L’ACSI spegne 50 candeline, «ma non abbassiamo la guardia»
Nella Giornata mondiale dei diritti dei consumatori, l’ACSI ha voluto dare il via ai festeggiamenti per i 50 anni dalla sua creazione. Era il 1974, infatti, quando l’associazione venne costituita per iniziativa di un gruppo di donne. In novembre, in occasione della prima assemblea costitutiva, l’ACSI contava già 1.500 membri. «In cinque decenni di storia, sono molte le battaglie portate avanti dalla nostra associazione», ha ricordato in conferenza stampa la presidente Angelica Jäggli.
Nel 1978, ad esempio, vennero distribuiti 54 quintali di pomodori alla popolazione per evitare gli sprechi causati dalla sovraproduzione in Valle di Blenio. Nel 1979, poi, la prima manifestazione a Berna contro i prezzi abusivi e il mantenimento della sorveglianza dei prezzi. Tra le grandi vittorie dell’ACSI, Jäggli ha ricordato anche la lotta contro i fosfati, che sfociò nel 1986 con l’entrata in vigore del divieto dei fosfati nei detersivi per il bucato, dopo che la sostanza aveva causato gravi danni ambientali al lago Ceresio: «Si trattò di un passo importante per la tutela ambientale». Venendo a tempi più recenti, nel 2000 fu lanciato il primo «Scambio dell’usato» e nel 2013 fu la volta della nuova legge sulla garanzia, la cui durata venne estesa da uno a due anni. Insomma, ha sottolineato la presidente, in 50 anni molto è stato fatto per tutelare i consumatori, «ma non dobbiamo abbassare la guardia».
«Siamo solo a metà»
Un concetto ribadito anche dalla segretaria generale dell’associazione, Antonella Crüzer. «Siamo solo a metà dell’opera, perché i consumatori devono essere meglio tutelati», ha detto Crüzer, ricordando le diverse sfide che attendono l’ACSI: dalla digitalizzazione, alla transizione ecologica, passando per la tutela del potere d’acquisto dei consumatori. «La nostra – ha spiegato Crüzer – è una piccola associazione, ma dal grande potenziale: tasta il polso dei cittadini, capisce dove sono i problemi e riesce a portarli fino alle Camere federali». Tra le priorità di oggi, Crüzer ha citato l’introduzione della causa collettiva. «Con il ‘‘Dieselgate’’, i consumatori svizzeri non hanno ottenuto alcun risarcimento, perché manca la possibilità di intentare una causa collettiva. Chiediamo da tempo alla politica un intervento, affinché i consumatori elvetici possano avvalersi di questo strumento di tutela». Tra le urgenze, figura però anche l’aumento dei prezzi. «L’ACSI è nata in un contesto inflazionistico che non considerava l’importante ruolo delle consumatrici, principali garanti della contabilità domestica», ha ricordato la segretaria generale. «Anche oggi, di fronte a un aumento generalizzato dei prezzi, crescono le difficoltà della popolazione, il cui potere d’acquisto è in calo». A questo proposito, secondo Crüzer occorre agire su due livelli: «Da un lato, serve consigliare i consumatori nel gestire meglio le proprie risorse e soprattutto le uscite. Oltre a ciò, però, chiediamo politiche di intervento drastiche, soprattutto per quanto riguarda l’aumento dei premi di cassa malati, in modo da tutelare meglio le fasce più deboli della popolazione». Inoltre, per venire incontro alle esigenze delle famiglie, «servono prezzi equi, che considerino la sostenibilità ambientale, ma che non vadano solo a beneficio della grande distribuzione o degli intermediari». Secondo Crüzer, un’opzione potrebbe essere ad esempio quella di differenziare i prezzi su base regionale: «Il Ticino vive una situazione ben diversa da Zurigo, quindi nel nostro cantone i prezzi dovrebbero essere più bassi, soprattutto se non vogliamo che i consumatori vadano all’estero a fare la spesa».
AI non senza rischi
All’incontro con la stampa era presente anche Anne-Christine Fornage, professoressa di diritto all’Università di Losanna e nuova presidente della Commissione federale del consumo. Fornage ha spiegato il lavoro svolto dalla Commissione, un organo consultivo del Consiglio federale «che tuttavia gioca un ruolo attivo, prendendo regolarmente posizione sui temi che interessano i consumatori». Tra questi, ha detto Fornage, spicca il grande cantiere dell’intelligenza artificiale, che «impone di ripensare anche la politica che riguarda i consumatori». Se da un lato, infatti, l’intelligenza artificiale «è piena di promesse e rende più facile lo svolgimento dei compiti, dall’altro questo strumento di elaborazione dei dati comporta grandi rischi di manipolazione e un potenziale controllo del nostro comportamento».