Il caso

«La sconfitta della Siria è anche la sconfitta della Russia»

I blogger di guerra russi accendono i riflettori sull'avanzata dei ribelli e, soprattutto, sulle conseguenze per Mosca: «Rischiamo di perdere le nostre basi dopo aver speso miliardi di rubli»
© AP/BILAL AL HAMMOUD
Red. Online
07.12.2024 15:45

L'allarme, spiega Reuters, è stato lanciato dai blogger di guerra russi. Cui il Cremlino, solitamente, concede maggiori libertà di parola. Le basi russe e la stessa presenza militare di Mosca in Siria sono fortemente minacciate dall'avanzata dei ribelli, decisi a rovesciare il regime di Bashar al-Assad e, mentre scriviamo queste righe, oramai a Damasco. D'altro canto, visto lo sforzo bellico in Ucraina, al momento la Russia non può vantare, in Medio Oriente, le stesse capacità di influenzare la situazione sul terreno che aveva nel 2015, quando intervenne con forza per sostenere al-Assad. Ne aveva parlato anche l'esperto dell'Università di Torino, Andrea Beccaro, intervistato dal Corriere del Ticino

La Siria, per Mosca, ha un peso geopolitico enorme. E questo perché permette al Cremlino di proiettare la sua influenza nella regione e, attraverso il Mediterraneo, in Africa. L'imbarazzo, al Cremlino, è evidente. Detto in altri termini, sì, c'è il rischio che la Russia perda la base aerea di Hmeimim e il porto di Tartus, sulla costa, il solo hub russo nel citato Mediterraneo. Rybar, blogger vicinissimo al Ministero della Difesa russo dal seguito importante su Telegram, ha parlato apertamente di grave minaccia ai suoi 1,3 milioni di follower. «Gli insorti non si fermeranno» ha avvertito Rybar. «Cercheranno di infliggere la massima sconfitta e il massimo danno reputazionale e fisico ai rappresentanti della Federazione Russa in Siria e in particolare di distruggere le nostre basi militari».

L'unica soluzione, ai suoi occhi, è un supporto dell'aviazione e degli specialisti russi, considerando lo stato in cui versa l'esercito regolare siriano. L'Ambasciata russa a Damasco, dal canto suo, ha consigliato ai cittadini russi di lasciare la Siria. Interrogato sabato a Doha sul destino delle basi russe, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha detto di non essere «in grado di fare ipotesi» su ciò che accadrà, ma ha affermato che Mosca sta facendo tutto il possibile per impedire ai «terroristi» di prevalere. «È inammissibile consentire a un gruppo terroristico di prendere il controllo del territorio in violazione degli accordi esistenti, a partire dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU che ha ribadito la sovranità, l'integrità territoriale e l'unità della Repubblica Araba di Siria».

In questi giorni, l'aviazione russa ha aiutato le forze governative a lanciare attacchi aerei contro i ribelli. Il Cremlino, con fermezza ma, certo, anche con preoccupazione, ha ribadito di sostenere al-Assad. Un altro blogger di guerra russo, Fighterbomber, ha spiegato ai suoi 500 mila follower che le forze di Mosca in Siria sono gravemente esposte e che l'eventuale, per alcuni probabile perdita della base aerea di Hmeimim non garantirebbe più a Mosca la possibilità di effettuare attacchi aerei. Il campo di aviazione di Hmeimim, a detta di Fighterbomber, non è progettato per resistere a un attacco esterno. «Cesserà di funzionare non appena il nemico si troverà nel raggio d'azione dell'artiglieria o dei droni». E ancora: «La situazione della base navale di Tartus è più o meno la stessa. Certo, può essere difesa e mantenuta per molto tempo se c'è qualcuno e qualcosa che lo fa, ma non sarà in grado di funzionare affatto o in modo molto limitato». Non solo, Fighterbomber ha avvertito che un'evacuazione completa dell'equipaggiamento militare, se caso, non sarebbe possibile. «Pertanto, il compito principale delle nostre forze in Siria è quello di impedire al nemico di entrare nella regione di Latakia, anche se dovessimo rinunciare temporaneamente al resto del territorio».

Con oltre 600 mila follower, il blogger di guerra Starshe Eddi ha invece affermato che la Russia ha pagato un prezzo molto alto per avere un punto d'appoggio in Siria. «Dieci anni lì, soldati russi morti, miliardi di rubli spesi e migliaia di tonnellate di munizioni spese devono essere compensati in qualche modo» ha scritto. «L'unica cosa che può darci la possibilità di compensare l'attuale fallimento e le risorse che abbiamo consumato è il mantenimento delle province di Latakia e Tartus».

Igor Girkin, un importante ex comandante della milizia russa che ha combattuto in Ucraina e che sta scontando una condanna a quattro anni di carcere dopo aver accusato Putin e i vertici dell'esercito di aver commesso degli errori nella guerra in Ucraina, ha affermato che la posizione di Mosca in Siria è sempre stata esposta dal punto di vista dei rinforzi e delle forniture. «Ora i nostri nemici hanno naturalmente deciso di approfittare della nostra debolezza nel momento in cui siamo impegnati sul fronte ucraino» ha scritto dal carcere. «Siamo sovraccarichi. La sconfitta della parte siriana sarà anche la nostra sconfitta».