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L'aperitivo digitale del 10 ottobre 2022

Le dimissioni di Lazzeri, i missili su Kiev, le parole di Domenichelli: ecco le notizie che potresti esserti perso su CdT.ch
© CdT/Gabriele Putzu
Marcello Pelizzari
10.10.2022 18:00

Care lettrici e cari lettori, rieccoci con l'Aperitivo Digitale.

Da Lazzeri a De Raemy

«La comunicazione di alcune importanti informazioni diocesane». Così la Curia Vescovile ha annunciato la conferenza stampa convocata a mezzogiorno e durata 45 minuti. A Lugano, nella sala riunioni si sono presentati il vescovo Valerio Lazzeri, il nunzio apostolico in Svizzera Martin Krebs (rappresentante della Santa Sede a Berna), don Nicola Zanini, vicario generale della Diocesi di Lugano, e Alain De Raemy, vescovo ausiliare della Diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo. «Pochi minuti fa la Santa Sede ha comunicato quanto stiamo per dirvi. Il Vescovo e la Curia erano tenuti alla riservatezza, perché le comunicazioni sono di competenza del Santo Padre», ha spiegato in apertura l'addetto stampa della Curia, Luca Montagner. Ha quindi preso la parola il vescovo Lazzeri: «Non è facile per me prendere la parola questa mattina. Sentimenti contrastanti assediano il mio cuore. Sono consapevole delle conseguenze rilevanti, del peso e di un certo smarrimento che la mia decisione non mancherà di provocare in molte persone. A tutti chiedo da subito perdono. Vi posso solo dire che in mezzo al subbuglio, il Signore mantiene in me un angolo di pace sufficiente in questo momento per tentare di farvi capire, senza indebite drammatizzazioni, ciò che sta accadendo». Largo al cambiamento, dunque. Ma chi è Alain De Raemy, il «traghettatore» verso un nuovo vescovo: qui il profilo tracciato da Jenny Covelli.

I missili su Kiev e la posizione di Lukashenko

Kiev, Dnipro, Leopoli: le città ucraine sono finite, nuovamente, sotto il tiro dell'esercito russo. Una risposta a quanto successo sabato sul ponte che attraversa lo stretto di Kerch, in Crimea, un atto che Mosca ha definito terroristico. Intanto, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha creato una task force con i militari russi: per quale motivo? Significa che anche Minsk, ora, entrerà in guerra? Abbiamo provato a dare qualche risposta.

Dalla barca a vela alla bici, continuano le fughe «fantasiose» dei russi

Mentre Kiev e altre città ucraine si sono svegliate (di nuovo) sotto una pioggia di missili russi, le notizie di cittadini della Federazione alle prese con fughe più o meno eroiche si accavallano. L’obiettivo è uno soltanto, ed è sempre quello: evitare di finire nelle maglie dell’esercito di Mosca ed essere spediti, più o meno tempo zero, in Ucraina. Meglio, molto meglio partire. Anche a costo di rischiare tanto. Se non tutto. Lo abbiamo visto giorni fa, quando la notizia di due russi «spiaggiati» in una remota isola dell’Alaska, nel mezzo dello stretto di Bering, ha fatto il giro del mondo. E riacceso i riflettori sulla lotta alla mobilitazione parziale, che poi tanto parziale non è. C’è chi, forte anche di una certa posizione economica, è riuscito a trasferirsi senza problemi. Ad esempio in Kazakistan, dove i russi stanno confluendo in grandi numeri. Ma c’è anche chi, appunto, ha preso poche cose e cercato, anche con mezzi di fortuna, di andarsene come meglio poteva: dal «giro in barca a vela» con destinazione Corea del Sud alla biciclettata da Murmansk fino alla Norvegia. Qui l'approfondimento.

Kanye West torna su Twitter e si fa sbattere fuori

Non c'è pace per Kanye West, o se preferite Ye. Dopo le polemiche attorno alla t-shirt «White Lives Matter», il musicista, stilista ma (forse) soprattutto miliardario statunitense si è visto bloccare il suo account su Twitter. Dove, leggiamo, vi aveva fatto ritorno per la prima volta nei giorni scorsi dopo quasi due anni di assenza. Un portavoce della piattaforma, nuovamente legata a doppio filo a un altro eccentrico miliardario, Elon Musk, ha dichiarato che l'account è stato violato complice una chiara violazione delle politiche interne. West/Ye, dicevamo, era ritornato su Twitter venerdì dopo un'altra sospensione: quella pronunciata da Meta per un post nel frattempo cancellato. I dettagli.

