La sorveglianza elettronica potrebbe diventare attiva

Dal primo gennaio il Ticino ha ufficialmente introdotto il braccialetto elettronico per gli autori di violenza domestica e stalking in ambito civile. Si tratta, in estrema sintesi, di una cavigliera elettronica con un sistema GPS che permette di controllare a posteriori eventuali violazioni del divieto di avvicinamento imposto dal Pretore o dal giudice civile. Il via libera definitivo verrà dato dal Gran Consiglio verosimilmente nella prossima sessione parlamentare: lunedì scorso, infatti, la Commissione giustizia e diritti ha approvato la necessaria modifica legislativa e, al contempo, ha auspicato il passaggio alla sorveglianza di tipo attivo.
Un passo avanti, questo, auspicato negli scorsi mesi anche dalla direttrice del Dipartimento federale di giustizia e polizia, Karin Keller-Sutter, e che il Cantone intende valutare attentamente. Come ci conferma la direttrice della Divisione della giustizia, Frida Andreotti, «sul tavolo c’è la volontà di costituire un gruppo di lavoro permanente sul monitoraggio elettronico che studierà anche la possibile applicazione della sorveglianza attiva sia in ambito civile sia in ambito penale» delle vittime di stalking o violenza domestica. E, potenzialmente, potrebbero essere le stesse vittime che hanno richiesto questa misura a poter «attivare» il tracciamento. Ma questa è musica del futuro. Non avendo oggi neppure le basi legali per tale modalità di sorveglianza e gli apparecchi tecnici adeguati.
Uno, ma volontario
Per ora, però, il braccialetto elettronico in ambito civile resta uno strumento inutilizzato in tutto il Paese. «In Svizzera non ci risulta che sia stato ad oggi applicato. Ci sarebbe un solo caso a Losanna ma la richiesta è stata formulata dallo stesso autore», osserva Andreotti. «Anche in Ticino l’attuazione di questa misura non ci risulta essere ancora stata richiesta». Va infatti ricordato che l’impiego del braccialetto elettronico avviene solo su domanda da parte della vittima e del suo legale e non è invece imposto dal Pretore.
Paga il molestatore
Il Ticino si è dotato di cinque dispositivi, oltre alla ventina già in uso per la sorveglianza in ambito penale, e la durata massima della sorveglianza elettronica è di sei mesi, al termine dei quali il Pretore valuterà se sarà necessario prolungare questo periodo. Il costo minimo giornaliero di locazione ammonta ad almeno 15 franchi al giorno e le spese sono a carico dell’autore di violenza o stalking. In caso di indigenza le spese sono anticipate dallo Stato, che può recuperare l’importo dovuto nel corso degli ultimi 10 anni. Come rilevato nel rapporto commissionale di Giorgio Galusero (PLR) e Fiorenzo Dadò (PPD), i dati sulla violenza domestica «sono impressionanti»: la sola polizia cantonale, nel 2020, «ha compiuto 1.105 interventi per arginare episodi di violenza e proteggere le vittime». Le cifre ufficiali «fotografano solo una parte del fenomeno a causa della difficoltà e resistenza da parte delle vittime a segnalare e denunciare gli episodi».
Sotto la lente anche i terroristi
La sorveglianza elettronica in ambito civile non è però l’unica novità per il Ticino nel 2022. Nel corso di quest’anno andrà implementata anche la sorveglianza di persone potenzialmente pericolose (come, ad esempio, i presunti terroristi), così come previsto dalla nuova Legge sulle misure di polizia. Il Cantone ha recentemente indicato a fedpol - che stima circa 30 casi di sorveglianza elettronica di potenziali terroristi all’anno in tutta la Svizzera - come la polizia e la Divisione della giustizia applicano questa misura.