Salute

La riabilitazione raddoppia

La Hildebrand di Brissago è pronta a sbarcare anche a Lugano
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Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
11.06.2023 10:55

«Buongiorno, come sta?». «Buongiorno, va meglio oggi?». Quando cammina Sandro Foiada, direttore del Clinica Hildebrand di Brissago, non è mai da solo. Pazienti, infermieri, terapisti, dottori sembrano essere tutti nei corridoi. «Il nostro ambiente non è quello di un ospedale», precisa a scanso di equivoci Luca Tonolla, responsabile delle terapie. E in effetti è così. Non solo per la vista sul lago, che spazia dalle Isole di Brissago e Cannobio e si può ammirare dalle ampie vetrate che illuminano le camere e le aree comuni. Qui la percezione è realmente quella di trovarsi in un luogo dove, pur affrontando cure e terapie, non si è mai lasciati da soli. Anche se il percorso non è affatto breve o scontato. Anzi, forse proprio per quello.  

Perché chi arriva qui, sulle sponde del lago Maggiore, ha bisogno di una riabilitazione. A volte neurologica, altre cardiovascolare, altre ancora muscoloscheletrica e psicosomatica.  E nonostante il luogo magico, nessuna si improvvisa, tutte meritano impegno, costanza e dedizione. Da parte di tutti. Pazienti e personale sanitario. Che dalla sua ci aggiunge competenze, qualità ed efficienza. Un ambiente particolare e recettivo, di sicuro unico, dunque, che la Clinica ha saputo affinare in 60 anni di esperienza - era il 1963 quando la struttura è stata inaugurata per volere di Else Hildebrand, che volle un centro di riabilitazione in memoria del padre Wilhelm - e adattare continuamente alle prestazioni. Anche le più moderne come dimostrano le ultime terapie che si avvalgono di robot e nuove tecnologie informatiche. Che rendono il percorso di riabilitazione non solo migliore dal punto di vista umano ma soprattutto clinico.

L’arrivo a Lugano

Ed è facendo leva su questo miscuglio prodigioso di qualità e vivibilità che la Clinica Hildebrand si appresta a sbarcare anche nel Sottoceneri, in pieno centro a Lugano. Dove a fine 2023 sarà operativo un centro ambulatoriale di riabilitazione neurologica con l’obiettivo di potenziare la continuità del percorso riabilitativo interdisciplinare post degenza del paziente.  Perché il percorso di guarigione non finisce quasi mai a Brissago. Ma ha ancora bisogno di trattamenti, ad esempio logopedici e neuropsicologici che non è sempre facile trovare sul territorio. Anzi, è sempre più difficile, vista la mancanza di specialisti adeguatamente formati. «Oltre alle persone che necessitano di una prosecuzione del trattamento riabilitativo successivamente al ricovero di degenza ospedaliera e di riabilitazione intensiva - spiega Foiada - con il centro di Lugano vogliamo rivolgerci anche alle persone colpite da malattie croniche, che necessitano di un percorso di riabilitazione ambulatoriale, finalizzato ad evitare il ricovero in regime di degenza, come per esempio i malati di Parkinson e di sclerosi multipla». 

Ma non è tutto. Con il nuovo ambulatorio, che si troverà in via Pretorio 14 nello stabile UBS e occuperà una superficie di 600 metri quadrati, la Hildebrand vuole pensare anche a tutti quelli che necessitano di prestazioni altamente specialistiche in logopedia, neuropsicologia, riabilitazione del pavimento pelvico e riabilitazione facciale, solo per fare alcuni esempi. E più in generale a quella fetta di popolazione con più di 70 anni in condizioni di pre-fragilità e fragilità che ha bisogno prevalentemente di un intervento ambulatoriale neurogeriatrico.

Un nuovo punto di riferimento

Portare la filosofia di Brissago a Lugano. È questa la volontà della Clinica Hildebrand che sulle sponde del lago, questa volta Ceresio, intende diventare un punto di riferimento per il paziente con tutta una serie di prestazioni proposte in sinergia con l’Istituto di Neuroscienze cliniche della Svizzera italiana. È  inoltre in fase di concretizzazione una probabile collaborazione con il Centro svizzero per paraplegici di Nottwil. Dalla fisioterapia (tra cui ad esempio la riabilitazione del pavimento pelvico, la riabilitazione neurocognitiva (ETC), la riabilitazione facciale e  il visual training) all’ergoterapia, dalla logopedia alla neuropsicologia, dalla psicoterapia alla consulenza nutrizionale, senza dimenticare le consultazioni mediche pre-ricovero, le prestazioni complementari e quelle preventive. Tutto questo riunendo sotto lo stesso tetto varie figure professionali «che interagiranno tra loro per incentivare l’interdisciplinarietà e favorire una presa a carico ambulatoriale controllata ed in linea con l’elevata competenza e qualità della nostra struttura», chiarisce Foiada. 

