Il punto

La tempesta Boris, tra nuove vittime, inondazioni e cambiamento climatico

Sale a 16 il numero dei morti in Europa centrale a causa del maltempo – Da mercoledì ci sarà una tregua con le precipitazioni, ma per la fine delle conseguenze dell'alluvione bisognerà aspettare
© AP Photo/Darko Bandic
Federica Serrao
17.09.2024 13:30

Si aggrava il bilancio delle vittime della tempesta Boris. Le forti piogge e le inondazioni che, da venerdì, stanno colpendo l'Europa centrale hanno causato la morte di almeno 16 persone in Repubblica Ceca, Polonia e Austria. Un numero che si teme sia destinato ad aumentare. All'appello, infatti, mancano ancora diverse persone. 

In Polonia, il numero delle vittime è salito a cinque dopo che un chirurgo, di ritorno dal lavoro, è annegato nella città sud-occidentale di Nysa. Nelle scorse ore, Kordian Kolbiarz, il sindaco della città ha chiesto alla popolazione di dirigersi verso «zone più elevate», in quanto cresce sempre più il rischio di crollo di un argine, che riverserebbe su Nysa una «cascata d'acqua» dal lago vicino. «Per favore, evacuate i vostri beni, voi stessi e i vostri cari. Cercate di raggiungere immediatamente l'ultimo piano dell'edificio, perché ci aspettiamo un'ondata che potrebbe essere alta diversi metri. Ciò significa che la città verrà completamente allagata», ha annunciato Kolbiarz.

Altre quattro persone sono morte nelle città di Bielsko-Biała e Lądek-Zdrój. In Austria, invece, due uomini di 70 e 80 anni sono annegati dopo essere rimasti intrappolati nelle loro case, travolte dalle inondazioni che hanno colpito le città di Böheimkirchen e Sierndorf, nella Bassa Austria. Quanto alla Repubblica Ceca, una donna è annegata in un ruscello esondato nei pressi della cittadina di Bruntál.

Nel villaggio di Slobozia Conachi, secondo il sindaco Emil Dragomir, le inondazioni hanno avuto «un impatto devastante». «Se foste qui piangereste all'istante, perché la gente è disperata. Il lavoro di una vita è andato perso, ci sono persone che sono rimaste solo con i vestiti che avevano addosso», ha dichiarato. 

Ma la fine dell'emergenza sembra ancora lontana. La tempesta, ora, sta dando ancora filo da torcere, in particolare, all'Ungheria. Budapest, nelle scorse ore, ha dichiarato di chiudere le strade vicino al Danubio – che attraversa la capitale ungherese – a causa dell'elevato rischio di inondazioni che potrebbero verificarsi in questa settimana. I livelli del Danubio, infatti, stanno aumentando circa un metro ogni 24 ore. Motivo per cui, nella capitale ungherese, da ieri sera sono state chiuse alcune strade e alcune linee del tram. Allo stesso modo, anche i treni tra Budapest e Vienna sono stati cancellati. Il premier Viktor Orbán, a tal proposito, ha dichiarato di aver «rinviato tutti i suoi impegni internazionali a causa delle condizioni meteorologiche estreme e delle inondazioni in corso in Ungheria». 

Ma non è finita qui. In Slovacchia, dove il Danubio è già straripato, si sono verificate importanti inondazioni della Città Vecchia di Bratislava. Secondo quanto riferiscono i media locali, i livelli dell'acqua hanno superato i 9 metri e si prevede che saliranno ulteriormente. Passando all'Austria, nella cittadina di St. Pölten i dati hanno registrato in quattro giorni un quantitativo di pioggia superiore a quello caduto nell'autunno più piovoso mai registrato, nel 1950. 

Dove si sposterà ora la tempesta

Sebbene il peggio sembri passato, come detto, la fine degli effetti della tempesta Boris è ancora lontana. Per quanto riguarda le precipitazioni, si prevede che la pioggia, nella giornata odierna, continuerà a cadere su Austria, Repubblica Ceca, Germania sud-orientale. 

Tuttavia, come anticipato, prima che le acque alluvionali si ritirino e le inondazioni diano tregua alle zone colpite, ci vorrà ancora qualche giorno. Da domani, secondo le previsioni, il tempo sull'Europa centrale dovrebbe essere più asciutto. 

Ciononostante, Boris non sparirà. Ma si sposterà più a sud, verso il centro dell'Italia, dove, a detta degli esperti, «si intensificherà portando forti piogge». Secondo le previsioni, la regione più colpita sarà l'Emilia Romagna, dove si suppone possano cadere dai 100 ai 150 millimetri di pioggia. 

Perché si parla di cambiamento climatico

Nel fine settimana, parlando della tempesta Boris, il presidente rumeno Klaus Iohannis aveva sottolineato come la tempesta che stava colpendo il Paese fosse una conseguenza del cambiamento climatico. «Stiamo nuovamente affrontando gli effetti del cambiamento climatico, sempre più presenti nel continente europeo, con conseguenze drammatiche», aveva dichiarato. Un'affermazione su cui gli esperti sono d'accordo. Per meglio dire, come si legge sulla BBC, le precipitazioni record sull'Europa centrale sono state causate da alcuni fattori, tra cui compare anche il cambiamento climatico. 

Nello specifico, all'origine del fenomeno ci sono stati «diversi elementi meteorologici», che insieme hanno dato vita alla cosiddetta «tempesta perfetta». L'aria molto fredda proveniente dall'Artico ha infatti incontrato l'aria calda proveniente dal Mediterraneo, favorendo la formazione di Boris. Inoltre, una certa pressione atmosferica ha consentito alla tempesta di rimanere «bloccata» nello stesso posto per più giorni (da venerdì a martedì). 

Ciononostante, gli scienziati sottolineano anche che un'atmosfera più calda è in grado di trattenere più umidità, portando a precipitazioni più intense. Motivo per il quale, tra i fattori che hanno caratterizzato la formazione di Boris, figura anche il cambiamento climatico.