Il caso

La Svizzera, per ora, non limiterà Huawei

Le componenti dell'azienda cinese sono fondamentali nello sviluppo della rete 5G ma, a differenza della Germania, Berna sembrerebbe avere le mani legate
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Online
09.03.2023 17:00

Gli Stati Uniti ne sono convinti: Huawei è una spia di Pechino. Tant’è che Washington, anni fa, aveva deciso di bandire il colosso cinese delle telecomunicazioni dal Paese. Da allora, l’America preme affinché anche i suoi alleati occidentali si comportino allo stesso modo. Se il Canada, nella primavera del 2022, aveva seguito l’esempio del vicino, l’Europa – salvo la Lituania – finora ha mantenuto un profilo basso. Complici, manco a dirlo, i rapporti economici con il Dragone.

Qualcosa, ad ogni modo, si sta muovendo. La Germania, riferisce Handelsblatt, starebbe pensando di limitare la tecnologia cinese nella sua rete di telefonia mobile. Tradotto, Deutsche Telekom, Vodafone e Teléfonica dovranno ritirare le componenti Huawei già installate. Il motivo? La rete rappresenta un’infrastruttura critica. E il fatto che il 60% delle componenti installate sulla rete tedesca provenga dall’azienda cinese, beh, è un problema. Oltre al danno, verrebbe da dire, la beffa: il costo delle sostituzioni dovrà essere sopportato interamente dalle compagnie telefoniche. Parliamo di miliardi di euro.

E il nostro Paese?

Anche la Svizzera, spiega il Blick, potrebbe avere problemi – un domani – con Huawei. E questo perché l’azienda cinese gioca un ruolo chiave nello sviluppo della rete 5G della Confederazione. Tradotto: Sunrise, Salt e l’ex regia federale Swisscom utilizzano componenti Huawei.

«Sunrise concorda con la valutazione fatta finora dalle autorità federali, secondo cui Huawei non dovrebbe essere esclusa dall’implementazione dell’infrastruttura 5G» per il fatto di essere finita al centro di una guerra commerciale fra Cina e Stati Uniti, ha dichiarato un portavoce. E ancora: «La legge svizzera sulle telecomunicazioni obbliga gli operatori di telecomunicazioni a proteggere le loro reti. È ovvio che Sunrise rispetta tutti i requisiti di legge».

Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), dal canto suo, ha spiegato che gli americani non hanno ancora fornito le necessarie prove a sostegno della loro tesi.

Da anni, invero, il SIC discute regolarmente della rivalità tra Stati Uniti e Cina. Secondo il Servizio delle attività informative c’è un «crescente divario» tra l’Occidente liberale e il capitalismo di Stato. La sua osservazione: «In futuro la Svizzera potrebbe essere costretta a limitarsi a uno di questi spazi normativi».

Come per TikTok

Per il momento, la Confederazione non ha molto da dire sulla vicenda. A differenza della Germania, la Svizzera non ha abbastanza competenze giuridiche per influenzare gli acquisti di materiale tecnico degli operatori di rete. Per dirla altrimenti, se un’azienda privata come Sunrise intende utilizzare componenti Huawei per il suo 5G, Berna non può, per principio, impedirlo.

Gli sforzi, politici, per cambiare le cose a oggi non sono mai andati in porto. Il Partito Socialista, un anno fa, aveva chiesto al Consiglio federale di astenersi dall’utilizzare tecnologie di imprese controllate da Stati autoritari. Invano. Per tacere di ciò che, finora, (non) è stato deciso in merito all’uso di TikTok per gli smartphone dei dipendenti federali: «Al momento non è previsto alcun divieto per TikTok sui telefoni cellulari ufficiali» ci aveva detto l’Amministrazione federale a fine febbraio.