Guerra

La Russia ha speso molti rubli per ampliare i suoi cimiteri

I numeri raccolti dal Moscow Times parlano di aumenti importanti negli ultimi due anni, coincisi con l'invasione su larga scala dell'Ucraina
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Red. Online
22.07.2024 16:22

In Russia, le spese per i progetti di ampliamento dei cimiteri nei primi due anni di invasione su larga scala dell’Ucraina è stata (quasi) tre volte superiore rispetto ai due anni precedenti, secondo i dati del portale ufficiale degli appalti pubblici raccolti e pubblicati dal Moscow Times. 

Nel 2023, ad esempio, le regioni russe hanno speso oltre 225 milioni di rubli (2,5 milioni di dollari) per ampliare i cimiteri. Parliamo del doppio rispetto al 2022 e del sestuplo se prendiamo come paragone il 2020. Non solo, nel 2024 le autorità hanno già speso 136 milioni di rubli (1,5 milioni di dollari) a fronte dei 122 milioni spesi nel 2022, dei 124 milioni del 2021 e dei 38 milioni del 2020.

Nel 2018 e nel 2019, è vero, le regioni avevano speso complessivamente 1,1 miliardi di rubli (12,5 milioni di dollari). Un dato che però, spiega il Moscow Times, va contestualizzato, dal momento che Mosca aveva condotto un ampio programma di ristrutturazione dei propri cimiteri. Al netto delle spese sostenute dalla regione della capitale, in due anni erano stati spesi «solo» 125 milioni cumulativamente.

Se, e in quale misura, l’ampliamento dei cimiteri sia riconducibile alla guerra in Ucraina è difficile a dirsi. Un nesso, evidentemente, c’è. E sarebbe anche forte, nonostante l’agenzia statistica federale, Rosstat, indichi che il numero di morti da un anno all’altro è diminuito del 22% nel 2022 e di un altro 7,6% nel 2023. Meduza, per contro, aveva stimato – tramite un’analisi del registro federale delle eredità – che circa 120 mila persone erano decedute a causa del conflitto in Ucraina. Secondo Rosstat, la mortalità in Russia è aumentata del 18% nel 2020 rispetto al 2019. Nel 2021, ancora, la mortalità è aumentata di un altro 15,1%, raggiungendo i livelli dell’era della Seconda Guerra Mondiale. La causa, manco a dirlo, era legata alla diffusione del coronavirus: la Russia aveva confermato più di 680 mila decessi causati dalla COVID-19 nei primi due anni di pandemia. Ma il bilancio reale, secondo gli esperti, avrebbe superato il milione.

A detta del demografo Yan Bride, interrogato proprio dal Moscow Times, la guerra in Ucraina è solo uno dei fattori che spiegano o potrebbero spiegare l’espansione dei cimiteri. Altri fattori, infatti, sono la morte per cause naturali, l’invecchiamento della popolazione e i decessi, sempre più frequenti, legati all’alcol. Di sicuro, «l’effetto Covid è passato» e «l’intensificarsi dei decessi in età più giovane ha portato anche a una crescente domanda di servizi funebri per creare nuovi territori» ha spiegato Bride.

Secondo i calcoli di BBC Russian, la Buriazia è tra i leader in termini di perdite nella guerra in Ucraina, con circa 1.500 soldati e ufficiali morti al fronte e sepolti nella regione. Circa il 40% di tutti i cimiteri in fase di ampliamento si trova in insediamenti urbani e villaggi, mentre il 60% si trova in piccole città. Solo tre cimiteri appartengono a grandi città o capitali regionali come Mosca, San Pietroburgo e Murmansk.

«Per un piccolo cimitero rurale, 10-20 bare che arrivano dall’Ucraina sono molte, quindi sicuramente questi ampliamenti sono legati alla guerra» ha detto Sergei Krivenko, direttore dell’organizzazione umanitaria Grazhdanin. Armiya. Pravo. «Inoltre, un altro argomento per spiegare l’aumento di queste spese è legato al fatto che alcune regioni decidono di seppellire i combattenti nei cimiteri rurali e non in quelli entro i confini della città».

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