News
La diretta

«L’adesione dell’Ucraina alla NATO corrisponde a una dichiarazione di guerra»

A sostenerlo è l’ex presidente russo Dmitry Medvedev – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
LIVE
«L’adesione dell’Ucraina alla NATO corrisponde a una dichiarazione di guerra»
Red. Online
17.07.2024 06:00
22:35
22:35
Kiev, «Due esplosioni in città, allerta aerea»

Almeno due esplosioni e allarmi aerei sono avvenuti in serata a Kiev, secondo testimoni e giornalisti sul posto, 10 giorni dopo che massicci attacchi russi hanno insanguinato la capitale ucraina.

Su Telegram, il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha indicato che le difese antiaeree ucraine erano state attivate e che è stato segnalato un incendio nel distretto di Darnytsky (sud-est). Da parte sua, l'Aeronautica Militare, su Telegram, ha segnalato che i droni si stavano dirigendo verso la capitale da est. (ANSA-AFP).

20:47
20:47
Lavrov: «Con gli USA contatti sporadici ma nulla di essenziale»

«Durante l'amministrazione di Donald Trump sono state imposte nuove sanzioni alla Russia, ma c'era dialogo. Ora con gli Usa ci sono sporadiche conversazioni telefoniche a vari livelli, ma nulla di essenziale». Lo ha detto il ministro degli Esteri di Mosca Serghei Lavrov parlando con i giornalisti all'Onu, e rispondendo ad una domanda su un potenziale ritorno di Trump alla Casa Bianca.

Lavrov ha poi sottolineato che la Russia è pronta a collaborare con qualsiasi leader americano, eletto dal popolo americano, che sia disposto a impegnarsi in un «dialogo equo e reciprocamente rispettoso».

16:19
16:19
«Due morti in raid di droni ucraini a Belgorod»

Il governatore della regione russa di Belgorod, Viaceslav Gladkov, sostiene che le forze armate ucraine abbiano provocato la morte di due civili in un attacco di droni vicino al paesino di Tserkovny. Secondo Gladkov, avrebbe perso la vita una giovane coppia di sposi che si trovava a bordo di un'auto.

13:57
13:57
Mosca: scambiati 95 prigionieri con l'Ucraina

Russia e Ucraina liberano 95 prigionieri di guerra per ciascun paese: lo annuncia il ministero della Difesa russo. Ciascuna delle due parti ha rilasciato 95 soldati, a meno di un mese dal precedente scambio.

«A seguito di un processo di negoziazione, 95 militari russi, che erano in pericolo di vita durante la detenzione, sono tornati dal territorio controllato dal regime di Kiev. In cambio sono stati restituiti 95 prigionieri di guerra delle forze armate ucraine», ha dichiarato il Ministero della Difesa russo in un comunicato stampa

11:21
11:21
La Rega trasporta in Svizzera bambini ucraini malati di cancro

La Rega ha trasportato lunedì in Svizzera due bambini ucraini malati di cancro, accompagnati ciascuno da una persona. Si tratta di pazienti dell'ospedale pediatrico di Ochmatdyt, preso di mira dai missili russi la settimana scorsa.

I due bambini - uno dei quali di età inferiore ai 10 anni - sono stati portati in ospedali universitari, ha indicato oggi a Keystone-ATS la Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS), confermando informazioni in tal senso del Blick.

Nell'attacco all'ospedale pediatrico in Ucraina due adulti sono stati uccisi. Più di trenta persone, tra cui almeno otto bambini, sono rimaste ferite. La Svizzera si era allora offerta di aiutare l'Ucraina. Il centro di coordinamento nazionale si occupa di questo genere di situazioni. È gestito dalla Rega su incarico dell'Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP), precisa il CDS.

Dal settembre 2022 sono stati effettuati 25 voli di ambulanza che hanno trasportato 49 persone. Un paziente è stato rimpatriato in Ucraina dopo un trattamento riuscito in Svizzera.

09:23
09:23
«Berlino vuole dimezzare gli aiuti militari a Kiev nel 2025»

Il bilancio 2025 della Germania sarà meno generoso nei confronti dell'Ucraina l'anno prossimo, con il governo che intende ridurre gli aiuti militari destinati al Paese a 4 miliardi di euro da circa 8 miliardi di euro nel 2024, secondo una bozza di bilancio vista dalla Reuters: lo riporta l'agenzia di stampa sul suo sito.

08:56
08:56
Incontro tra Cassis e Lavrov

Il ministro degli esteri Ignazio Cassis ha incontrato il suo omologo russo Sergei Lavrov durante la visita a New York.

«Ho incontrato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov nell'ambito della presidenza russa del Consiglio di sicurezza dell'ONU», ha scritto il ticinese su X ieri sera. Ha raccontato di aver informato il suo omologo del vertice per la pace in Ucraina tenutosi a giugno al Bürgenstock (NW), durante il quale il consigliere federale aveva detto che la Svizzera avrebbe fatto un «debriefing» con i Paesi che non hanno partecipato. Tra questi Paesi c'è anche la Russia, che non è stata invitata.

08:54
08:54
SECO, aperti più di 50 procedimenti per violazione delle sanzioni contro la Russia

La Segreteria di Stato dell'economia (Seco) ha aperto finora più di 50 procedimenti penali amministrativi per violazione delle sanzioni contro la Russia.

