La Svizzera si è mossa in ritardo, se ne riparlerà più in là
Così fa proprio male. Perché l’impressione è che nessuno abbia visto arrivare il muro. Ci abbiamo sbattuto, per l’ennesima volta, e lo abbiamo fatto con il sorriso ancora stampato sulla faccia. Il sorriso era quello di Viola Amherd, mentre svelava, appena venerdì scorso, con Jürg Stahl, presidente di Swiss Olympic, il manifesto della candidatura svizzera all’organizzazione dei Giochi invernali del 203x. Ma la x - ora è chiaro - non sarà uno 0, e neppure un 4. Potrà essere un 8, ma se ne riparlerà semmai più in là. Ma così fa male, certo, ancora più male.
Le motivazioni
A meno di sorprese clamorose, i Giochi invernali del 2030 andranno alla Francia - già, proprio come i Giochi estivi del prossimo anno -, mentre quelli del 2034 a Salt Lake City. Le Alpi francesi hanno bruciato la concorrenza di Stoccolma e della Svizzera tutta, mentre la località americana era già data per sicura vincitrice nella sua corsa, una corsa quasi in solitaria, tutta in testa. Non si tratta ancora di una vera e propria assegnazione, però il Comitato esecutivo del CIO ha deciso di portare nella successiva fase, quella del cosiddetto «dialogo mirato», soltanto la Francia per il 2030 e Salt Lake City per il 2034. Un’ipoteca, mettiamola così, in vista della decisione ufficiale, prevista per luglio 2024. La commissione giudicante «ha basato la sua decisione sulle presentazioni fatte e sugli studi di fattibilità che il CIO aveva effettuato» su ciascuna candidatura. Questi studi «riflettono le informazioni raccolte durante il dialogo continuo», ovvero nella fase precedente, appena conclusasi. Convincente, nella candidatura francese, è stato «il progetto che mira a rivitalizzare le Alpi settentrionali e meridionali come destinazioni turistiche chiave per gli sport invernali». Ma è stata sottolineata, tra le altre cose, anche «l’ottima esperienza della Francia nell’organizzare e ospitare grandi eventi internazionali», e poi «le strutture, le leggi e le competenze sviluppate per Parigi 2024». Su Salt Lake City, il CIO ha evidenziato «la visione» che consiste nello sfruttamento dell’«eredità positiva dei Giochi del 2002», facendo in modo di «prolungare la vita di molte sedi e di molti programmi sportivi». Fa pensare un altro punto messo in risalto: «Il piano generale altamente concentrato, con sedi di gara tutte situate entro un’ora dal principale villaggio olimpico».
Noi in dialogo privilegiato
Sì, ma la Svizzera? Il CIO ha deciso di invitare la nostra delegazione a partecipare a un «dialogo privilegiato», sottolineando le «eccellenti basi del progetto» e, quindi, «le numerose sedi esistenti, la vasta esperienza» e anche il fatto di ospitare la sede del CIO stesso. «La visione del progetto Svizzera 203x prevede anche una manifestazione di interesse per i futuri Giochi fino al 2038». Il dialogo privilegiato con Swiss Olympic e con la Confederazione proseguirà fino al 2027: entro allora saremo chiamati a convincere il CIO per entrare nel dialogo mirato in maniera esclusiva. Insomma, a quel punto i Giochi del 2038 sarebbero nostri. In corsa, come detto, c’era anche la Svezia, ma il suo progetto «non disponeva di tutti gli elementi necessari per proseguire in questa fase». Leggendo tra le righe delle dichiarazioni di Karl Stoss, membro del CIO e presidente della futura commissione ospitante dei Giochi invernali, sia il progetto svizzero sia quello svedese non erano del tutto pronti. Ora, con più tempo a disposizione, ne potranno trarre «vantaggio per ottimizzare l’esperienza degli atleti ai Giochi futuri e per continuare a costruire sulle basi crescenti del sostegno politico e pubblico». Su Svizzera 203x, ha detto: «Ha un grande potenziale, con un progetto in linea con l’Agenda olimpica e i principi di sostenibilità». Insomma, ci siamo mossi con eccessivo ritardo. Questo è il succo del discorso.
Amherd «soddisfatta»
La Svizzera avrà sicuramente faticato a celare il suo disappunto, ma si è comunque mostrata ottimista e positiva, perlomeno in vista delle prospettive che portano al 2038. Certo, fino ad allora mancano quindici anni. Viola Amherd si è limitata a esprimere soddisfazione via comunicato. «La consigliera federale Viola Amherd accoglie con favore lo sviluppo del processo di candidatura per i Giochi in Svizzera». E poi il suo virgolettato: «Sono soddisfatta della decisione del CIO di concedere alla Svizzera l’accesso al dialogo privilegiato per i Giochi del 2038». Giochi che ha definito «a portata di mano». E poi: «Il tempo aggiuntivo ci offre l’opportunità di approfondire con la necessaria attenzione le questioni relative alla sicurezza, al finanziamento e al processo politico, e di gettare le basi per Giochi sostenibili e decentralizzati». Nel comunicato si legge anche che «il governo continuerà a sostenere il progetto».
«Pronti a ottimizzare»
Lo stesso Jürg Stahl si aggrappa ai complimenti di Stoss e sottolinea quel passaggio: «Ha un grande potenziale». Ma che la Svizzera abbia un grande potenziale nell’organizzazione di sport invernali, è noto. Resta però l’esclusione dalla corsa per il 2030 e per il 2034. «Il CIO - si legge nel comunicato della massima istanza sportiva nazionale - si è detto convinto dal progetto svizzero, ma stima che ci sia ancora un potenziale di ottimizzazione in particolare nei campi della pianificazione dei siti sportivi e del finanziamento». C’è anche un’ammissione: «Avevamo in vista i Giochi del 2030 e del 2034, ma nello sport bisogna essere flessibili». Ruth Wipfli Steinegger, copresidente dell’associazione «Switzerland 203x», sottolinea: «Saremo pronti a ottimizzare il nostro progetto. La porta si è spalancata per la Svizzera in vista dell’organizzazione dei Giochi del 2038. Un’edizione dei Giochi olimpici e paralimpici con la Svizzera quale padrona di casa darebbe un impulso importante allo sport svizzero nel suo insieme, ma anche alla nostra società». Si è spinto oltre Urs Lehmann, presidente di Swiss-Ski: «Ora abbiamo nelle nostre mani la possibilità di concretizzare la nostra visione e di fare dei Giochi del 2038 non solo un evento sportivo indimenticabile, ma anche un programma di spinta a lungo termine per la Svizzera e lo sport svizzero».