La sussidiarietà nella Costituzione cantonale, un principio che divide
Fra pochi giorni i ticinesi saranno chiamati alle urne per esprimersi su due oggetti in votazione: il primo riguarda la legittima difesa (ed è stato ampiamente discusso), il secondo riguarda invece l’introduzione nella Costituzione cantonale del principio di sussidiarietà. Di quest’ultimo, forse perché più complesso e politicamente meno accattivante, si è parlato molto meno. Tuttavia la questione non è di seconda importanza rispetto all’altro oggetto in votazione.
Di cosa si tratta
Il testo in votazione propone di inserire un nuovo capoverso all’articolo quattro della Costituzione cantonale che recita così: «Lo Stato persegue i suoi scopi nel rispetto del principio della sussidiarietà». Una frase apparentemente innocua che però, a livello politico, divide. Il principio della sussidiarietà è infatti già presente nella Costituzione federale (art. 5a) e in estrema sintesi prevede che le prestazioni erogate ai cittadini siano di competenza dell’autorità politica (Comune, Cantone o Confederazione) più prossima al cittadino e che meglio può svolgere quel compito. Ad esempio: il Comune raccoglie i rifiuti e stila il Piano regolatore, il Cantone si occupa delle immatricolazioni dei veicoli e del sostegno sociale, e la Confederazione della politica estera e dell’esercito. Secondo questo principio tutto ciò che può essere fatto da un livello politico non deve essere assunto da un’autorità superiore. Per questo motivo Muzzano non si occupa di politica estera e il Dipartimento federale dell’ambiente non si occupa di raccogliere i rifiuti a Muzzano. E fin qui, niente di eclatante; come detto si tratta di un principio già presente nella Costituzione federale che andrebbe inserito anche in quella cantonale.
Tuttavia, quello descritto finora riguarda una delle due dimensioni del principio: la sussidiarietà verticale (ovvero l’assegnazione di compiti tra Comuni, Cantone e Confederazione). È l’altra dimensione, quella orizzontale, ad accendere il dibattito. La dimensione orizzontale riguarda infatti l’assegnazione dei compiti tra pubblico e privato, e l’introduzione di questo principio senza specificare come verrà attuato e quindi senza una base legale abbastanza chiara, non è vista di buon occhio dai contrari al testo. Secondo i contrari la sussidiarietà orizzontale (citiamo l’opuscolo informativo) «metterebbe a rischio, senza necessità, l’equilibrato sistema istituzionale esistente». Inoltre, sempre secondo i contrari, l’obiettivo non dichiarato della modifica costituzionale sarebbe quello di «cedere ai privati la gestione di varie politiche pubbliche». Insomma, si indebolirebbe il ruolo dello Stato a favore del privato. Secondo i favorevoli, invece, «il principio di sussidiarietà ha applicazioni diffuse e quotidiane, non solo per ripartire i compiti tra Cantone e Comuni, ma anche nelle relazioni con la società civile. Ciò è dimostrato dalle tante istituzioni e associazioni private che, siccome svolgono attività di interesse pubblico per conto del Cantone, ricevono sussidi compensativi da parte dello Stato, che ne riconosce così il ruolo a favore della collettività». Insomma, i privati hanno già un ruolo importante in diverse politiche pubbliche, e grazie all’introduzione di questo principio anche nella Costituzione cantonale, questo loro ruolo sarebbe riconosciuto e meglio preciso».