Ticino

La Scuola di Polizia si farà, ma sarà a ranghi ridotti

Il Governo ha fatto un parziale dietrofront sulla misura inserita nel preventivo 2025 – L’anno prossimo verranno ammessi per la Cantonale solo dieci gendarmi – Norman Gobbi: «Otterremo comunque un risparmio di 700 mila franchi»
©Gabriele Putzu
Martina Salvini
16.04.2025 17:30

Ora è ufficiale: la Scuola di Polizia, il prossimo anno, si farà. Il Consiglio di Stato, nella sua seduta di oggi, ha infatti deciso di fare un parziale dietrofront dopo quanto annunciato in sede di preventivo. Come si ricorderà, tra le misure di risparmio annunciate dall’Esecutivo era stata inserita proprio la formazione dei nuovi agenti. La Scuola di Polizia, secondo quanto era stato previsto, nel 2025 sarebbe stata a effettivi ridotti - formando cioè 15 gendarmi anziché 20 -, per poi saltare del tutto nel 2026. Un provvedimento che avrebbe consentito un potenziale risparmio di quasi 2 milioni di franchi. Invece, la Scuola verrà organizzata anche l’anno prossimo, sebbene con un numero di gendarmi praticamente dimezzato. «Nel 2026 verranno ammessi 10 - e non 20 - agenti per la Polizia cantonale e almeno 7-8 per le Comunali, più alcuni aspiranti della Polizia dei Trasporti e della Polizia cantonale dei Grigioni», spiega al Corriere del Ticino il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, confermando che il Governo ha deciso di rivedere, almeno in parte, la propria decisione. «Con una Scuola di Polizia a ranghi ridotti - evidenzia il consigliere di Stato - riusciremo comunque a risparmiare quasi 700 mila franchi, garantendo così un certo impatto finanziario». Il trend dei prossimi anni, prosegue, indica comunque una diminuzione degli effettivi: «A fronte di una trentina di partenze ogni anno, tra dimissioni e pensionamenti, dalla Polizia cantonale, il numero di effettivi è destinato in tutti i casi a calare, anche mantenendo la Scuola di Polizia. D’altro canto, però, non possiamo rischiare di andare al di sotto di una certa soglia, altrimenti limiteremmo pesantemente l’attività del Corpo». Mansioni, dice Gobbi, «che vanno ben al di là del posizionamento dei radar, come spesso si vuol far credere».

In sovrannumero

Attualmente, ricordava il Governo rispondendo qualche mese fa a una interrogazione della deputata socialista Tessa Prati, la Polizia è in sovrannumero: «A dicembre 2024, il piano posti autorizzati (PPA) della Polizia cantonale ammontava a 813 unità (funzioni di polizia e amministrativi) con un numero di esuberi pari a 35 unità (solo funzioni di polizia)». Inoltre, secondo i dati forniti a inizio anno dalla Conferenza dei comandanti dei corpi cantonali, se in Svizzera si conta un poliziotto ogni 477 abitanti, in Ticino - con oltre un migliaio di agenti - si arriva addirittura ad averne uno ogni 329 abitanti. «Ma questo si giustifica anche con la nostra posizione geografica», rileva Gobbi. «Il Ticino, quale cantone di frontiera, ha un carico di lavoro ben diverso rispetto ad altri cantoni. Ad esempio, ogni fermo condotto dalle guardie di confine, poi passa alla Polizia cantonale per il perseguimento. Se teniamo poi conto delle presenze di frontalieri e turisti, il Ticino supera regolarmente le 450mila presenze sul proprio territorio». Per questo, prosegue il direttore del DI, è importante non ridurre troppo gli effettivi. «Rinunciare alla Scuola di Polizia per il prossimo anno avrebbe avuto una serie di ripercussioni, anche per i Comuni. I quali, non avendo la possibilità di formare agenti, sarebbero verosimilmente andati a sottrarli dalla Cantonale, già alle prese diverse decine di partenze ogni anno, anche verso le Comunali». Insomma, rinunciando alla formazione, si sarebbe acuita la contesa per il personale. Parallelamente, però, il Governo ha anche deciso di ritoccare verso l’alto il costo di partecipazione alla formazione per i partner esterni. E quindi anche per gli enti locali, che per ciascun agente saranno chiamati a versare non più 60 mila franchi, ma 80 mila. «Una decisione - dice il consigliere di Stato - presa anche in virtù del fatto che finora il contributo richiesto agli altri Corpi per accedere ai corsi era ben inferiore al costo reale della formazione». I Comuni, spiega Gobbi, sono già stati informati. «Del resto sapevano che, a tendere, sarebbe stato necessario procedere a un adeguamento dei costi».

«Una conquista»

Ad accogliere con soddisfazione il parziale dietrofront del Governo è stato il presidente della Federazione Svizzera Funzionari di Polizia, sezione Ticino, Ivan Cimbri, che nei mesi scorsi aveva duramente criticato l’annullamento della Scuola di Polizia. Al punto da mandare una lettera - insieme a OCST e VPOD - all’Esecutivo per manifestare preoccupazione per la misura e chiedere all’Esecutivo un ripensamento. «Quella ottenuta è una conquista», commenta ora Cimbri. «La Polizia cantonale non verrà penalizzata e le altre Polizie che partecipano al corso non saranno bloccate». Infatti, ricorda, «il centro di formazione si occupa anche di istruire il personale italofono per la Polizia dei trasporti e per quella militare, oltre a quella dei Grigioni. Rinunciare al corso avrebbe significato voltare loro le spalle e costringerli a riorientarsi per la formazione dei loro agenti». Insomma, «sarebbe stato un vero autogol». Il fatto poi di consentire la formazione a dieci agenti della Cantonale, prosegue Cimbri, è da leggere come un passo nella giusta direzione. «Ma spero che i calcoli siano stati fatti correttamente, visto che il Corpo perde ogni anno una trentina di agenti». In tutti i casi, secondo il presidente della Federazione dei Funzionari di Polizia, rimane fondamentale riuscire frenare l’emorragia di personale: «La Polizia cantonale, oggi, non è la realtà che offre le migliori condizioni di lavoro. Tanto è vero che chi lascia, spesso si sposta nelle Comunali o nella Polizia dei Trasporti, ma anche in aziende private come le banche e le assicurazioni».