La Russia festeggia il Den' Pobedy

Rispettati tutti i simboli della tradizione: oltre alla sfilata militare sulla Piazza Rossa a Mosca, polenta per tutti
Red. Online
07.05.2016 14:46

MOSCA - In una meravigliosa giornata soleggiata, la Russia ha festeggiato oggi con una parata militare sulla Piazza Rossa il Den' Pobedy, il Giorno della Vittoria nella Grande guerra patriottica. Oppure semplicemente chiamata "la Guerra", iniziata il 22 giugnno del 1941, quando Hitler lanciò l'invasione all'allora Unione Sovietica.

I testi di storia raccontano che la Grande guerra patriottica è parte integrante della Seconda guerra mondiale, ma tutti gli altri aspetti storici – dalla guerra in Europa dal 1 settembre 1939 a quella contro il Giappone, lo sbarco in Normandia, gli Alleati – vengono menzionati come eventi collaterali a quella che resta la guerra e la vittoria dei russi (o dei sovietici) contro il nazismo.

La capitolazione del Terzo Reich venne firmata con gli Alleati il 7 maggio 1945 ed entrò in vigore l'8 maggio, quando in tutta Europa si celebra il giorno della Memoria. L'Armata Rossa combatteva a Berlino, e Stalin volle rivendicare quello che considerava il contributo decisivo dell'Urss nella sconfitta di Hitler con una capitolazione che i tedeschi dovevano consegnare ai russi. L'ammiraglio Keitel firmò la resa al maresciallo Gheorghy Zhukov la sera dell'8 maggio 1945, quando a Mosca a causa della differenza del fuso orario era già il 9 maggio.

L'Unione Sovietica perse 28 milioni di vite nella guerra, e pagò sul campo di battaglia il prezzo più grande. Negli anni post-comunisti la celebrazione di una tragedia che ha colpito ogni famiglia assunse anche toni di rivincita: la vittoria su Hitler rimase l'unico pezzo del '900 russo non soggetto a revisione storica perchési era indubbiamente dalla parte dei giusti.

La Bandiera rossa della Vittoria, quella issata sul Reichstag, la medaglia della Vittoria tempestata di diamanti meritata solo da una dozzina di persone, la canzone "Giorno della Vittoria" eseguita da Lev Leschenko, la polenta distribuita da cucine da campo modello anni '40 nelle strade sono i simboli di quest'evento. Alla scenografia rimasta quasi immutata dall'epoca sovietica negli ultimi anni si sono aggiunti il nastrino nero-arancio dei reggimenti di guardia, diventato l'emblema anche dei separatisti filo-russi nell'Est ucraino, e Stalin, che dopo decenni di rimozione riappare su manifesti, fiancate di autobus e distintivi.