Società

La radiografia dei salari in Ticino secondo la tipologia di contratto

Uno studio dell’USTAT dimostra come la maggiore diffusione in Ticino dei CCL incida sulla forchetta retributiva creando maggiore rigidità rispetto al resto della Svizzera – Ci sono però anche chiari vantaggi, in particolare per chi ha bassi salari o è molto giovane e quindi con poca esperienza
©GAETAN BALLY
Francesco Pellegrinelli
20.09.2024 06:00

Come influisce il tipo di contratto sui salari? In che modo la tipologia di contratto, individuale o collettivo, condiziona la distribuzione salariale? Il tema è stato approfondito in un recente studio pubblicato dall’Ufficio cantonale di statistica (USTAT) a inizio settimana. Il primo dato significativo riguarda la diffusione in Ticino della contrattazione collettiva. «Il nostro cantone si distingue dai risultati nazionali in quanto la contrattazione non individuale è maggiormente diffusa», premette al CdT Silvia Giacomini, collaboratrice scientifica di USTAT e autrice dello studio. La contrattazione non individuale coinvolge infatti quasi la metà dei salariati ticinesi (48,8%), mentre a livello nazionale coinvolge poco più di un terzo dei salariati (35,9%). Tendenzialmente, quindi, il Ticino è un cantone con meno contratti individuali e più contratti collettivi. Ma con quali effetti, appunto, sulla distribuzione salariale?

Il salario mediano

I dati più recenti della struttura salariale svizzera (relativi al settore privato nel 2022) indicano per il Ticino una mediana salariale (la metà prende di più, l’altra metà di meno) pari a 5.301 franchi nel 2022, in aumento rispetto al 2008 (+7,5%). Nello stesso periodo a livello nazionale il salario mediano è cresciuto del 12,5% attestandosi a 6.510 franchi. Come detto, in Ticino le persone con un contratto collettivo rappresentano il 48,8% dei salariati (contro il 35,5% a livello svizzero), mentre il 51,2% ha un contratto individuale (contro il 64,1% a livello nazionale).

Secondo lo studio, la maggiore diffusione dei contratti collettivi in Ticino potrebbe, assieme a altri fattori, contribuire alla maggiore rigidità della distribuzione salariale cantonale. Innanzitutto possiamo notare che la mediana salariale in Ticino è inferiore alla mediana svizzera. E che, soprattutto, la mediana salariale di chi ha un contratto collettivo in Ticino risulta inferiore alla mediana di chi ha un contratto individuale: «Osservando il salario lordo standardizzato ed equivalente a un tempo pieno in Ticino, nel 2022, si ottiene una mediana salariale di 5.583 franchi per chi ha una contrattazione individuale che risulta più elevata rispetto a chi ne ha una collettiva pari a 5.072 franchi nel 2022», spiega Giacomini.

Lo stesso discorso vale anche per il cosiddetto «decimo percentile», ossia la soglia che identifica il 10% dei salariati che percepisce il salario più basso. Anche in questo caso, seppur in maniera più contenuta, la contrattazione individuale premia maggiormente la categoria dei contratti individuali. «La distribuzione dei salari mostra anche per i salari più bassi una differenza in favore di chi ha un accordo individuale: essa si ferma, in Ticino, a 3.651 franchi per chi ha una contrattazione individuale e 3.577 franchi per chi ha un accordo collettivo». Viceversa - mostra la ricercatrice - la forchetta appare molto più ampia se si vanno a guardare i salari più elevati: «In questo caso, infatti, chi ha un accordo individuale raggiunge gli 11.234 fr., mentre chi ha una contrattazione non individuale si ferma a 7.723 fr.».

Chi cresce di più e di meno

L’evoluzione dei salari dal 2008 in Ticino mostra una crescita per entrambe le categorie di contratto, ma nel caso dei collettivi questo aumento è più modesto (+4,1 %) rispetto agli individuali (+11,7%). È importante sottolineare che questa evoluzione vale anche a livello nazionale: «Chi ha una forma di contrattazione individuale ha una mediana di 6.837 franchi, mentre chi ha una contrattazione collettiva si ferma a 6.006 franchi». I dati sono sempre relativi al 2022. Come mostra lo studio, l’evoluzione dal 2008 mostra, anche per il resto della Svizzera, una crescita dei livelli salariali superiore per le contrattazioni individuali rispetto a quelle non individuali (rispettivamente del +13,1% e del +10,0%), crescita che risulta in entrambi i casi maggiore rispetto al Ticino.

Conclusioni

Una prima conclusione che si può trarre dall’analisi è quindi la seguente. Ancora Giacomini: «La presenza di una contrattazione collettiva è sinonimo di maggiore rigidità nella distribuzione salariale. Per contro, nella contrattazione individuale i salari possono aumentare di più». Se quindi da una parte la contrattazione collettiva è intesa a proteggere i salari più bassi, dall’altra renderebbe più difficile negoziare retribuzioni più elevate, come avviene nella contrattazione individuale. I dati sono particolarmente eloquenti per i giovani con poca esperienza. In questa fascia di salari, il contratto collettivo addirittura garantisce salari più alti rispetto quelli individuali. «Chi stipula un accordo collettivo parte da una mediana salariale più elevata, che si attesta a 4.286 franchi, quasi 200 franchi in più rispetto a chi contratta individualmente il salario per i quali la mediana è di 4.095 franchi.», mostra Giacomini. Lo stesso discorso vale anche per i salariati con poca responsabilità, indipendentemente dalla classe di età. «Anche in questo caso, il contratto collettivo riduce lo scarto rispetto alla contrattazione individuale». Per i quadri superiori e medi, invece, la contrattazione individuale garantisce mediamente salari maggiori del 29% circa.