Dall'inizio di marzo 2022, subito dopo l'inizio della guerra russa contro l'Ucraina, «sono stati segnalati alla Seco circa 300 casi sospetti riguardanti restrizioni commerciali in relazione alle ordinanze sull'Ucraina e sulla Bielorussia», ha indicato la Segreteria di Stato dell'economia a Keystone-ATS.

La Seco, che non si esprime sui singoli casi, riferisce che sono stati aperti 56 procedimenti penali amministrativi, 41 dei quali sono passati in giudicato. Ci sono state 26 decisioni di archiviazione, 14 decreti penali e una sentenza penale.

La Seco era confrontata con una recente inchiesta del quotidiano Le Temps sulla presenza di componenti occidentali, tra cui alcuni provenienti da aziende svizzere, nelle armi utilizzate dalla Russia, ad esempio nel massiccio attacco missilistico contro la capitale ucraina Kiev dell'8 luglio.

I vicini della Russia sulla linea di tiro
Per la Seco, interpellata specificamente sulla questione degli armamenti russi, il problema principale risiede nel fatto che i Paesi produttori di questi componenti elettronici, soprattutto in Asia, non hanno aderito alle sanzioni internazionali contro il Cremlino.

Inoltre, la maggior parte di questi componenti non sono prodotti negli Stati Uniti o nell'Unione Europea e nemmeno in Svizzera. Le aziende con sede in questi Paesi non assicurano neppure direttamente la distribuzione.

La Seco afferma di aver messo in atto controlli più severi sui Paesi confinanti con la Russia. Sottolinea che la maggior parte delle aziende svizzere i cui componenti sono stati integrati nelle armi russe non hanno effettuato alcuna consegna alla Russia. Tuttavia le aziende occidentali devono assicurarsi che i componenti non entrino in Russia attraverso i distributori, sottolinea la Confederazione.

Distributori in Cina e Hong Kong
I componenti, quasi sempre fabbricati al di fuori della Svizzera, sono venduti in tutto il mondo da numerosi distributori. «Un piccolo numero di questi distributori, in particolare in Cina e a Hong Kong, ha inviato determinate quantità in Russia senza che le aziende svizzere interessate ne fossero informate», spiega la Seco, che sottolinea che questi distributori «oggi non sono più riforniti».

La Confederazione assicura di collaborare strettamente con le aziende interessate per prevenire acquisizioni illegali. Si rifiuta di fornire dettagli.

Un caso segnalato dall'MPC
La Seco ha trasmesso al Ministero pubblico della Confederazione (MPC) due dei casi che ha trattato. Lo scorso marzo, l'MPC aveva confermato di aver aperto un procedimento per un caso, rispedendo al mittente l'altro. Per la SRF, il caso preso in considerazione riguarda una società attiva nel commercio di materie prime.

Contattato ieri da Keystone-ATS, il MPC non ha voluto esprimersi su eventuali altri procedimenti e/o indagini preliminari, pendenti o meno, in relazione alle sanzioni contro la Russia.

06:00
06:00
Il punto alle 6.00

«L’adesione dell’Ucraina alla NATO corrisponde a una dichiarazione di guerra». A sostenerlo è l’ex presidente russo Dmitry Medvedev il quale ritiene che solo la prudenza da parte dell’Alleanza potrebbe evitare che il pianeta venga ridotto in pezzi. Egli ha quindi aggiunto: «Le azioni che gli oppositori della Russia stanno intraprendendo contro di noi da anni espandendo l'alleanza portano la NATO a un punto di non ritorno». Ricordiamo che i leader dell'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico si sono impegnati al vertice della scorsa settimana a sostenere l'Ucraina in un «percorso irreversibile verso la piena integrazione euro-atlantica, compresa l'adesione alla NATO», tuttavia non si sono espressi sulle tempistiche dell’adesione. Secondo la linea del Cremlino, inoltre, l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca nel 2022 sarebbe una risposta alle minacce della NATO. «Più tentativi di questo tipo ci saranno, più dure diventeranno le nostre risposte», ha detto Medvedev.

Dal canto suo, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, in missione a New York, ha lanciato un attacco agli Stati Uniti nel corso del Consiglio di sicurezza alle Nazioni Unite. Il capo della diplomazia del Cremlino ha accusato Washington di «non rispettare il principio chiave della Carta delle Nazioni Unite, che riconosce l'uguaglianza sovrana di tutti gli Stati». Lavrov ha invitato tutti i Paesi membri decisi a risolvere il conflitto in Ucraina a considerare anche i problemi delle minoranze russe presenti nel Paese.

In un’intervista riportata dalla Tass, il direttore del secondo dipartimento CSI del ministero degli Esteri russo Alexey Polishchuk ha poi detto che «Washington ha autorizzato il presidente ucraino Zelensky a lanciare nuovi attacchi sul territorio russo. Washington continua ad alimentare l'escalation nel tentativo di giustificare i propri crimini e le azioni del governo di Kiev».

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invece scritto su X che la «produzione di armi in Ucraina» è «una priorità assoluta e deve essere chiaro che ogni mese diventiamo più autosufficienti per le forniture di armi». «Stiamo lavorando molto diligentemente a tutte le questioni, compresa quella delle forniture di armi, l'applicazione degli accordi raggiunti con i nostri partner, la tempistica di ogni pacchetto annunciato e la produzione della armi in Ucraina».

Sul fronte militare, infine, la Russia ha conquistato Krynki, sulla riva sinistra del Dnepr, da dove le unità ucraine si sono ritirate. A riportare la notizia è la Pravda ucraina. Le truppe di Kiev avevano ripreso il villaggio nell'ottobre 2023.