Maltempo

La Vallemaggia per ora risparmiata: «Ma ritrovarsi di nuovo bloccati è scioccante»

L'arrivo della pioggia, a una settimana esatta dalla violenta alluvione di domenica scorsa, faceva paura - I sindaci: «Nessun danno, attendiamo la fine dell'allerta meteo»
© Ti/Press - Elia Bianchi
Martina Salvini
07.07.2024 15:15

Faceva paura l’arrivo della pioggia in Vallemaggia, a una settimana esatta dall’alluvione. La natura, questa volta, ha invece voluto risparmiare le zone già martoriate dal maltempo. Ha piovuto, sì, ma meno di quanto si ci si aspettava. «Con il ritorno del brutto tempo, non eravamo affatto tranquilli. Fortunatamente l’allerta sta rientrando e non contiamo danni», racconta il sindaco di Lavizzara Gabriele Dazio. «Il tempo è stato per fortuna clemente, e malgrado l’allerta di grado 2 la pioggia è stata meno intensa del previsto», gli fa eco la sindaca di Cevio, Wanda Dadò. Le operazioni di evacuazioni si sono concluse sabato senza problemi e «tutte le persone allontanate precauzionalmente dalla propria abitazione hanno trascorso il weekend al sicuro da parenti o amici». Non si sa ancora quando la popolazione potrà fare rientro in valle Bavona e nelle frazioni della Lavizzara fatte sgomberare. Stando a quanto ci ha comunicato la Polizia cantonale, «la misura terminerà con la fine dell’allerta meteo». È ipotizzabile quindi che domani, con il ritorno del bel tempo, le persone evacuate tra venerdì e sabato possano tornare a casa. 

Ieri e oggi, intanto, l’umore degli abitanti della valle «era altalenante», spiega la sindaca Dadò. «Si cerca di darsi sostegno a vicenda. So che molti, privatamente, si sono attivati a dare una mano a chi aveva bisogno. Ecco, questa solidarietà ci dà una grande forza». «Abbiamo tirato un bel sospiro di sollievo», racconta anche il comandante dei pompieri di Lavizzara Doriano Donati. «Era stato tutto pianificato nei dettagli: per tutelare i nostri uomini, anche in caso di danni non avremmo potuto intervenire nelle zone di pericolo, limitandoci a portare avanti i nostri compiti nelle aree considerate più sicure». Dal profilo pratico, nel fine settimana i pompieri hanno più che altro organizzato le attività che partiranno lunedì, con il ritorno del sole. «Il nostro lavoro prosegue, soprattutto per rassicurare la popolazione», dice Donati. Sì, perché con lo sbarramento di alcune strade, deciso a seguito dell’allerta meteo, la popolazione si è trovata a gestire un altro momento emotivamente complicato: «Ritrovarsi nuovamente bloccati per molti è stato scioccante. Per questo è così importante per noi esserci, siamo i punti di riferimento di molti». Dopo quanto accaduto, ribadisce il pompiere, bisogna trovare la forza di andare avanti. «C’è tanto lavoro da fare. Non possiamo abbatterci moralmente. Certo che però trovarsi davanti un territorio così cambiato, così diverso da come lo conoscevamo, è un pericolo in più». Prima, dice Donati, «conoscevo ogni pezzetto di questo territorio». È stata la casa dei suoi genitori, dei suoi nonni. Persino dei bisnonni. «La conoscenza del territorio oggi non è più la stessa, perché è il territorio stesso a essere cambiato. Ed è molto strano, triste, sapere che non tornerà mai più come prima». Domenica, i pompieri della Lavizzara si sono improvvisamente trovati senza un magazzino, invaso dall’acqua e dai detriti. «Ora - dice Donati - con l’aiuto della Protezione civile è stato sgomberato. Ma nessuno dei nostri vuole più andarci, dopo quanto successo. Siccome non possiamo permetterci che qualcuno in futuro non se la senta di partire da lì, lo costruiremo altrove».

Ricostruire, però, si può. E si deve. Donati lo ha spiegato anche alla più piccola dei suoi figli, cercando di rassicurarla dopo quanto accaduto. «Ho dovuto spiegarle cosa fosse una ‘‘buzza’’. A 7 anni non aveva mai visto una cosa simile. Insieme, abbiamo guardato i filmati del ’78. Dovevo farle capire che era già successo, e che dopo si può ricostruire». I genitori, dice Donati, in queste ore complicate, sono chiamati a rassicurare i bambini, a dare loro la forza per reagire. «Dobbiamo far sì che le nuove generazioni non scappino dalla nostra terra».

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