Bellinzona

La Posta e la mostra contestata: «Fa parte del nostro mandato»

Protesta di sindacati, partiti ed altre organizzazioni al museo di Villa dei Cedri contro l’azienda che «da un lato ha intenzione di chiudere degli uffici e dall’altro presta delle opere alla Città» – L’ex regia: «È da un secolo che sosteniamo l’arte»
© CdT/Chiara Zocchetti
Irene Solari
13.09.2024 18:40

«I Comuni devono battersi per salvare gli uffici postali». È l’appello ribadito nel tardo pomeriggio da una cinquantina di persone che ha preso parte al presidio indetto a Villa dei Cedri a Bellinzona contro la prospettata chiusura di una ventina di sportelli in Ticino. Due dei quali - a San Paolo e alle Semine - proprio nella capitale. All’origine della manifestazione - promossa dall’Associazione per la difesa del servizio pubblico, da Syndicom, dai sindacati, da alcuni partiti (PS, Verdi e MPS) e da altre organizzazioni - la mostra «Giardino di acclimatazione» che verrà inaugurata domani al museo cittadino. Esposizione impreziosita da opere d’arte provenienti dalla collezione della Posta. «L’ex regia federale deve essere trasparente. A pagare il prezzo delle sue scelte sono sempre i cittadini e i collaboratori del Gigante giallo. Il Ticino, ancora una volta, è uno dei cantoni più colpiti. I Comuni devono opporsi al prospettato smantellamento della rete postale», hanno affermato i manifestanti, fra i quali pure alcuni granconsiglieri, che si sono in seguito spostati nel parco della pinacoteca.

Concomitanza sfortunata

«Abbiamo avuto sfortuna nelle tempistiche, anche perché la mostra non ha nulla a che vedere con le rivendicazioni riguardanti gli uffici postali», spiega al CdT Carole Haensler, direttrice di Villa dei Cedri. «La collezione d’arte della Posta è un discorso completamente diverso. Non potevamo di certo annullare l’esposizione a due settimane dall’apertura, considerando che la stiamo organizzando e ci stiamo lavorando da un anno e mezzo». Perlomeno, rileva la nostra interlocutrice, la manifestazione ha avuto l’obiettivo di accendere i riflettori sull’arte ed il suo ruolo che gioca a livello sociale: «Il museo è anche una piattaforma di idee e, per una volta, viene sfruttato per questo scopo».

Un impegno centenario

«La Posta sostiene l’arte e si impegna ad arricchire la collezione da cento anni», sottolinea dal canto suo Diana Pavlicek, responsabile del Servizio specializzato Opere d’arte dell’azienda. Si tratta di un mandato sancito in un’ordinanza datata 1924. «Quello della Posta non è solo un impegno a favore dell’arte, ma anche l’espressione della volontà di mettere queste opere a disposizione della popolazione, favorendo il dialogo attraverso l’arte e lo sviluppo culturale». Dialogo che, sottolinea, è un fattore importante nella strategia del Gigante giallo «anche pensando alle chiusure degli uffici postali». Ma, ribadisce Pavlicek, «l’impegno centenario in favore dell’arte svizzera è un discorso diverso da quello della manifestazione». Se poi si volesse cercare un collegamento tra i due concetti - prosegue - lo si troverebbe nel fatto che nella mostra si parla di necessità di acclimatazione e di adattamento all’ambiente circostante. «Questa metafora può essere traslata sulle sfide della Posta, perché necessita di adattarsi a un contesto che evolve rapidamente e deve farlo per rimanere al passo con i tempi e per potersi autofinanziare anche in futuro».

Sguardi su più livelli

E, a proposito di evoluzione nell’ambiente, la mostra «Giardino di acclimatazione» - presentata da Carole Haensler e da Renato Bison, capodicastero Cultura e presidente dell’ente autonomo Musei - si articola su diverse dimensioni e molteplici piani artistici. Partendo dalla dimensione domestica e di concretezza, si passa poi dall’interno all’esterno, con uno sguardo che va oltre le mura, verso il mondo. Un invito a riflettere su come l’ambiente, gli animali e anche gli esseri umani si trovino a dover far fronte ai cambiamenti climatici. E, come in un giardino, ecco che a poco a poco si svela la raccolta e la varietà delle diverse opere, come se ne fossero i fiori e i frutti. Fiori e frutti che insieme all’ambiente naturale permeano, anche in modo ironico, tutta la mostra. Per arrivare, in conclusione, all’aspetto più puramente tecnologico dell’arte tra allestimenti che coinvolgono computer art, smartphone, Intelligenza artificiale e immagini di montagne generate dai dati di Google Earth. Carole Haensler è soddisfatta del risultato: «Una delle idee era proprio quella di avere più piani di interazione con delle opere esterne che rispondono alle nostre, facendoci leggere delle nuove storie».
L’esposizione è visitabile fino al 10 novembre. Info su www.museovilladeicedri.ch.