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L'incidente segue la recente promulgazione di due leggi della Knesset (il Parlamento israeliano), che prendono di mira le operazioni dell'agenzia ONU nei Territori palestinesi – Donald Trump: «In Medio Oriente stiamo facendo progressi con i colloqui» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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![La sede dell'UNRWA a Gerusalemme Est presa d'assalto da coloni israeliani](https://naxos-cdn01.gruppocdt.ch/cdt/stories/2025/02/03/1920x1080/a6b51c64-4f0e-40f7-ab36-2862541c3145.jpeg)
22:19
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Trump sosterrà l'annessione della Cisgiordania? «Israele è un Paese piccolo, non va bene»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha glissato su una domanda posta da un cronista nello Studio Ovale se appoggerebbe un'eventuale annessione della Cisgiordania da parte di Israele, rispondendo che quest'ultimo è un Paese «piccolo piccolo» e questo «non va bene» e facendo un paragone con la sua penna. Lo scrive il Times of Israel, che riporta una citazione del tycoon. «Non ne parlerò. È certamente un piccolo, un piccolo Paese in termini di territorio. Vedi questa penna?» ha continua Trump, mostrando la penna che usa per firmare gli ordini esecutivi. «Questa meravigliosa penna sulla mia scrivania è il Medio Oriente, e il coperchietto della penna è Israele. Non va bene, vero? Sai, è una bella differenza. La uso come analogia, è piuttosto accurata, in realtà. È un pezzo di terra piuttosto piccolo. È incredibile cosa sono stati in grado di fare se ci pensi. C'è un sacco di buona, intelligente potenza mentale, ma è un pezzo di terra molto piccolo, non c'è dubbio», ha detto, secondo il Times of Israel.
20:07
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«Non c'è nessuna garanzia che la tregua a Gaza tenga»
«Non c'è nessuna garanzia che la tregua a Gaza tenga». Lo ha detto Donald Trump nello Studio Ovale. Trump ha detto di non essere sicuro che il cessate il fuoco a Gaza durerà.
«Non ho garanzie che la pace si mantenga», ha detto il presidente. Il suo inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff, presente nello Studio Ovale, ha aggiunto: «Finora regge, quindi siamo certamente fiduciosi».
«Abbiamo un deficit massiccio con l'Ue»: ha poi ribadito Donald Trump nello Studio Ovale, parlando di un deficit di 350 miliardi di dollari e lamentandosi che l'Ue «non acquista le nostre merci, le nostre auto, i nostri prodotti agricoli con la scusa dei pesticidi e di altre sostanze chimiche. Hanno abusato per anni degli Usa, ora vogliono fare un accordo», ha detto, sottolineando però che deve essere «equo».
Il presidente americano ha pure detto che potrebbe usare il nuovo fondo sovrano che ha ordinato di creare anche per TikTok. E ha affermato di voler scambiare le terre rare dell'Ucraina con gli aiuti degli Stati Uniti.
19:44
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La Siria in cerca di sponsor
Prima Riad e poi Ankara: sono le tappe delle prime visite all'estero del nuovo autoproclamato presidente siriano Ahmad Sharaa, autore due mesi fa di un golpe militare, fortemente sostenuto dalla Turchia, che è riuscito a scalzare il potere incarnato per più di mezzo secolo dalla famiglia Assad, sostenuta per decenni da Teheran e da Mosca.
Arabia Saudita e Turchia, assieme a Israele e Stati Uniti, emergono infatti come i principali beneficiari del nuovo ordine nella Siria occidentale e costiera, proprio mentre la Russia tenta di mantenere, tramite negoziati diretti con Damasco, almeno una delle sue basi strategiche sul Mediterraneo.
«L'Arabia Saudita svolgerà un ruolo importante nel futuro della Siria», ha detto Sharaa durante la sua visita a Riad. Secondo il presidente siriano, il suo Paese rappresenta «una grande opportunità di investimenti» per i sauditi.
