La storia dell’acciaieria Azovstal
Azovstal. Un nome tornato di strettissima attualità in queste ultime, drammatiche ore. Parliamo dell’acciaieria di Mariupol. Il simbolo della resistenza ucraina.
Parlare di acciaieria, oggi, è quasi sbagliato. La produzione, infatti, è sospesa da diverse settimane. Da quando, cioè, la Russia ha invaso il Paese. Metinvest, l’azienda proprietaria dell’impianto, aveva subito annunciato lo stop. Non accadeva dal 1941, quando a interrompere il lavoro e la quotidianità fu la Seconda guerra mondiale.
Il più grande
Metinvest è il più grande produttore di acciaio in Ucraina e il dodicesimo a livello mondiale. Roba grossa, insomma. Lo scorso anno, il 45% dell’acciaio grezzo che ha lasciato il Paese era firmato, appunto, Metinvest. Solo nei primi cinque giorni di guerra, leggiamo, secondo le stime Kiev ha perso lo 0,7% della sua produzione annuale. Figuriamoci ora.
Metinvest, in tempi normali, impiegava migliaia e migliaia di persone nell’impianto. Poco prima dell’invasione, il proprietario Rinat Akhmetov, l’uomo più ricco di tutta l’Ucraina, famoso per essere il patron dello Shakhtar Donetsk, aveva annunciato piani di modernizzazione per un miliardo di dollari. L’acciaieria, nel frattempo, è stata bombardata e devastata. Ricostruire, beh, sarà complicato. A maggior ragione considerando l’attuale situazione di Mariupol.
I destini di questo angolo di Ucraina, d’altro canto, riguardano il mondo intero. Per dire: l’Italia rappresentava il mercato d’uscita principale per Azovstal. Il 46% di tutte le vendite aveva come destinazione il Belpaese.
I rifugi
Le acciaierie del gruppo Metinvest hanno già vissuto momenti difficili, sebbene non così estremi, in passato. Per certi versi, erano addirittura pronte a uno scenario del genere. Nel 2015, infatti, i siti produttivi di Metinvest subirono il fuoco di artiglieria dei separatisti filo-russi. La guerra, del resto, in Ucraina è scoppiata già nel 2014.
Metinvest, da allora, ha costruito rifugi e allestito piani di protezione. Si calcola che in queste settimane 4 mila impiegati abbiano trovato riparo proprio in questi rifugi nell’impianto di Azovstal. Ne aveva dato notizia Bloomberg, chiarendo che i lavoratori avevano accesso a cibo, acqua e telefono via satellite.
La Germania nazista
Dopo i primi bombardamenti delle truppe russe, gli esperti avevano sottolineato i pericoli per la popolazione e l’ambiente per il rilascio nell’aria di sostanze tossiche. I residenti di Mariupol, ahinoi, già prima della guerra vivevano in una delle città più inquinate dell’intera Ucraina, complici la presenza di acciaierie e aziende siderurgiche. I vertici di Metinvest, da tempo, avevano comunque allestito un piano per ridurre i rischi in caso di attacco.
L’acciaieria Azovstal venne fondata nel 1930 su decisione del Soviet Supremo dell’Economia Nazionale. Siccome le cose, nell’Unione Sovietica, spesso andavano come andavano la produzione cominciò soltanto nel 1933. La produzione di acciaio per contro partì nel 1935. Quando la Germania nazista occupò Mariupol, nel 1941, come detto le operazioni dovettero fermarsi. Ripresero nel 1943, salvo fermarsi a fine febbraio. Quando la Russia ha messo piede in Ucraina.