfida non è finita. L’attuale situazione finanziaria del Cantone dimostra che i limiti strutturali della spesa pubblica sono stati raggiunti, se non superati. Per questo motivo, è importante che anche il settore della sanità non sia esente da una riflessione critica».
Così il deputato del PLR Bixio Caprara (in qualità di relatore) sintetizza il parere della Commissione gestione e finanze, chiamata a esprimersi sul lavoro svolto dalla Commissione della sanità in materia di pianificazione ospedaliera.
Pur riconoscendo il «grande sforzo» della Commissione sanità (conclusosi con un rapporto unanime), la Gestione propone una serie di riflessioni e auspici sulla sostenibilità economica del sistema sanitario ticinese.
Partendo dalla constatazione che la spesa ospedaliera cantonale rappresenta il 10% del budget dello Stato (420 milioni di franchi), la Commissione evidenzia come «le difficoltà finanziarie del Cantone portano alla necessità di controllare e contenere questa voce di spesa». Non a caso, ricorda il documento della Commissione della gestione, nel Preventivo 2025 è già stato ridotto il contributo agli ospedali ticinesi di 5,5 milioni di franchi. Si tratta di «indicazioni piuttosto eloquenti delle difficoltà del Cantone a potersi permettere l’attuale livello di spesa ospedaliera».
Secondo la Commissione, in futuro sarà quindi fondamentale che anche le strutture sanitarie affrontino con maggiore determinazione la questione della sostenibilità economica. In particolare, «lo Stato dovrebbe sostenere l’indirizzo volto a rafforzare l’esistenza di strutture ospedaliere, private o pubbliche che siano, privilegiandone la qualità e garantendo che esse siano economicamente sostenibili, piuttosto che mantenere un numero elevato di strutture senza però potersele permettere e senza poter riconoscere i contributi indispensabili a garantirne l’attesa qualità».
I tempi del cambiamento
La Commissione si dice consapevole che ogni cambiamento a livello di offerta richiederà tempi di adattamento piuttosto importanti, e non può essere imposto a breve termine, ma l’invito «è però di volerlo esplicitare e perseguire con determinazione». Anche perché il quadro finanziario a breve potrebbe peggiorare ulteriormente. In caso di approvazione della riforma EFAS «è stato infatti stimato un aggravio annuo per le casse pubbliche di 80 milioni di franchi».
Concentrare l’offerta
In concreto, secondo la Commissione sarà fondamentale in futuro concentrare l’offerta specialistica in un minor numero di strutture. «Beninteso - avverte Caprara contattato dal Corriere del Ticino - questo non significa accorpare tutto in un unico ospedale, bensì evitare di spalmare una stessa specialità in più luoghi». A questo proposito Caprara, citando il rapporto della SUPSI sul fabbisogno, ricorda infatti come «per quanto la pianificazione non menzioni un numero di posti letto minimi per struttura, diversi studi sostengono che un ospedale, per avere una economia di scala, dovrebbe avere tra i 200 e i 300 posti letto». Insomma, secondo il deputato del PLR, c’è da chiedersi se in futuro le strutture più piccole potranno ancora sopravvivere. «Non sussistono molti dubbi - si legge ancora nel rapporto - sul fatto che anche nel nostro cantone vi siano margini di miglioramento in relazione al criterio di economicità e sostenibilità». Del resto, la cronaca recente ha riportato più volte notizie riguardanti ospedali di oltre San Gottardo in gravi difficoltà finanziarie. «L’Inselspital ha annunciato un piano di ristrutturazione, mentre l’ospedale di Wetzikon lotta per la propria sopravvivenza», osserva Caprara. «Non è diversa la situazione in Ticino in cui è bene evidente che i margini finanziari sono piuttosto limitati e richiedono grande attenzione».
«Superate le disparità»
Ciò detto, è fondamentale che la pianificazione «tratti allo stesso modo gli istituti pubblici e quelli privati» ribadisce Caprara, il quale ricorda quanto accaduto con la precedente pianificazione nel 2015, oggetto di ricorso al Tribunale federale. Al riguardo, «questa nuova pianificazione supera le disparità». In definitiva, la Gestione appoggia quindi il rapporto della Commissione sanità, «ma non può esimersi dal rendere attenti Consiglio di Stato e Parlamento sulle sfide, anche finanziarie, che rimangono da affrontare sul medio e lungo termine per lo sviluppo di un’offerta ospedaliera di qualità nel nostro Cantone».