Osservatori regionali affermano che il regno del Golfo, tornato a far pesare la sua forza anche nel vicino Libano, intende espandere la sua influenza in tutto il Medio Oriente a scapito dell'Iran, usando proprio l'arma finanziaria degli investimenti per la ricostruzione infrastrutturale della martoriata Siria.
Dal canto suo, la Turchia ha già da tempo stabilito un rapporto clientelare con Sharaa e la sua struttura di potere: l'ex capo qadista siriano si è accreditato negli ultimi anni come un leader quasi autonomo nel nord-ovest sotto una diretta influenza politica, finanziaria e militare turca.
Ora che l'ex 'governo di salvezza siriano' nella remota periferia di Idlib si è trasferito in blocco a Damasco, capitale 'ritrovata' della «Repubblica araba siriana», il tema cruciale nei rapporti tra Sharaa ed Erdogan è proprio l'attaccamento all'identità araba, escludendo ogni inclusione con le comunità curdo-siriane.
Queste, da più di 10 anni, vivono in un'area gestita dall'amministrazione di fatto autonoma dell'ala siriana del Pkk, formazione considerata terrorista da Ankara. Dopo l'avvento di Sharaa al potere, le forze curdo-siriane si sono dette disposte a negoziare con Damasco una forma decentralizzata di governo «siriano per tutti i siriani», curdi inclusi.
Nelle aree del nord-est e dell'est gli Stati Uniti stanno espandendo il loro controllo militare in zone strategiche e ricche di risorse energetiche, occupando spazi lasciati sguarniti dalle forze russe e iraniane in ritirata. La Turchia, membro della Nato, chiede a Washington garanzie sul contenimento delle aspirazioni autonomiste curde in Siria. E ha per questo occupato dal 2018 ampie fasce di territorio siriano a ridosso del confine turco.
Da due mesi, l'offensiva turca lungo l'Eufrate siriano si è fatta particolarmente intensa contro le forze curde. E l'autobomba esplosa nella cittadina contesa di Manbij (21 morti, tra cui donne e bambini) è il risultato di una sanguinosa escalation.
Prima a Riad e poi ad Ankara, il nuovo raìs siriano Ahmad Sharaa gioca le sue carte in questo pericoloso gioco a geometrie variabili: tra necessità di raccogliere finanziamenti stranieri e ricevere sostegno politico e diplomatico occidentale, arabo e turco. Tentando di non perdere credibilità interna. Sottomettendosi alle forze straniere, come Israele che occupa indisturbata nuove porzioni di Siria sud-occidentale.
19:44
19:44
Oltre il 90% delle scuole di Gaza distrutte
Più del 90% delle scuole di Gaza sono state completamente o parzialmente distrutte, rendendole inutilizzabili. Lo afferma la Relatrice Speciale sul diritto all'istruzione, Farida Shaheed, citata dall'agenzia Wafa. Secondo Shaheed, le scuole sono state ripetutamente attaccate anche dopo essere state trasformate in rifugi per i civili.
La relatrice ha sottolineato che la ripresa del sistema educativo di Gaza dipende principalmente dalla fine della guerra e dell'occupazione israeliana. Mentre il secondo semestre dell'anno scolastico è iniziato ieri nei Territori palestinesi, l'istruzione a Gaza rimane completamente bloccata da quando è scoppiato il conflitto tra Israele e Hamas. Shaheed ha anche sottolineato la distruzione di tutte le università di Gaza e dell'archivio centrale contenente 150 anni di documenti storici, oltre alla rovina di 13 biblioteche.
«L'istruzione non serve solo ad acquisire competenze, ma anche a sviluppare l'autocomprensione, l'identità collettiva, l'unità sociale e ad andare avanti insieme», ha affermato Shaheed. «Questo è ciò che viene deliberatamente distrutto a Gaza. Insegnanti e studenti hanno subito un trauma immenso durante l'assalto di Israele», ha aggiunto.
