Santa Sede

L'ambasciata svizzera in Vaticano inaugurata in presenza di Cassis

La sede diplomatica elvetica si occuperà anche delle relazioni con Malta e San Marino
Cassis durante la cerimonia dell’inaugurazione della sede diplomatica alla presenza, da sinistra, dell’ambasciatore elvetico Denis Knobel, Il segretario di Stato del Vaticano Pietro Parolin e il capo delle Guardie svizzere, colonnello Christoph Graf. © AP Photo/Gregorio Borgia
Andrea Albertini
19.04.2023 22:00

Un gradevole tintinnar di calici ha concluso questa sera il primo atto della visita del consigliere federale Ignazio Cassis in Vaticano - per l’inaugurazione ufficiale della riaperta ambasciata della Confederazione -, visita  che si concluderà domani con una serie di colloqui «politici» all’ombra del Cupolone di cui si può anticipare fin d’ora che confermeranno l’ottimo stato delle relazioni tra i due Stati. Gli interventi del cardinale Pietro Parolin e di Cassis si sono snodati in un clima di amicizia non solo personale ma anche di intesa sugli obiettivi dei due Stati sui grandi temi globali, a cominciare dalla pace e dal rispetto dei diritti umani, senza dimenticare la lotta alla fame e a tutte le altre forme di collaborazione già in atto. Il segretario di Stato Parolin è giunto nella sede dell’Ambasciata elvetica presso il Vaticano poco dopo le diciotto. Ad attenderlo, il consigliere federale, il nuovo ambasciatore al Vaticano Denis Knobel, il diplomatico che negli anni scorsi aveva tenuto il dialogo con il Vaticano dalla Slovenia, come ambasciatore non residente e il cardinale emerito di Basilea Kurt Koch. Non solo: a dare il «benvenuto» alla Svizzera anche alcuni ambasciatori già accreditati presso la Santa Sede.

«Dialogo facilitato»

«L’apertura della nuova Ambasciata faciliterà ancor più il dialogo tra i nostri due Paesi e renderà più facile lavorare insieme» ha affermato Parolin, che ha tra l’altro ricordato con piacere la visita fatta in Svizzera lo scorso anno. «L’Ambasciata è uno strumento sempre più prezioso di contatto» ha proseguito il cardinale e questo è importante «perché la diplomazia della Santa Sede  è cambiata: prima aveva come obiettivo gli interessi della Chiesa, oggi il suo scopo essenziale è la collaborazione sui  temi che interessano il presente e il futuro».

«Maggiore cooperazione»

«Da qui - gli ha fatto eco Cassis - ci vogliono sette minuti a piedi per arrivare alla sede del Santo Padre, del cardinale Parolin e della diplomazia vaticana. Ciò  significa una più ottimale cooperazione». Come quella che ha contribuito al successo della diplomazia elvetica per giungere ad un accordo di pace nel Mozambico, «dove il ruolo della Chiesa - han affermato il consigliere federale -  è stato importante». La sede diplomatica svizzera si occuperà anche delle relazioni con Malta e San Marino.