La legge di sicurezza nazionale fa condannare anche i minorenni

Cinque adolescenti sono stati condannati, sabato a Hong Kong, a scontare fino a tre anni presso una struttura correzionale con l’accusa di «avere cercato di rovesciare il governo di Pechino». Si tratta di un caso di sicurezza nazionale in quanto i ragazzi, tra i 15 e i 18 anni, si sono dichiarati colpevoli di «incitare altri a sovvertire il potere statale» attraverso un gruppo indipendentista chiamato Returning Valiant. Le sentenze per altri due giovani, di 21 e 26 anni, saranno pronunciate in seguito. È la prima volta che la legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong viene utilizzata in tribunale contro dei minorenni. Nel 2020, in risposta alle proteste di massa antigovernative del 2019, l’Assemblea nazionale del popolo, il parlamento di Pechino, decise di prendere l’iniziativa, imponendo la legge sulla sicurezza nazionale ai sensi dell’articolo 18 della Costituzione della città. A inizio 2022, la governatrice di Hong Kong Carrie Lam ha ufficializzato una propria normativa con nuovi crimini sulla sicurezza nazionale, in aggiunta alla legge imposta dalla Cina. Ce ne parla Jenny Covelli.

Weinstein di nuovo in tribunale

Harvey Weinstein torna in tribunale. L’ex produttore più potente di Hollywood, accusato di molestie e abusi sessuali da almeno un centinaio di donne, fra attrici e collaboratrici, dovrà affrontare undici nuovi capi d'accusa per violenza sessuale. Nel 2020 era già stato condannato da un tribunale di New York a 23 anni di carcere per reati a sfondo sessuale. Oggi, a Los Angeles, il processo si aprirà con la selezione della giuria. E il 70.enne, che si è dichiarato innocente, tra due mesi (questa la durata prevista del procedimento) potrebbe essere condannato ad altri 140 anni di prigione. Weinstein aveva domandato il rinvio del processo a dopo novembre, una volta che il film sul suo caso sarà uscito. La richiesta è stata respinta. L'approfondimento di Giacomo Butti

Apple e le montagne russe

La funzionalità ha un nome piuttosto evocativo: crash detection. Rileva gli incidenti e si trova sui dispositivi Apple di ultimissima generazione, come gli Apple Watch 8, Ultra e Se 2 o, ancora, i vari iPhone 14. Questa funzionalità, su cui il colosso di Cupertino aveva puntato molto durante la campagna pubblicitaria, si attiva quando degli appositi sensori interni rilevano un urto e, di riflesso, una potenziale condizione di pericolo. Come ogni «diavoleria moderna», va da sé, c’è la possibilità che il sistema venga tratto in inganno. E, quindi, generare falsi allarmi: ad esempio, sulle montagne russe. In effetti, negli Stati Uniti sono stati riportati diversi casi in merito. Casi che, manco a dirlo, hanno creato non pochi problemi. Anche perché, aggiungiamo, in automatico scattano le chiamate d’emergenza. L'articolo completo.

La verità di Hnat Domenichelli

È l’ora della verità. Dopo settimane di tensioni, di estenuanti riunioni, di maldestri interventi per tenere nascosta una situazione ormai esplosiva e di deludenti prestazioni in pista, il Lugano prova a ripartire. Sul ghiaccio a dirigere il suo primo allenamento da nuovo head coach bianconero c’è Luca Gianinazzi, ma il pensiero va ancora – ovviamente – all’esonero di Chris McSorley. Una separazione che si è concretizzata dopo la disfatta di venerdì scorso a Berna, ma che il club bianconero stava meditando già da un po’. Sì, è l’ora della verità, in casa bianconera. E Hnat Domenichelli ha voglia di giocare a carte scoperte: «In realtà – spiega il direttore sportivo del Lugano – per capire come sono andate le cose bisogna fare un passo indietro. Quella passata non è stata una grande stagione, per l’HC Lugano. Già durante la regular season c’erano state tante riunioni tra squadra, staff tecnico e dirigenza. E nei meeting di fine campionato la situazione si è fatta pesante. I giocatori hanno chiesto una maggiore libertà di gioco, mentre McSorley ha risposto che serviva più qualità nel gruppo». L'intervista a cura di Flavio Viglezio.

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