Per affrontare la crisi, la relatrice Onu ha chiesto programmi di borse di studio su larga scala per gli studenti palestinesi.
19:22
19:22
Autobomba a Manbij, sale a 21 il numero dei morti
L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria ha riferito oggi che è salito a 21 morti, tra cui donne e tre minori, il bilancio del sanguinoso attentato con autobomba compiuto oggi a Manbij, nel nord della Siria al confine con la Turchia. I feriti sono almeno otto.
Sia il governo di Damasco, dominato dall'autoproclamato presidente Ahmad Sharaa (Jolani) sostenuto dalla Turchia, sia le forze curdo-siriane ostili ad Ankara e alleate degli Stati Uniti, hanno condannato l'attentato di Manbij.
18:36
18:36
Netanyahu prolunga il viaggio negli Stati Uniti
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, rimarrà a Washington fino a sabato sera. Lo scrive Times of Israel che cita il suo ufficio. La decisione è motivata «dalle numerose richieste di incontro da parte di funzionari statunitensi». Il rientro del premier in Israele era previsto per giovedì.
Questo cambiamento significa che Netanyahu sarà negli Stati Uniti durante il sabato ebraico e si troverà all'estero quando si prevede che avverrà il prossimo rilascio di ostaggi da Gaza, scrive il quotidiano.
17:59
17:59
La sede dell'UNRWA a Gerusalemme Est presa d'assalto da coloni israeliani
Un gruppo di coloni israeliani ha preso d'assalto la sede dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei Rifugiati Palestinesi (UNRWA) nel quartiere di Gerusalemme Est di Sheikh Jarrah. Lo riferisce l'agenzia palestinese Wafa.
Secondo alcune fonti locali, i coloni hanno preso d'assalto la sede dell'UNRWA, innalzando bandiere israeliane ed esponendo striscioni provocatori nell'ufficio.
L'incidente segue la recente promulgazione di due leggi della Knesset (il Parlamento israeliano), che prendono di mira le operazioni dell'agenzia ONU nei Territori palestinesi. Le leggi, entrate in vigore giovedì scorso, sono destinate a privare decine di migliaia di rifugiati palestinesi di servizi essenziali, tra cui l'istruzione e l'assistenza sanitaria.
La prima norma vieta le attività dell'UNRWA all'interno delle aree sotto la sovranità israeliana, il che include l'interruzione delle operazioni dell'agenzia e la chiusura dei suoi uffici. La seconda legge vieta qualsiasi interazione con l'agenzia, limitando fortemente la sua capacità di fornire aiuti e supporto ai rifugiati palestinesi nella regione.
15:58
15:58
Hamas: «Siamo pronti per il secondo round di colloqui»
Hamas si dice "pronto" per il secondo round di colloqui con Israele per la realizzazione della fase due dell'accordo sul cessate il fuoco. Lo riferisce un funzionario del movimento militante islamico palestinese.
13:19
13:19
Hamas: «I 2 cittadini russo-israeliani saranno rilasciati presto»
Un alto funzionario di Hamas, Moussa Abu Marzouk, afferma che il russo israeliano Maxim Herkin, rapito a Gaza durante il festival Nova il 7 ottobre 2023, sarà rilasciato in via prioritaria nella seconda fase dell'accordo e che anche l'altro ostaggio Sasha Trufanov, cittadino russo e israeliano, verrà rilasciato a breve. Lo riportano i media israeliani.
11:01
11:01
Siria: Jolani domani vedrà Erdogan in Turchia
Il presidente siriano ad interim Ahmed al-Sharaa, detto Al Jolani, si recherà domani ad Ankara per incontrare il capo di Stato turco, Recep Tayyip Erdogan.
Si tratta della sua seconda visita all'estero da quando ricopre il ruolo, dopo essere stato ieri in Arabia Saudita, dove ha incontrato il principe ereditario Mohammed Bin Salman.
