Clima

L’anno più caldo di sempre in Svizzera

La temperatura media del 2018, ormai agli sgoccioli, è la più alta dall’inizio delle misure sistematiche - Se non si interviene, le estati saranno roventi
Foto d’archivio (Reguzzi).
Red. Online
12.12.2018 19:58

BERNA - Il 2018 è ormai agli sgoccioli, e con ogni probabilità per la Svizzera sarà l’anno più caldo dall’inizio delle misure sistematiche, dunque dal 1864. Lo rende noto MeteoSvizzera, precisando che «secondo le previsioni attuali, la temperatura annua mediata su scala nazionale raggiungerà quasi i 7 gradi (6.9°), e gli ultimi 12 mesi, fra dicembre 2017 e novembre 2018, hanno stabilito con 6.7 gradi un nuovo record». Dopo il 2011, 2014 e 2015, il 2018 è dunque il quarto anno in poco tempo con temperature ben al di sopra della media.

Nuova dimensione della temperatura
«Nel corso degli ultimi 30 anni - spiega MeteoSvizzera - la temperatura annuale media è stata di 5.7 gradi, e prima degli anni ’80, una temperatura annuale di 5.7 gradi rappresentava un evento straordinario. Infatti, per tutto il periodo di misure che va dal 1864 al 1988, perfino gli anni più estremi non hanno mai raggiunto tale valore, mentre oggi questo valore è divenuto la norma. Al contempo, gli anni veramente freschi, con temperature medie di 4 gradi o meno, erano un tempo fenomeni correnti. Questi valori sono ormai scomparsi dal clima dell’attuale Svizzera. Nel corso degli ultimi 30 anni, le temperature annuali sull’insieme del Paese, non sono mai scese ai valori tipici che si registravano nel periodo 1961-1990. Il massiccio aumento delle temperature e la scomparsa di anni veramente freddi sono chiari segnali del cambiamento climatico in corso».

Temperature nazionali medie (gennaio-dicembre) dall’inizio delle misure, nel 1864. Le linee grigie mostrano i periodi climatologici standard di 30 anni, 1871-1900, 1901-1930, 1931-1960, 1961-1990, e anche la temperatura media dell’attuale trentennio (1988-2017). Fonte: MeteoSvizzera
Temperature nazionali medie (gennaio-dicembre) dall’inizio delle misure, nel 1864. Le linee grigie mostrano i periodi climatologici standard di 30 anni, 1871-1900, 1901-1930, 1931-1960, 1961-1990, e anche la temperatura media dell’attuale trentennio (1988-2017). Fonte: MeteoSvizzera

Il caldo senza fine del 2018
Ben 9 mesi su 12, quest’anno, hanno fatto segnare temperature superiori alla media, e in sei casi lo scarto positivo è da considerarsi estremo. In particolare il mese di gennaio è stato il più mite dall’inizio delle misure nel 1864, mentre aprile e agosto sono risultati fra i primi cinque nella classifica dei rispettivi mesi. Anche la temperatura di dicembre dovrebbe essere sopra alla norma. Da sottolineare poi come il semestre estivo, fra aprile e settembre, abbia fatto registrare un nuovo primato di temperature, così come il periodo di 12 mesi (anno meteorologico) compreso fra dicembre 2017 e novembre 2018.

Il 2018 a colpo d’occhio: scarto dalla norma 1981-2010 della temperatura media nazionale (in °C) mese per mese, per il semestre estivo (aprile – settembre), per l’anno civile e per l’anno meteorologico (dicembre 2017 – novembre 2018). Fonte: MeteoSvizzera
Il 2018 a colpo d’occhio: scarto dalla norma 1981-2010 della temperatura media nazionale (in °C) mese per mese, per il semestre estivo (aprile – settembre), per l’anno civile e per l’anno meteorologico (dicembre 2017 – novembre 2018). Fonte: MeteoSvizzera

Quello che ci riserva il futuro, sta nelle nostre mani
Il riscaldamento caratteristico degli ultimi decenni continuerà anche in futuro, questo secondo gli ultimi scenari climatici CH2018. MeteoSvizzera sottolinea che «la temperatura media dell’aria vicino al suolo aumenterà da 2,5 a 4,5 gradi nei mesi estivi da giugno ad agosto rispetto ad oggi. Le temperature massime aumenteranno notevolmente più delle temperature medie. Nei giorni più caldi dell’estate sarà da 2 a 5,5 gradi più caldo rispetto a oggi. Anche le ondate di caldo stanno diventando sempre più frequenti ed estreme». Le estati saranno dunque roventi per le nostre latitudini.

Secondo MeteoSvizzera «una protezione coerente del clima potrebbe prevenire circa la metà dei possibili cambiamenti climatici nel nostro Paese entro la metà del 21. secolo e fino a due terzi entro la fine del secolo. Ciò deriva da un ulteriore scenario in cui le emissioni di gas ad effetto serra sono ridotte grazie ad efficaci misure di protezione del clima che limiterebbero l’aumento della temperatura globale a 2 gradi rispetto allo stato pre-industriale. È dunque chiaro che la protezione del clima ha un importante impatto e che un’azione coerente paga».