Il paziente al centro

Interdisciplinarietà. È questa un’altra parola chiave quando si parla di riabilitazione qui a Brissago. Perché ogni paziente alla Hildebrand, che dispone di 120 letti, è curato e seguito da un team di specialisti. Che non lo perde mai di vista. «In effetti per ogni paziente elaboriamo un progetto riabilitativo individuale - spiega Tonolla - in cui si definiscono le aree di intervento specifico, gli obiettivi, i professionisti coinvolti, le metodologie e le metodiche riabilitative e relativi tempi di realizzazione. Il programma stabilito dal progetto riabilitativo definisce, detto altrimenti, gli interventi specifici, gli obiettivi a breve termine, i tempi e le modalità di erogazione oltre al ruolo dei singoli operatori coinvolti così come le misure di esito appropriate per la valutazione del lavoro svolto».

Dalla palestra alle piscine

Foiada e Tonolla continuano a camminare per i corridoi e arrivano davanti a una porta socchiusa. Dietro c’è una palestra. Diversi pazienti stanno facendo degli esercizi. C’è chi è da solo, chi è accompagnato da un terapista. Le ampie vetrate questa volta riflettono la luce proveniente dal giardino.  Un piano più in basso c’è invece la piscina. Meglio, le piscine. Perché una è più piccola e ha il pavimento che si può alzare e abbassare a piacere. Mentre la seconda è molto più grande e permette ai degenti di muoversi tranquillamente approfittando del tanto spazio. Foiada si avvicina a una signora anziana che si sta mettendo la cuffia in testa. Il bagnino, sempre presente, spiega che la donna ha paura dell’acqua. Il direttore della Clinica le parla e la rassicura. L’anziana sorride e finisce di mettersi la cuffia. Fare terapia qui a Brissago vuol dire anche questo. Vedere un direttore trattare i pazienti come ospiti di un albergo. Perché curarsi è prioritario, ma questo non vuol dire perdere di vista anche quello che sta attorno. Che può essere una volta una parola, un’altra uno sguardo di vicinanza o interesse. 

Ma avere il paziente al centro alla Hildebrand significa anche non smettere di guardare avanti. Al futuro e alle possibilità offerte dalla tecnologia che sembra non fermarsi mai e offrire sempre qualcosa di nuovo, innovativo e soprattutto capace di migliorare il benessere del paziente e quindi anche la sua riabilitazione. 

Nella sala dei robot

È un po’ quello che accade nella sala robotica della struttura. Che si avvale di un team multidisciplinare di medici e terapisti e di macchine, appunto, ultra tecnologiche. Quattro in particolare sono strumenti tecnologicamente avanzati che sono stati scelti per offrire ai pazienti una modalità di recupero funzionale e cognitivo. Quello che ad esempio sembra un normale tapis roulant è ad esempio un avanzato sistema che permette una dettagliata valutazione della deambulazione e di stabilire la corretta postura, nonché proiettare l’immagine di se su un grande maxischermo. «Il suo nome è  Walker View - spiega Tonolla - è stato realizzato dalla ditta TecnoBody, distribuito in Svizzera dalla proxomed Medizintechnik Schweiz ed è utile nell’ambito dell’analisi del cammino e riabilitazione motoria degli arti inferiori». 

Un altro strumento, «che si chiama Nirvana della ditta BTS Bioengineering», è invece in grado di riconoscere i movimenti del corpo e proiettarli su una parete che interagisce con i movimenti inserendoli in una specie di realtà virtuale. Con il terzo apparecchio, «una leg press altamente tecnologica della ditta svizzera ddRobotec», ci si può invece anche immergersi in un videogioco. Perché è possibile muovere le gambe come se si stesse sciando e partecipando a una gara vera e propria a tempo e in cui si sfidano anche altri pazienti da tutto il mondo. «Tutti gli esercizi vengono calibrati in base all’allenamento e alla forza muscolare del paziente», precisa il responsabile delle terapie. Perché anche se all’apparenza sembra un gioco in realtà non lo è. Ma ha un altro nome. Riabilitazione. Una specialità che qui a Brissago sembra avere davvero tante facce. Dalla cura all’assistenza. Dall’infrastruttura alle terapie. Dalla vista su un fantastico paesaggio all’impressione di non essere mai da soli. Un’impressione che diventa giorno dopo giorno una certezza. 

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