Durante l'incontro con Erdogan «saranno discussi tutti gli aspetti degli ultimi sviluppi in Siria e saranno valutate le misure congiunte che entrambi i Paesi dovranno adottare per la ripresa economica, la stabilità sostenibile e la sicurezza in Siria», si legge in un comunicato della presidenza della Repubblica di Ankara che annuncia la visita.
09:53
09:53
Israele rifiuta la fase 2 della tregua senza lo sradicamento di Hamas
L'obiettivo del premier israeliano Benyamin Netanyahu nel suo incontro con il presidente USA Donald Trump a Washington è di assicurarsi il pieno supporto degli Stati Uniti per perseguire lo «sradicamento» di Hamas: lo scrive Haaretz citando un membro della delegazione del premier israeliano.
Il giornale riferisce che la fonte ha rifiutato di impegnare Israele ad adempiere ai suoi obblighi nella seconda fase dell'accordo sulla tregua - ritirandosi completamente dalla Striscia di Gaza e dal corridoio di Filadelfia - senza raggiungere questo obiettivo.
L'ufficio del premier ha affermato che i negoziati sulla seconda fase inizieranno oggi con l'incontro a Washington tra Netanyahu e Steve Witkoff, inviato di Trump in Medio Oriente.
Una fonte vicina alle discussioni ha affermato che l'amministrazione Trump agirà per garantire che Netanyahu porti avanti i negoziati, nonostante le sue precedenti dichiarazioni sul ritorno al combattimento al termine della prima fase dell'accordo e la sua opposizione al passaggio alla seconda fase.
08:48
08:48
«15 morti in un attentato con un'autobomba nel nord della Siria»
Almeno 15 persone, la maggior parte lavoratori agricoli, sono rimaste uccise in un attentato con un'autobomba nei pressi di Manbij, nella Siria settentrionale, dove le fazioni filo-turche stanno combattendo le forze curde. Lo ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale Sana.
Citando i soccorritori dei Caschi Bianchi, Sana ha parlato di «un massacro» su una strada all'ingresso della città di Manbij con «l'esplosione di un'autobomba vicino a un veicolo che trasportava lavoratori agricoli», un attentato costato la vita a 14 donne e un uomo. La stessa fonte menziona «15 donne ferite, alcune in condizioni critiche».
07:57
07:57
Il presidente tedesco visita Arabia Saudita, Giordania e Turchia
Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier inizia oggi una visita di tre giorni in Medio Oriente. Lo riporta la Dpa ricordando che il viaggio, originariamente previsto per novembre, è stato posticipato a causa della crisi politica in Germania.
Steinmeier incontrerà il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, il re di Giordania Abdullah II e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il nuovo governo in Siria, il conflitto di Gaza, l'indebolimento del potere regionale dell'Iran e la posizione della nuova amministrazione statunitense in Medio Oriente saranno argomenti centrali durante la visita.
06:00
06:00
Il punto alle 6.00
Una delegazione di Hamas, guidata dal vicecapo dell'ufficio politico dell'organizzazione, Mousa Abu Marzouk, vuole chiedere l'assistenza della Russia per alleviare la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. Lo riferisce l'agenzia Tass che cita una fonte all'interno della leadership di Hamas. «Chiederemo assistenza per mitigare la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza», ha detto la fonte, delineando gli obiettivi della delegazione per la visita a Mosca.
Il presidente statunitense Donald Trump ha dal canto suo detto che «i colloqui in Medio Oriente con Israele e altri interlocutori stanno facendo progressi». Il presidente americano riceverà domani (martedì) alla Casa Bianca il premier israeliano Benjamin Netanyahu, arrivato ieri sera a Washington. «Martedì arriverà Bibi Netanyahu e abbiamo in programma alcuni incontri molto importanti», ha affermato il tycoon.