La svolta della banca nazionale
Abbandonati gli interessi negativi, la Banca nazionale svizzera (BNS) opera un'altra svolta. Dopo aver abituato per anni i mercati ad acquisti - anche massicci - di divise, voluti per indebolire il franco, ora opera sul fronte opposto: vende.
Stando a una statistica diffusa oggi, nel secondo trimestre l'istituto d'emissione ha ceduto divise per 5 milioni di franchi. Un importo minimo ma significativo, considerando che gli ultimi acquisti erano stati ancora di 5,7 miliardi di franchi (primo semestre 2022) e di 12,6 miliardi (ultimo trimestre 2021). Gli interventi erano ammontati a 21 miliardi sull'insieme dell'anno scorso e addirittura di 110 miliardi nel 2020.
Come noto dall'esame della situazione economica e monetaria del 17 giugno scorso la BNS non considera più troppo elevata la quotazione del franco. Un orientamento che è stato confermato anche nell'ultimo appuntamento del 22 settembre, quello che ha segnato la fine dell'epoca degli interessi negativi, con il passaggio del tasso guida dal -0,25% al +0,50%. Il presidente Thomas Jordan ha fatto sapere che l'istituto rimane pronto a intervenire in caso di rafforzamento eccessivo della moneta nazionale: ma se il franco si indebolisce, la banca prevede di vendere divise.