La rivelazione di Kiev: «Entro giugno faremo saltare in aria il ponte di Crimea»

Il primo tentativo di distruzione risale al 2022. Il secondo, invece allo scorso luglio. Ma il ponte di Kerch è sopravvissuto, entrambe le volte, agli attacchi delle forze ucraine. Con i suoi 18,1 chilometri di lunghezza, collega la Crimea occupata con la Russia, ed è considerato uno degli obiettivi di Kiev, ormai da tempo. Tant'è che, ora, alti funzionari del servizio di intelligence militare ucraino (HUR) rivelano che, a breve, l'Ucraina potrebbe tentare, per la terza volta, di far saltare in aria il ponte. Con un vero e proprio annuncio, una fonte dell'intelligence ha infatti riferito al Guardian che la sua distruzione è «inevitabile», e che verosimilmente entro giugno verrà realizzato un nuovo attacco.
Il ponte, dopotutto, ha una storia controversa. Per Putin si tratta di un «ricordo» tangibile dell'annessione della Crimea alla Russia nel 2014, uno dei suoi «più grandi successi politici». Dall'altra parte, però, per Kiev, il ponte di Kerch è anche un simbolo (detestato) «dell'annessione illegale» del Cremlino, e pertanto, distruggerlo ripagherebbe gli sforzi dell'Ucraina per liberare la Crimea.
Le intenzioni per portare a termine l'obiettivo, dunque, ci sarebbero tutte. Non è chiaro, però, in che modo potrebbe svilupparsi l'attacco, tanto meno se l'HUR sia effettivamente in grado di portare a termine un'operazione di questo tipo contro un obiettivo così ben difeso. Mosca, infatti, negli ultimi tempi ha aumentato le misure di protezioni del ponte, rafforzando le difese anti-aree nell'area. Dal canto suo, la fonte interpellata da Guardian ha ribadito che il tentativo dovrebbe avvenire entro la prima metà dell'anno. Di più, secondo l'indiscrezione, Kyrylo Budanov, capo della principale direzione dell'intelligence, avrebbe già preparato «la maggior parte dei mezzi per raggiungere l'obiettivo».
I due attacchi precedenti
Come detto, però, dall'inizio della guerra, i tentativi di far saltare in aria il ponte sono stati già due. Il primo avvenne nell'ottobre del 2022, quando secondo le indagini di Mosca venne introdotta di nascosto una bomba su un camion, che fece precipitare nelle acque dello stretto di Kerch diverse campate della carreggiata.
Nel luglio del 2023, poi, un'incursione da parte di droni marini ucraini alle 3 del mattino aveva causato ingenti danni al tratto stradale parallelo a un tratto ferroviario utilizzato dall'esercito russo. Nell'attacco, secondo i media, erano morte due persone, mentre un bambino era rimasto ferito.
Cosa succederebbe?
Detto che, a tutti gli effetti, colpire una volta per tutte il ponte potrebbe essere molto complicato, che cosa succederebbe se Kiev riuscisse nel suo intento? Secondo quanto riporta il Guardian, per prima cosa Mosca sarebbe costretta a trasportare i rifornimenti militari su un strada che attraversa l'Ucraina meridionale occupata. In altre parole, passando per le province di Kherson e Zaporizhzhia. Una deviazione che, secondo i funzionari ucraini, potrebbe costare cara al Cremlino, dal momento che un simile cambiamento comprometterebbe in modo significativo la capacità di condurre offensive in un luogo dove avanzano le sue forze di terra.
Ma non è tutto. Sempre secondo quanto rivelano i funzionari dell'intelligence militare ucraina, le armi occidentali giocherebbero un ruolo cruciale per il raggiungimento dell'obiettivo. Nello specifico, Zelensky avrebbe ripetutamente chiesto alla Germania di contribuire con il suo sistema missilistico a lungo raggio Taurus. Tuttavia, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sempre rifiutato, sostenendo che ciò comporterebbe un coinvolgimento diretto di Berlino nella guerra con la Russia. E, di conseguenza, anche una pericolosa escalation.